Il destino di un cavaliere: recensione del film con Heath Ledger

La recensione de Il destino di un cavaliere, il film con Heath Ledger e e Paul Bettany nel cast, diretto da Brian Helgeland nel 2001.

Il destino di un cavaliere è il film che ha fatto conoscere Heath Ledger al grande pubblico, con una spettacolare interpretazione nel ruolo del protagonista William Thatcher: un umile scudiero che riesce a diventare cavaliere grazie a un caso fortuito. Infatti il suo padrone,  sir Ector, muore poco prima di una gara e William lo sostituisce, dando prova di un’abilità inaspettata. Questo è il momento di farsi valere e coronare finalmente il sogno che aveva da bambino: diventare un cavaliere. Insieme ai suoi fidi amici Roland e Wat si esercita per partecipare agli altri tornei e grazie allo scambio di favori con Geoffrey Chaucer riesce ad avere la patente nobiliare per iscriversi.

Il destino di un cavaliere procede con una sfilza di duelli a cavallo in cui il protagonista mostra grande bravura, attirando su di sé le attenzioni di tutti gli spettatori, compresa Lady Jocelyn (Shannyn Sossamon), che cerca di conquistare. La ragazza sembra interessata poco ai classici cliché e vede in Sir Ulrich Von Lichtenstein (la nuova identità di William) qualcosa di diverso, più genuino e affascinante. Il loro amore però viene ostacolato dall’invidioso Conte Adhemar, fino a quel momento indiscusso vincitore della giostra. Infatti lui teme non solo per il suo successo sul campo ma anche fuori, nella società nobiliare.

Il destino di un cavaliere unisce eroicità e umorismo

Il destino di un cavaliere Cinematographe.it

Il film viene scandito da momenti eroici, romantici e comici, riuscendo così a sostenere il ritmo di una trama estesa, strutturata sul racconto dell’eroe, riadattato a un linguaggio moderno. In questo modo Il destino di un cavaliere riesce a essere godibile nonostante la ripetizione di scene similari e una risoluzione prevedibile. La storia infatti viene rafforzata dalla sottotrama comedy degli scudieri e amici di William che devono riuscire a proteggere l’identità del cavaliere per poter vincere i tornei e rivendere i premi.

Da una parte quindi c’è il loro bisogno elementare di mangiare, tipico dei personaggi più umili, dall’altra il desiderio di William di dimostrare il suo valore cavalleresco nonostante non sia nato nobile.

La nobiltà per nascita o per merito

Nobili si nasce o si diventa? Questo è il vero topos di Il destino di un cavaliere che, nonostante una narrazione leggera e romantica, non viene mai perso di vista. Come ampiamente dibattuto dalla cultura illuminista in poi ci si interroga su quali sono i requisiti di un cavaliere, quindi se la nobiltà sia ereditaria o piuttosto un valore dell’anima.

William dimostra proprio questo, di meritare la nomina di cavaliere molto più del Conte Adhemar e degli altri che hanno perso ormai l’onore, mancando di coraggio, lealtà e onestà. Appaiono così cavalieri solo di facciata, essendo interessati unicamente al prestigio del titolo e ai rispettivi privilegi.

Il destino di un cavaliere: un film in costume ma non così filologico

Il destino di un cavaliere Cinematographe.it

Il destino di un cavaliere narra di eroi e donzelle, armi e amori, eppure si prende non poche libertà filologiche. Infatti il regista mescola passato e presente, scegliendo una colonna sonora rock, con pezzi di David Bowie, Eric Clapton e i Queen, adattando concettualmente la narrazione. Anche i costumi si avvicinando ai nostri giorni, come la festa a palazzo in cui William e i suoi sono vestiti come una rock band degli anni ’70.

Lo stile di Il destino di un cavaliere incontra l’alto e il basso, rimanendo elegante e pop, di una popolarità moderna.
Per quanto il film abbia una struttura convenzionale, che racconta una storia già vista e sentita con un romanticismo di altri tempi, riesce a rimanere nel cuore del suo pubblico grazie a questa eccentricità di stile, nonché alla perfetta interpretazione degli attori. Heath Ledger si cala nel suo ruolo con naturalezza, permettendo di rendere anche le stravaganze credibili e coerenti in questo Medioevo riscritto. Aiutato certamente dal resto del cast che sa sostenerlo: Paul Bettany, Rufus Sewell, Mark Addy (interprete di Robert Baratheon in Il trono di Spade), Laura Fraser, James Purefoy e l’amata di William, Shannyn Sossamon.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.3