Be Kind – Un viaggio gentile nel mondo della diversità: recensione
Ecco la nostra recensione del docu-film Be Kind - Un viaggio gentile nel mondo della diversità, diretto da Sabrina Paravicini
Be Kind – un viaggio gentile nel mondo della diversità è un progetto umano, sensibile e delicato, che indaga in punta di piedi e con estrema dolcezza la diversità in tutte le sue forme.
Be Kind – Un viaggio gentile nel mondo della diversità è un documentario autoprodotto del 2018 ed è stato ideato da Sabrina Paravicini e suo figlio Nino Monteleone.
La regia è della Paravicini, attrice veterana, che ha cominciato la sua carriera con mostri sacri come Mario Monicelli e Maurizio Nichetti, mentre il giovane Nino è l’anfitrione, il Virgilio d’eccezione che di tappa in tappa guida lo spettatore nel viaggio.
Il film è stato presentato nella sezione Riflessi della 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma, come evento speciale per scuola e stampa. In più è stato proiettato in concorso in anteprima mondiale alla 64esima edizione del Taormina Film Fest, durante il quale ha avuto una menzione speciale da parte della giuria e infine è stato in concorso al Human Rights Festival di Orvieto a novembre 2018 dove Nino ha vinto una menzione speciale della giuria come miglior protagonista. Be Kind è stato supportato da Gucci ed entrerà a far parte di Gucci Equilibrium, una vera a propria piattaforma streaming, dove sarà possibile vedere una parte del film.
Nel cast, oltre a Nino, Sabrina e le persone che hanno accettato di raccontare la propria storia, c’è la partecipazione straordinaria di Fortunato Cerlino, Roberto Saviano e Samantha Cristoforetti.
Be Kind: lo straordinario viaggio di Nino
“Essere diversi è come un elefante con la proboscide corta: una rarità“. Questa è la frase con cui il dodicenne Nino Monteleone definisce il suo concetto di diversità e con questo spirito, buono e innocente, ma anche acuto e brillante, inizia il suo viaggio con la mamma Sabrina Paravicini nell’universo delle diversità.
Nino, in qualità d’intervistatore e fulcro della narrazione, prende per mano lo spettatore e lo accompagna di luogo in luogo, di persona in persona, di diversità in diversità in modo straordinario. Il suo essere diverso crea un ponte che permette a chi guarda di entrare facilmente nei racconti degli intervistati, riuscendo a bypassare efficacemente il muro che può naturalmente sorgere tra un vissuto particolare e uno più usuale.
Le testimonianze sono tante e tutte diverse tra loro: autismo, dislessia, sindrome di down, disabilità fisiche, diversità di etnia e di gusti sessuali. Così come sono diverse le persone: da bambini piccoli, passando per ragazzi di 20 anni fino a uomini adulti, ma anche persone che non sono “diverse” in prima persona, ma che sono state toccate dalla diversità (come compagni o familiari) o che se ne occupano (specialisti, insegnanti e dottori).
Il risultato è un documento ricchissimo che parte dalla denuncia sociale per arrivare addirittura alla filosofia e all’esistenzialismo e poi tornare indietro a concentrarsi sulle risate e sull’importanza di sentirsi sempre accettati e amati. Un viaggio diviso in tappe (diversità, condivisione, amore, figura della madre, ecc…) ognuna con una sua valenza fondamentale e ognuna collegata alle altre.
Be Kind: il regalo di una madre a suo figlio
Be Kind è un film nato dal desiderio di Sabrina Paravicini di fare un regalo al proprio figlio e nel corso dei mesi di lavorazione si è trasformato in un vero e proprio film.
Nino, che a tre mesi pronunciava già qualche parola e a 18 era precipitato nel silenzio, soffre della sindrome di Asperger, una forma di autismo che si può definire ad alta funzionalità. Chi ne è affetto può avere altissime competenze in alcune aree ma soffrire al contempo di difficoltà nel relazionarsi con le persone.
“Io ho la sindrome di Asperger, infatti sono diverso da tutti perché ho molta creatività”.
Lo status del ragazzo e il viaggio che ha dovuto compiere in primis all’interno di se stesso diventa il segreto del successo di Be Kind. Ci sono tanti modi per raccontare la diversità sullo schermo e molti di questi sfiorano la retorica. Ecco, Sabrina e Nino hanno invece trovato la giusta misura utilizzando un punto di vista originale che non è altro l’essere diverso in un mondo di diversi.
Nino si fa conoscere come un ragazzo molto intelligente, mai banale, sensibile e umano con tutte le persone che incontra, ma soprattutto capace di trasmettere la semplicità con cui queste straordinarie persone vogliono essere viste. Dopo tutti i soggetti e tutte le storie così diverse tra loro che si presentano davanti alla videocamera, quello che rimane sono solo punti in comune, le somiglianze, le affinità tra noi che guardiamo e loro che parlano.
Be Kind vuole ricordarci che la diversità non esiste perché tutti siamo diversi tra noi, che anche chi è affetto da sindrome di Down ha gli stessi problemi emotivi di chiunque altro; che chi è omosessuale o affetto da autismo ha la stessa tendenza a ghettizzarsi di una persona sensibile che viene bullizzata dai suoi coetanei e che chi è di un’etnia diversa o ha disabilità fisiche ha gli stessi desideri e sogni che può avere chiunque altro. Il risultato è un documento di una umanità straordinaria, coinvolgente e a tratti sconvolgente.
In un passaggio viene detto “in ognuno di noi c’è un disabile.”, il concetto si può ribaltare: siamo tutti esseri umani e il mondo delle diversità non è un mondo diverso, ma è l’unico che esiste.