La gabbianella e il gatto: recensione del film d’animazione di Enzo D’Alò

Torna al cinema dopo 20 anni La gabbianella e il gatto, secondo lungometraggio di Enzo D'Alò, ispirato al romanzo per ragazzi di Luis Sepúlveda.

Era il 23 dicembre 1998 quando Enzo D’Alò, spinto dal buon riscontro de La freccia azzurra, porta al cinema La gabbianella e il gatto, tratto dal romanzo breve Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda. Vent’anni dopo questa perla del cinema d’animazione torna in sala e sarà un’occasione speciale per farla conoscere anche al pubblico più giovane.

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La gabbianella e il gatto: una favola moderna che parla del valore della diversità

la gabbianella e il gatto cinematographe.it

La caratteristica principale di un classico è quella di sopravvivere al passare del tempo senza perdere il valore del proprio messaggio: questa definizione è assolutamente adatta anche a La gabbianella e il gatto e spiega il motivo del suo grande successo. Quella del gatto Zorba e della piccola gabbiana Fortunata è una storia universale di amore, accoglienza e rispetto delle diversità. Ogni frase, ogni scena del cartone animato di D’Alò ricordano che un animo buono e un cuore grande contano più di ogni differenza di specie e razza.

L’egoismo dell’Uomo, che inquina i mari con la sua maledizione nera – il petrolio -, è il vero nemico di tutta la favola. Ne è vittima la giovane gabbiana Kengah eccitata dall’imminente nascita del primo uovo: il suo volo, però, è interrotto prematuramente da un riversamento in mare di una cisterna che la avvelena fino alla morte. C’è un desiderio che, tuttavia, la sprona a spingere sulle sue ultime forze per arrivare sulla terraferma: che il pulcino, un giorno, impari a volare. A raccogliere le ultime volontà della gabbiana sarà Zorba, uno dei gatti più popolari del porto di una città di mare: a lui Kengah affida il proprio uovo e l’arduo compito di prendersene cura. La piccola Fortunata crescerà accudita dall’affetto di Zorba e dei suoi amici gatti, ma sotto la costante minaccia dei voraci ratti che spadroneggiano nelle fogne.

La gabbianella e il gatto: tutti i punti di forza del film di Enzo D’Alò

La Gabbianella e il Gatto cinematographe.it

Non è un caso che La gabbianella e il gatto sia il film italiano d’animazione che ha incassato di più in tutta la Storia e che dopo vent’anni si pensi a riportarlo in sala. I punti di forza che lo rendono così speciale sono tanti e riescono a far passare inosservato anche uno stile di animazione che oggi risulta decisamente superato. Sicuramente, in cima alla lista c’è il profondo messaggio che riesce a trasmettere e il tono delicato e poetico – senza essere mai retorico – con cui viene trattato.

La sofferenza della piccola protagonista nella difficile accettazione della propria unicità è un sentimento che facilmente toccherà il cuore dello spettatore. Si tratta di uno dei racconti meglio riusciti – proprio perché metaforici e non didascalici – di una comunità familiare atipica in cui trionfa il principio invincibile dell’amore. Fortunata vorrebbe assomigliare alla sua mamma-papà Zorba, ma fa presto i conti con la diversità fisica, sotto gli occhi di tutti ma non sotto i suoi, velati da un assoluta ammirazione filiale. Sarà, però, proprio questa origine atipica a rendere Fortunata così speciale e a permetterle di diventare – in un certo senso – il primo gatto volante della Storia.

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La gabbianella e il gatto: musica, poesia e grandi personaggi

 

 

Uno dei grandi meriti di Enzo D’Alò è essere riuscito a radunare attorno ai suoi progetti tutto il meglio dell’arte italiana. Come già successo ne La freccia azzurra, la cui colonna sonora era stata curata da Paolo Conte, ne La gabbianella e il gatto hanno prestato il loro contributo nomi del calibro di Ivana Spagna, Leda Battisti e Samuele BersaniLe canzoni che questi interpreti dedicano al film sono coinvolgenti, memorabili, toccanti e, sopratutto, parte integrante del racconto. Proprio nelle belle sequenze musicali, infatti, il pubblico entra in contatto con la parte più profonda dei desideri e dei sentimenti dei personaggi. In particolare, Ivana Spagna dà voce alla gabbiana Kengah e al suo rimpianto di una scomparsa prematura: un tema che difficilmente si vede nel cinema d’animazione – la “madre morta” è ricorrente, ma quasi sempre la sua dipartita è avvenuta fuori dalla storia – ma che D’Alò riesce a rendere con estrema delicatezza.

Anche da un punto di vista attoriale, La gabbianella e il gatto si fregia di alcune eccellenze: la voce del gatto Zorba è di Carlo Verdone, quella del suo antagonista (il re dei Topi) è di Antonio Albanese. Per dare la propria benedizione al progetto, interviene anche lo stesso Sepúlveda che invece si ritaglia la parte del poeta.

La gabbianella e il gatto: un piccolo capolavoro trasversale

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Negli ultimi vent’anni il cinema d’animazione, anche quello italiano, ha fatto enormi passi in avanti e si è emancipato sempre di più dalla definizione di prodotto per bambini. Nel caso de La gabbianella e il gatto si può parlare di un film pensato per i più piccoli, sì, ma la cui qualità riesce a travalicare ogni target. Se ci si arrende alla tenerezza della protagonista, alla simpatia della comunità dei gatti e – a suo modo – anche a quella dei topi, lo spettacolo sarà più che godibile per il pubblico di ogni età. Guardarlo di nuovo, vent’anni dopo, anzi è sorprendentemente coinvolgente. C’è un modo talmente puro di trattare il tema dell’accoglienza da lasciare davvero poco spazio a ogni tipo di commento: è quasi superfluo sottolineare quanto questo argomento sia attuale tanto allora quanto oggi e quanto sia importante trasmettere questo sentimento sopratutto ai bambini, che vent’anni fa non erano ancora nati.

Un appuntamento da non perdere, allora, per trovare (o ri-trovare) sul grande schermo il piccolo capolavoro di Enzo D’Alò al di là della facile fruibilità dell’home video: il cinema, esperienza collettiva, è il tempio adatto per la condivisione della poesia di Sepúlveda, della dolcezza di Fortunata e del suo grande volo verso quell’Isola che non c’è dove tutti – umani, gatti e gabbiani – sono diversi, ma uguali.

La gabbianella e il gatto torna al cinema da giovedì 21 a domenica 24 marzo distribuito da CG Entertainment in collaborazione con RTI, Infinity e con ECI Consorzio Esercenti Cinema.

Regia - 3.5
Sceneggiatura  - 3.5
Fotografia - 2
Recitazione  - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

3.5