13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi è una storia vera?
13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi riporta agli attacchi di Benghazi del 2012, ma stando ad alcune testimonianze, pieno di incongruenze.
13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi – noto anche come 13 Ore – è un film di guerra americano del 2016 diretto e prodotto dal grande Michael Bay, scritto da Chuck Hogan e basato sul libro di Mitchell Zuckoff pubblicato con lo stesso titolo, nel 2014. Il film racconta dei sei membri del Security Team che hanno combattuto per difendere il complesso diplomatico americano a Bengasi, in Libia dopo le ondate di attacchi dei militanti l’11 settembre 2012. Il film vede la partecipazione di James Badge Dale, John Krasinski, David Giuntoli, Max Martini, Pablo Schreiber e Toby Stephens. Le riprese sono iniziate il 27 aprile 2015 tra Malta e in Marocco.
13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi – la trama del film
Libia, 2012. In una base non ufficiale della CIA a Bengasi, un gruppo di ex militari presta servizio di sicurezza. All’indomani della caduta di Gheddafi, il clima diventa instabile, le armi sono alla mercé di tutti, mentre l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Chris Stevens, visita l’area, soggiornando in un complesso vicino alla base della CIA. Nella notte dell’11 settembre 2012, il complesso in cui soggiorna dell’Ambasciatore è attaccato da orde di residenti pesantemente armati. Le sole forze disposte e in grado di difenderlo sono i sei della CIA.
13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi – la storia vera che ha ispirato il film
Il 10 febbraio 2014 è stato annunciato che la Paramount Pictures era in trattativa con 3 Arts Entertainment per acquisire i diritti sul film 13 Hours, scritto da Mitchell Zuckoff: Chuck Hogan avrebbe dovuto adattare il libro, basato su fatti realmente accaduti durante l’attacco da parte di alcuni militanti, ai danni del complesso diplomatico americano a Bengasi, in Libia, la sera dell’11 settembre 2012. Il film, in particolare, si concentra sui sei membri della squadra di sicurezza che hanno combattuto per difendere gli americani di stanza in quel posto.
Dopo la sua uscita, il film ha sollevato non poche polemiche in Libia. Molti libici, infatti, hanno visto completamente ignorato il loro contributo nel voler salvare l’ambasciatore statunitense. Il portavoce del ministero degli Esteri libico, Salah Belnaba, ha denunciato il ritratto che è stato fatto del popolo libico attraverso la pellicola, definendo la stessa “fantomatica e priva di senso”. Anche il ministro della Cultura e dell’informazione della Libia, Omar Gawaari, ha criticato il film perché Michael Bay avrebbe manipolato a proprio favore la storia, trasformando l’incapacità americana di proteggere i propri cittadini, in un tipico film d’azione sull’eroismo americano.
13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi – recensione
Contestata anche la precisione storica del film: nella scena più controversa, infatti, il capo della CIA a Bengasi (identificato solo come “Bob”) chiede ai sei militari di ritirarsi dall’operazione, ma lo stesso capo della CIA nella realtà ha dichiarato che non è mai esistito un ordine di ritiro, affermazione per altro confermata dalla constatazione del Comitato di Intelligence del Senato bipartisan. Tuttavia, non è stato inviato alcun aiuto, anche se i funzionari dei più alti livelli avevano scoperto l’attacco entro le prime ore del 13 settembre.
È anche contestata la rappresentazione del film secondo cui il supporto aereo è stato negato. Un rapporto della commissione per i servizi armati della Camera ha rilevato che il supporto aereo non era disponibile, o sarebbe arrivato troppo tardi per fare la differenza. Nel luglio 2016, il Comitato di selezione della Camera, guidato dai Repubblicani, a Bengasi, ha pubblicato il suo rapporto che includeva numerosi testimoni che indicavano che l’aiuto militare degli Stati Uniti era disponibile, ma non richiesto. Infine, alcuni dei veicoli utilizzati nel film sono modelli degli ultimi anni, in particolare la Mercedes-Benz G-Class (modello 2013) e la Mercedes-Benz C-Class (W205) (modello 2015) che non esisteva all’epoca dei fatti, poiché gli attacchi ci furono nel 2012.