Cimitero Vivente (1989) vs Pet Sematary (2019): quali sono le differenze?
Quali sono le differenze tra Pet Sematary - l'originale del 1989 diretto da Mary Lambert - e il remake del 2019 diretto dal duo Kevin Kölsch e Dennis Widmyer?
Pet Sematary (Cimitero Vivente) è l’horror più atteso della stagione è giunto nelle nostre sale, pronto a terrorizzarci con un cast e una regia rinnovati. Un remake che preme l’acceleratore su sequenze disturbanti e un tono che verte sulla serietà e sul dramma estremo. Una vicenda che coglierà di sorpresa la famiglia Creed, alle prese con un cimitero vivente. Dei cambiamenti significativi sono stati apportati rispetto all’originale omonimo dell’ ’83. In questo articolo, cercheremo di evidenziare le principali divergenze tra i due titoli horror.
Pet Sematary (2019): recensione del film
Attenzione, l’articolo contiene SPOILER. Pet Sematary è al cinema dal 9 maggio 2019.
Cimitero Vivente vs Pet Sematary: Victor Pascow
Un cambiamento che già si può riconoscere è il cadavere di Victor Pascow, sicuramente molto più minaccioso nel nuovo film. Una guida spirituale, con metà testa frantumata, che prevede la tragica sorte della famiglia Creed già a inizio pellicola e compare nelle visioni del protagonista Louis Creed. Nell’originale del 1989 viene utilizzato Pascow più come spalla comica, che va stemperando una tensione crescente. C’è una sorta di sfrontatezza di fondo e una parlata peculiare che a oggi può risultare dissonante con il tono generale del film. Pascow è consapevole di quanto possa sembrare folle per Louis parlare con qualcuno che è apparentemente invisibile agli occhi degli altri. Invece, nel nuovo Pet Sematary, Pascow viene messo in scena per contribuire a rafforzare l’effetto disturbante e rendere le sequenze oniriche molto più immersive.
Cimitero Vivente vs Pet Sematary: la marcia funebre
Se c’è una processione di bambini raccapriccianti che trasportano un animale morto davanti alla propria casa, potrebbe essere un ottimo motivo per trasferirsi immediatamente.
Il film del 1989 introduce il concetto di un cimitero vivente in modo leggermente diverso rispetto al nuovo film. Nell’originale non era per niente una pratica comune quella di dedicare una marcia funebre al proprio animale deceduto. Il nuovo film, d’altro canto, raffigura un gruppo di bambini intenti a celebrare la morte e la nuova vita dell’animale domestico. Si rappresenta un rituale cittadino, una leggenda ben nota ai locali. L’originale metteva in guardia qualsiasi persona nell’addentrarsi in questa location sperduta e tenebrosa: vi era una percezione di pericolo ben più calcata.
Cimitero Vivente vs Pet Sematary: il destino di Zelda
Entrambe le condizioni psico-fisiche della sorella di Rachel sono talmente impressionanti da costringere lo spettatore a girarsi dall’altra parte dello schermo. Sia nell’originale che nella versione 2019 di Pet Sematary ritroviamo una serie di scene altamente disturbanti con coinvolta Zelda. Il retroscena del personaggio è relativamente lo stesso sia nel film originale che in quello nuovo: Zelda ha la meningite spinale che finisce per costringerla a letto e senza un supporto adeguato. La differenza sta nella realizzazione della morte della stessa. ll film del 2019 mostra Rachel, da piccola, usare un montacarichi per mandare del cibo a Zelda mentre è al piano di sopra. Zelda finisce per cadere dal montacarichi e morire sul colpo. Nell’originale ciò non avviene, ci si limita ad assistere alla lenta disfatta del corpo di Zelda nel flashback, colpita da un dolore immenso.
Cimitero Vivente vs Pet Sematary: l’interprete di Zelda
Da riportare una curiosità dal set di Pet Sematary dell’ ’83. Il personaggio di Zelda è interpretato da un attore, Andrew Hubatsek. Si puntava più sulla deformità che sull’impatto emozionale. Invece nel 2019 troviamo Alyssa Brooke Devine a ricoprire questo ruolo, con un trasporto emotivo ancora maggiore. Considerando il fatto che Devine è praticamente ferma durante l’intero film, è costretta a usare gli occhi per evocare una sofferenza senza pari. Questo nuovo approccio al personaggio finisce per essere più comprensivo che terrificante.
Cimitero Vivente vs Pet Sematary: Winston Churchill, detto “Church”
Il gatto iconico è ugualmente adorabile e terrificante in entrambe le versioni di Pet Sematary. Tuttavia, ogni film ha la sua razza di gatti. Church nel film del 1989 è un British Shorthair, mentre abbiamo un Maine Coon nel 2019. Nell’ultimo adattamento hanno utilizzato otto gatti per ricoprire la parte di Church. Una vera e propria sfida durante le riprese e i risultati sono davvero encomiabili. Possiamo ammettere che è la parte più disturbante del film.
Cimitero Vivente vs Pet Sematary: Missy Dandridge
La domestica dei Creed rende la permanenza nella grande casa a Ludlow molto più movimentata nel film dell’ ’89. Una persona a conoscenza dei segreti del cimitero, che commette un suicidio condizionata dall’influenza negativa sprigionata dall’insolita location. Nel remake il personaggio di Missy Dandridge viene totalmente rimosso, concentrandoci maggiormente sulla famiglia Creed e sulla minaccia esterna che li tormenterà per tutto il corso della storia.
Cimitero Vivente vs Pet Sematary: Ellie e Gage
Il cambiamento più grande nel nuovo Pet Sematary è il fatto che Ellie Creed sia la bambina che muore e ritorna in vita. Al contrario, il fratello di Ellie, Gage, è il ragazzo resuscitato e il villain principale nel film originale. Questi cambiamenti alterano la storia in un modo considerevole. Dal momento che Ellie è più grande, è in grado di comprendere le sue azioni in un modo in cui Gage non può. Si arriva a un confronto più spietato, con una regia in grado di fornirci un climax più evocativo e meno artificioso.
Pet Sematary – Per Stephen King è un film “f****mente grandioso”
Cimitero Vivente vs Pet Sematary: il finale
Il film del 1989 si conclude con Gage che muore e Rachel che torna in vita. Rachel uccide Louis, lasciando Ellie come unica sopravvissuta al massacro in famiglia. Il nuovo film, d’altra parte, termina con le versioni “zombificate” di Louis, Ellie e Rachel in marcia verso Gage. Una chiusura a effetto che amplifica la sensazione di disagio, in un’ambientazione spettrale e ricca di insidie.