Mean Girls 2: recensione del sequel
Mean Girls 2 è un sequel/reboot di una delle commedie per teenager più celebri di tutti i tempi. Il film, diretto da Melanie Mayron, non vale l'originale.
Mean Girls 2 (2011) è la storia di una studentessa delle superiori: Jo (Meaghan Jette Martin). Quest’ultima deciderà di fare amicizia con Abby (Jennifer Stone), l’esclusa della scuola, sotto invito del padre (Donn Lamkin) che in cambio pagherà alla protagonista le spese per il college dei suoi sogni. Le due ragazze si troveranno così ad affrontare il gruppo più popolare della scuola le Plastic Girls (Maiara Walsh, Claire Holt e Nicole Anderson) e la trama finirà per trasformarsi così in una vera e propria battaglia di lealtà quando (come in ogni commedia che si rispetti, avviene quella che potremo definire una “crisi narrativa”) Abby scoprirà che la sua amicizia è stata comprata e pagata. Riusciranno le due amiche a ritrovarsi?
Mean Girls 2 è l’ennesimo sequel americano non degno dell’originale
La regista Melanie Mayron confeziona con Mean Girl 2 il seguito di uno dei teen-drama più conosciuti e di maggior successo di sempre. Numerosi sono i sequel o prequel di film famosi che, loro malgrado, non riescono quasi mai nell’intento di superare le aspettative del film o dei film che gli hanno preceduti; dimostrandosi più un modo per far cassa al botteghino invece che la volontà di creare del “buon cinema”. In questo specifico caso più che di un sequel sarebbe però più opportuno parlare di reboot.
Il film, a prescindere però dalla definizione corretta, non solo finisce per diventare il solito prodotto commerciale, ma fa anche di peggio. La pellicola si delinea come una semplice e scontata copia televisiva (ricordiamo, inoltre, che è uscito solo per home video) del capitolo precedente, trasformandosi in un filmetto di poco impatto e senza alcun spessore registico. Privo di qualsiasi personalità è mancante, non solo a livello tecnico, ma anche gli stessi personaggi finiscono per diventare inutili copie della pochezza intellettuale giovanile dell’oggi. Greggi di personaggi che si muovono verso quella che è la costante ricerca della vita facile e di una posizione sociale, ritenuto come unico strumento di vera affermazione. Per non parlare poi delle tematiche trattate o meglio di quelle che potremo definire come delle patetiche ambizioni di critica verso il bullismo non solo fisico, ma anche psicologico.
Mean Girls: Lindsay Lohan torna a parlare del sequel
Mean Girls VS Mean Girls 2: quando il cast conta più di tutto
Il più grande errore del film è però rintracciabile nel cast. Se infatti Mean Girls (2004) di Mark Waters ha avuto il pregio di lanciare attrici che, a oggi, ricoprono un ruolo e una posizione nella logica dello Star System si pensi, in primis, a Lindsay Lohan, Amanda Seyfried e Rachel McAdams, questa nuova pellicola è ulteriormente deturpata da una scelta attoriale del tutto anonima e stereotipata. Non deve stupire poi se la pellicola è finita dritta dritta nel dimenticatoio. I complici sono da rintracciare in una sceneggiatura banale e scontata, in un ritmo inesistente, nelle interpretazioni insipide e il tutto condito da gag a dir poco imbarazzanti (talvolta anche irritanti) che non hanno aiutato di certo l’intero assetto filmico.
Mean Girls 2 è un film che va visto per quello che è, ovvero come la classica commedia americana che può piacere giusto alle ragazzine e con il classico finale da “vissero felici e contenti”. A sua discolpa possiamo comunque dire che è una pellicola pensata e che, necessariamente, deve essere vista nella logica del target di riferimento: i teenager. Non ha la volontà di distinguersi, ma è giusto ragionarci semplicemente come di un film da godersi, magari dopo una giornata lavorativa stressante; insomma per una serata tranquilla, e perché no magari comodamente seduti sul divano insieme e a una bella tisana calda che concilia anche il sonno.