Unfriended: Dark Web – recensione
Il terrore corre sul web ed è ancora più angosciante: Unfriended: Dark Web arriverà nelle sale cinematografiche italiane dal 16 maggio con Universal Pictures.
Fa scendere uno strano brivido dietro la schiena accendere il computer subito dopo aver visto in anteprima al Comicon 2019 di Napoli Unfriended: Dark Web. Il film infatti si ascrive al gruppo degli laptop screen horror, a metà tra mockumentary e thriller, ovvero quei film in cui lo spettatore segue i personaggi e gli sviluppi della trama esclusivamente attraverso lo schermo di un computer. La storia è quella del ventenne Matias O’Brein che si ritrova tra le mani un portatile con all’interno dei misteriosi e pericolosi file che presto lo condurranno in una spirale perversa dentro il dark web, quella zona criptata della rete in cui si commerciano servizi, materiali e file illegali (un documentario sull’argomento c’è il documentario Netflix Deep Web). Lui e i suoi amici, in una tranquilla serata gioco in videocall su Skype, si ritroveranno in pericolo di vita: qualcuno dalla mente perversa li sta osservando con l’obiettivo di recuperare il computer portatile smarrito.
Unfriended: Dark Web continua a sperimentare il genere horror connesso alle nuove tecnologie
Unfriended: Dark Web uscirà in sala il 16 maggio distribuito da Universal Pictures e rientra nella grande famiglia degli horror prodotti dalla BlumHouse. Il film che continua a sperimentare il genere horror connesso alle nuove tecnologie è il sequel del film del 2015 Unfriended, film canadese che seguiva la scia di altri prodotti come il pioniere Smiley del 2012 in cui si partiva da un intreccio horror classico, una leggenda metropolitana, mixandolo alle situazioni offerte dalle nuove tecnologie – in questo caso internet – e il suo linguaggio – l’emoji smiley. Nel 2018 anche il thriller Searching ha sviluppato il genere: il regista Aneesh Chaganty al suo esordio ha sperimentato al massimo il linguaggio cinematografico del laptop screen movie, costruendo un thriller audace che riesce a trovare ottimi spunti di sceneggiatura per tenere lo spettatore con il fiato sospeso.
Nella prima mezz’ora di Unfriended: Dark Web lo spettatore è disorientato e non capisce subito cosa stia accadendo
Rispetto al suo predecessore Unfriended: Dark Web abbandona la tematica sociale (nel film del 2015 il nodo centrale era una vittima di bullismo che si vendicava) per inserire la storia nella parte più torbida del web. Una scelta azzeccata che stuzzica l’interesse almeno nella prima parte del film in cui accadono davvero tantissime cose. Nella prima mezz’ora lo spettatore è disorientato e non capisce subito cosa stia accadendo: un punto di forza che rende visibile il minuzioso lavoro di sceneggiatura che va a stuzzicare tante paure che corrono sulla tastiera degli utenti che ogni giorno usano il web, ormai di default senza pensare ai rischi. Il film però si inerpica proprio quando la tensione dovrebbe salire, ovvero quando il pericolo diventa a tutti gli effetti reale tutto diventa scontato, anche se viene riservato un gran colpo di scena.
Bisogna riconoscere a Stephen Susco e al suo Unfriended: Dark Web l’inventiva
Al timone di questo screen horror c’è Stephen Susco, già regista dei remake americani The Grudge e The Grudge 2, in veste di sceneggiatore e regista. Nonostante i momenti di maggior tensione, come le morti o le presenze più inquietanti, vengano mostrati da lontano, fuori campo o a volte sovrastate da malfunzionamenti della rete, bisogna riconoscere a Susco e al suo Unfriended: Dark Web l’inventiva e la scelta di mettersi alla prova. Non è un caso che dopo il successo di Unfriended (1 milione di dollari di budget e 64 milioni di incasso) il sequel fu subito messo in cantiere, ma dall’annuncio a Unfriended: Dark Web sono passati 4 anni, un tempo necessario proprio per sperimentare in fase di scrittura e non proporre un film dozzinale. Il regista\sceneggiatore riesce a sfruttare meglio di altri film le possibilità offerte da questo sotto-genere dell’horror, costruendo una sceneggiatura originale, che riesce ad agganciare l’attenzione dello spettatore, senza basare tutto sul momento scary.
La non convenzionalità di Unfriended: Dark Web è poi mantenuta da una sorpresa per i fan: il film quando arriverà in sala avrà due finali diversi.