Una ragazza e il suo sogno: recensione del film con Amanda Bynes

Disponibile su Netflix, Una ragazza e il suo sogno arricchisce il ventaglio di scelta della piattaforma streaming di racconti di formazione, di favole educative rigorosamente a lieto fine che hanno segnato la preadolescenza di molte generazioni. Daphne è un’adolescente la cui personalità è in piena fase di formazione, che vive serenamente con la madre, ma che ha sempre sentito il bisogno di mettersi sulle tracce del suo vero padre. Decisa a prendere in mano la situazione, la giovane ragazza parte per Londra, dove scopre che il padre è il rampollo di una famiglia nobile e principale candidato alla presidenza del paese.

Il rapporto con il padre ritrovato si intreccia con le relazioni della sua nuova famiglia e tra non poche difficoltà si conclude con il rientro di Daphne negli Stati Uniti, insieme alla madre. Oltre al padre, però, la ragazza a Londra ha conosciuto anche il vero amore, un musicista promettente che ricambia in tutto e per tutto il forte sentimento della ragazza.

Una ragazza e il suo sogno rispetta tutti i passaggi obbligati delle favole classiche.

Una ragazza e il suo sogno è uno di quei film che rimarrà nella storia del cinema probabilmente con più nitidezza rispetto ad altre produzioni più “nobili”, è una vera e propria versione cinematografica delle favole più classiche, con tanto di articolazione in diverse fasi diegetiche. Dalla situazione iniziale, la nostra eroina decide di affrontare il suo problema persistente, vive un primo periodo di scoperta reciproca con il padre, per poi sfidare alcuni personaggi ingombranti e vincere su di essi, proprio quando tutto sembrava perduto. A questo momento fa seguito la ricognizione (a opera del padre naturale) e la conseguente risoluzione definitiva del problema con un rasserenante lieto fine.

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Una ragazza e il suo sogno è anche il film che identifica la carriera attoriale di Amanda Bynes prima che l’attrice diventasse un personaggio particolarmente attivo della cronaca rosa più che sugli schermi, ma è anche l’occasione di vedere Colin Firth e la sua eleganza in una commedia romantica, ancora più disimpegnata rispetto a Love Actually. Senza avere alcuna pretesa (né reale possibilità) di costituire un tassello nella storia del cinema “di alto rango”, Dennie Gordon con il suo Una ragazza e il suo sogno riesce comunque a conquistare un posto di rilievo nel percorso cinematografico adolescenziale di molte generazioni. In realtà questo dato è tanto significativo soprattutto considerando che il soggetto del film è tratto dall’opera teatrale The Reluctant Debutante di William Douglas-Home, di cui è il secondo adattamento cinematografico dopo Come sposare una figlia di Vincente Minnelli (1958).

Una ragazza e il suo sogno è tratto dall’opera teatrale The Reluctant Debutante

La versione originale del titolo della versione del 2003 è What a Girl Wants e si può considerare forse l’elemento più centrato sulla protagonista, cercando di farla in parte emancipare dall’immagine di una ragazza da sistemare con un bel rampollo (come in realtà succede alla madre) e d’ingenua sognatrice. Di fatto, il salto di qualità non avviene e l’idillio tra padre e figlia (e madre e fidanzato) resta relegato in una dimensione avulsa dalla realtà (complice anche l’ambientazione a dir poco altolocata della vicenda) e priva di consistenza significativa a livello di significato. Tutti i ragionamenti rimangono in ogni caso solo tali di fronte alla diffusione e forza dell’immagine culturale che evocata sentendo il solo titolo del film.