Emma Thompson: film e carriera, il ritratto di un’attrice poliedrica
Ripercorriamo la carriera di una delle attrici più poliedriche e meravigliose del cinema: Emma Thompson.
Emma Thompson, classe 1959 (è nata a Paddington, Londra, il 15 aprile), due Oscar (uno per la miglior sceneggiatura non originale per Ragione e sentimento, l’altro come miglior attrice protagonista per Casa Howard), una carriera che l’ha vista protagonista di commedie ma anche di film drammatici; è questo e anche molto altro Emma Thompson, uno dei nomi più apprezzati e amati del cinema di tutto il mondo. Attrice ma anche scrittrice, sceneggiatrice e donna piena di interessi, donna colta e attivista quando si tratta dei diritti (ha deciso di abbandonare il set di Luck per non lavorare con Lasseter – arrivato ai vertici di Skydance – perché accusato da molte donne di abusi e molestie sessuali quando era a capo della Pixar e della Disney Animation), Emma ha avuto e ha una carriera straordinaria fin dai suoi esordi in teatro.
Emma Thompson: tutto è iniziato con il cabaret
Tra il cabaret e gli studi all’università, la Thompson che ha l’arte nel sangue – suo padre, Eric Thompson, era un attore piuttosto famoso per aver interpretato e raccontato in televisione la serie The Magic Roundabout, sua madre Phyllida Law, era un’attrice scozzese -, grazie allo spettacolo Me and My Girl di cui è protagonista, viene notata e poi interpreta il suo primo ruolo drammatico, accanto a Kenneth Branagh, nella serie tv Fortunes of War in cui veste i panni di Harriet Pringle. L’incontro con Branagh – loro sono la coppia perfetta dello spettacolo anglosassone – è per lei fondamentale, iniziano una relazione e si sposano nell’agosto del 1989; un’unione la loro non solo d’amore, infatti è la protagonista di molti adattamenti del marito, ma è anche un rapporto formativo che la segna in maniera profonda. L’attrice racconta che nella commedia Love actually – L’amore davvero in cui interpreta una donna che scopre il tradimento del marito, ha attinto al suo vissuto, alle lacrime versate quando Branagh l’aveva tradita con Helena Bonham Carter, conosciuta sul set di Frankenstein di Mary Shelley.
Fa il suo debutto al cinema, nel 1989, proprio in un film del regista Branagh nell’adattamento di Enrico V, in cui veste i panni di Caterina. Nel 1991 poi è la protagonista di un altro film del marito, L’altro delitto, un giallo complesso e irrisolto ma carico anche della complicità che i due hanno. Nel 1989 partecipa anche a Due metri di allergia, diretto da Mel Smith e scritto da Richard Curtis; è la prima pellicola comica in cui lavora e dimostra fin da subito la sua capacità di cambiare registro. Branagh la sceglie anche per Gli amici di Peter, una commedia acida e brillante allo stesso tempo, in cui la Thompson non solo è diretta dal coniuge ma recita anche con la propria madre – con cui lavora, nel 1997, anche nella prima opera da regista di Alan Rickman, L’ospite d’inverno. Da questo si evince che l’attrice sa essere credibile nei lavori intensi e drammatici ma anche in quelli surreali e divertenti; caratteristica questa che diventa cifra del suo lavoro. E questa sua capacità di passare con disinvoltura dal registro drammatico a quello comico sarà una costante della carriera cinematografia della Thompson, rendendola una delle attrici più apprezzate dal pubblico e dalla critica.
Emma Thompson: il 1993 è stato il suo anno migliore
Proprio grazie a Gli amici di Peter e al successo ottenuto con la sua interpretazione, James Ivory la sceglie per il film che le è valso il premio Oscar per la miglior interpretazione femminile – ma vince anche il Golden Globe -: Casa Howard, tratto dal romanzo omonimo di Edward M. Forster. Il film del 1993 racconta l’incontro, scontro di tre famiglie nell’Inghilterra dell’inizio del secolo scorso; Emma Thompson riesce a dare corpo a Margaret Schlegel alla perfezione, ruolo che rappresenta la definitiva consacrazione di un’attrice che porta il suo essere profondamente inglese in tutto il mondo. Il 1993 per la Thompson è un anno meraviglioso, torna a lavorare con Branagh in Molto rumore per nulla vestendo i panni di Beatrice. Al suo fianco lo stesso regista, Denzel Washington, Keanu Reeves e Michael Keaton e molti altri attori nell’Olimpo del cinema, lei è in grado di brillare di luce propria, rendendo vivida e reale una delle commedie più note di Shakespeare. Sarà anche l’agguerrita avvocatessa nell’intenso Nel nome del padre, storia di un clamoroso errore giudiziario, frutto di un complotto poliziesco, che vale alla Thompson il secondo Golden Globe e una nomination all’Oscar come attrice non protagonista. Infine torna sul set di James Ivory con Quel che resta del giorno.
Emma Thompson: l’attrice che ha vinto il premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale
Dopo aver affiancato Arnold Schwarzenegger e Danny De Vito in Junior di Jason Reitman, nel 1996, mettendo a frutto il suo amore per la letteratura e per la scrittura, scrive la sceneggiatura di Ragione e sentimento, adattamento del romanzo di Jane Austen, diretto da Ang Lee, grazie alla quale vince l’Oscar proprio per la sceneggiatura. Per la sua interpretazione di Elinor Dashwood la Thompson viene però anche nominata come migliore attrice protagonista; è l’unica fino ad ora a vincere un premio sia come attrice che come sceneggiatrice ma anche a ricevere una nomination come sceneggiatrice e attrice dello stesso film.
Nel 2003 fa parte del cast di Love actually – L’amore davvero, esordio alla regia di Richard Curtis. Per la sua interpretazione di Karen, donna sposata che sospetta il tradimento del marito, la Thompson ottiene un premio BAFTA come attrice non protagonista, il premio Evening Standard British Film Award come miglior attrice e l’ambito premio Empire come miglior attrice inglese.
Nel 2004 interpreta la parte della Sibilla in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, partecipa alla commedia Bridget Jones’s Baby (2016) per poi passare al genere fantastico con La bella e la bestia (2017) di Bill Condon.
Emma Thompson: un’attrice poliedrica che ormai è simbolo di una femminilità compiuta
La Thompson è attrice poliedrica, capace di essere brillante ma anche drammatica, di divertirsi interpretando ruoli diversi, spaziando da pellicole d’autore, a quelle per ragazzi o ancora a commedie; è una trasformista a cui piace cambiare pelle. Lei è sempre stata con i piedi ben piantati a terra, racconta infatti in varie interviste che tiene i premi vinti nel bagno per smussare le ambizioni, ridimensionare il concetto di fama ma allo stesso tempo gratificarsi.
Dimostra sempre che, nonostante il suo primo amore sia la scrittura, recitare è una passione vivida che ancora la travolge offrendole la possibilità di incontri culturali ma anche di una ricerca approfondita nell’essere umano. Arrivata all’età di sessantanni racconta una femminilità compiuta, senza timori né chiusure; lasciati molti dei “feticci” della gioventù esprime una consapevolezza mai avuta prima perché imbrigliata a tratti nelle “favole” propinate alle giovani donne.