Padre: recensione del film con Tim Roth e Nick Nolte
Padre (The Padre) è un action thriller in cui Tim Roth e Nick Nolte giocano al gatto e al topo.
Padre è un action movie on the road diretto da Jonathan Sobol, con Tim Roth e Nick Nolte che sono al centro di una caccia all’uomo al confine tra Colombia e Stati Uniti d’America. Tim Roth è un truffatore che si aggira per la Colombia, un fuggitivo travestito da prete che tenta di sfuggire ai suoi due inseguitori, un membro della Corte di giustizia degli Stati Uniti Nemes (Nolte) e l’ufficiale di polizia locale Gaspar (Guzmán).
Con i cacciatori alle calcagna, il Padre ruba un’auto senza accorgersi che a bordo c’è Lena, una ragazzina colombiana che coglie l’occasione per fuggire dal suo paese con la speranza di valicare il confine con gli USA. Dopo qualche titubanza, il Padre accetta di farsi accompagnare da Lena nella sua fuga, servendosi di lei come guida locale per alcune delle sue truffe. I due iniziano rapidamente a lavorare insieme, decidendo di pianificare una rapina in una chiesa, sempre con gli inseguitori alle calcagna.
Padre: un action thriller capace di distinguersi grazie al fascino della storia on the road
Padre è un action thriller con un tocco di dramma familiare, in cui si intrecciano tre storie molto diverse: un vecchio yankee, Nemes, cerca una vendetta che lui chiama giustizia, Lena è una ragazza orfana che sta cercando di entrare negli Stati Uniti per riunirsi con sua sorella minore e un prete cattolico, imbroglione e alcolizzato sta cercando di scappare dal suo passato. Padre ha un buon ritmo narrativo, mescola sapientemente azione e dramma con un leggero tocco di commedia. Padre mantiene sempre viva l’attenzione grazie ad una costruzione interessante della trama e della narrazione, ad un ritmo serrato e alla presenza di attori intriganti, che sanno rendere brillantemente l’oscurità dei propri personaggi.
Padre si distingue anche grazie al fascino di una storia on the road, attraverso la quale si possono intravedere luoghi dell’America Latina in cui i due fuggitivi decidono di realizzare le loro truffe e spesso sono costretti a nascondersi, a partire dalla Colombia al Venezuela. Il lavoro di Jonathan Sobol, per quanto sia sagace e apprezzabile, però non riesce a brillare di luce propria; osservando i personaggi interagire con questa trama si ha la netta sensazione di aver già intravisto una storia del genere, una storia di fughe e di truffe: a partire dai recenti Triple Frontier, Old Man & the Gun, Baby Driver – Il genio della fuga, ma possiamo citare anche lavori meno recenti in cui è presente lo stesso Roth, ovvero Le iene e Pulp Fiction.
Padre: Tim Roth e Nick Nolte in una fuga che si appiattisce sempre di più
Tim Roth e Nick Nolte giocano al gatto e al topo: sono i protagonisti evidenti di una caccia all’uomo al confine tra Colombia e Stati Uniti d’America, una fuga inarrestabile e forsennata che con il prosieguo della storia si appiattisce inesorabilmente. Padre porta avanti questa fuga, questa caccia all’uomo all’ultimo sangue fino allo stremo, fino ad esaurire ogni briciolo di suspense rimasta. Il regista Jonathan Sobol ha occhio per le ambientazioni, per gli sguardi e i volti, sa come fotografarli e spesso preferisce le immagini ai dialoghi, favorendo un racconto visivo bruciante e sensibile, ma la tensione e i colpi di scena non sono sullo stesso livello. La storia si dissolve lentamente, a causa di una fuga e di scene di caccia all’uomo ridondanti e ripetitive, al punto che il finale, per quanto sia disatteso e commovente, non viene accolto con il giusto punto di emozione.