Tredici: uno studio registra un aumento di suicidi dopo il debutto della serie
Uno studio ha registrato che, dopo il debutto di Tredici su Netflix, negli Stati Uniti si è verificato un aumento del tasso di suicidi.
Il tasso di suicidi tra ragazzi statunitensi tra i 10 e i 17 anni è aumentato bruscamente dopo il debutto di Tredici su Netflix nel marzo del 2017
I ricercatori al Nationwide Children’s Hospital ha analizzato mensilmente e annualmente i tassi di suicidio riportati ai Centri statunitensi per la prevenzione e il controllo delle malattie, dal 2013 al 2017, tra le persone dai 10 ai 64 anni. Queste sono state poi divise in gruppi per età.
Il mese immediatamente successivo all’uscita di Tredici su Netflix ha avuto un tasso di suicidio di 0.57 per 100.00, dai 10 ai 17 anni, il più alto tasso registrato nel periodo di studio di cinque anni, in questo gruppo di età. I nove mesi successivi all’uscita della serie, hanno visto più di 195 morti per suicidio in questo gruppo d’età, rispetto a quelli che, altrimenti, sarebbero stati previsti in base ai soli modelli stagionali, secondo quanto notiamo dallo studio, pubblicato lunedì dal periodico the Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry.
L’aumento riguarda prevalentemente ragazzi, il cui tasso di suicidio è aumentato del 28.9% nel mese dopo la premiere dello show. I tassi rimangono stabili per le ragazze durante lo stesso mese, anche se la protagonista dello show è una ragazza adolescente.
Netflix, in un comunicato, ha affermato: “Questo è un argomento seriamente importante e abbiamo lavorato duramente per assicurare la gestione di questo problema sensibile in modo responsabile“.
Tredici: Netflix sente di dovere ai fan una nuova stagione della controversa serie
Il suicidio è la terza causa principale di morte per i giovani americani tra i 10 e i 24 anni; approssimativamente si perdono 4,600 vite ogni anno, secondo il CDC. I ragazzi sono più propensi a morire per suicidio, rispetto alle ragazze, ma le ragazze, rispetto ai ragazzi, sono più inclini a tentati suicidi. Il nuovo studio non ha analizzato i tentativi di suicidio.
“I giovani possono essere particolarmente suscettibili al contagio suicida” ha detto Jeff Bridge, primo autore dello studio, direttore del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie al Nationwide Children e professore di pediatria, psichiatria e salute comportamentale al The Ohio State University College of Medicine.
Bridge ha spiegato che il contagio può essere “promosso da storie che sensazionalizzano o incoraggiano spiegazioni semplicistiche del comportamento suicida, che glorificano o idealizzano il decesso, presentano il suicidio come strumento per ottenere un obiettivo, o che offrono potenziali istruzioni su come morire per suicidio“.
Dopo che lo show è uscito, molte scuole e distretti scolastici hanno mandato delle lettere ai genitori, offrendo avvisi e consigli per coloro che lo guardavano. Sono state sollevate domande se i creatori dello show stessero facendo abbastanza per ritrarre accuratamente e in modo responsabile il suicidio, da cui è derivato un dibattito se le discussioni suscitate dallo show fossero utili o dannose.
Netflix ha aggiunto anche un video di avvertimento e risorse aggiuntive per gli spettatori. Nonostante ciò, è proseguita la condanna da parte degli esperti di salute mentale. In un post su un blog, John Ackerman, co-autore di un nuovo studio, ha scritto che, ogni volta che si verifica un suicidio, accade sempre nel mezzo di un’intensa crisi emotiva, ed è impensabile per un adolescente in questo stato creare un’elaborata serie di registrazioni.
Ackerman ha anche criticato il ritratto che lo show fa della comune fantasia adolescenziale “sarete dispiaciuti, quando me ne andrò”, spiegando che questi ragazzi non dovrebbero essere portati al punto di credere che qualcosa di così scioccante e permanente sia l’unico modo per aiutare gli altri a comprendere il loro dolore.