Michael Fassbender e il resto del cast su X-Men: Dark Phoenix: “una metafora dei nostri giorni”
Il nostro incontro virtuale con il regista Simon Kinberg e il cast di X-Men: Dark Phoenix, Michael Fassbender, Jessica Chastain, Sophie Turner, James McAvoy.
Arriverà nelle sale italiane il 6 giugno l’ultimo capitolo della saga degli X-Men, intitolato Dark Phoenix, ma già è grande l’attesa per quello che rappresenta l’ultimo tassello di un universo cinematografico che per primo, nel 2000, portò ad un successo planetario i personaggi della Marvel creati da Stan Lee e Jack Kriby nel lontano 1963.
E proprio per creare un legame e una linea di continuità con il passato, con quei film che tanto hanno dato ai fan, regia e sceneggiatura sono state affidate a Simon Kinberg, già sceneggiatore di diversi capitoli tra i più acclamati della saga e di cui Dark Phoenix rappresenta il debutto dietro la macchina da presa.
All’anteprima italiana di Dark Phoenix, svoltasi nella mattinata di mercoledì 22 maggio, presso la Casa del Cinema a Roma, è seguito l’incontro con il regista Simon Kinberg e con quattro membri del cast: James McAvoy (ancora una volta nei panni del Professor Xavier), Michael Fassbender (Magneto), l’ormai ex “Regina del Nord” Sophie Turner (per la seconda volta nei panni di Jean Grey) e Jessica Chastain, chiamata ad interpretare la misteriosa Lilandra.
E i commenti del cast, in collegamento internet dal Mandarin Hotel di Londra, sono stati di grande rispetto e tangibile considerazione per cosa rappresenti questo capitolo finale della saga, passata con i suoi personaggi al completo dentro l’universo Disney in tempi recenti.
Micheal Fassbender per primo ha voluto sottolineare come Dark Phoenix sia in tutto e per tutto metafora dei difficili tempi in cui viviamo anche oggi, stretti in un mondo dove intolleranza, odio e chiusura mentale imperano.
Michael Fassbender su X-Men: Dark Phoenix: “una metafora dei tempi difficili”
“Era così anche quando furono creati gli X-Men negli anni ’60” – ha ricordato Fassbender – “era l’epoca della lotta per i diritti civili, della contestazione, oggi invece ho l’impressione che le persone si sentano isolate, impotenti, emarginate dalla possibilità di decidere della loro vita”.
“La diretta conseguenza è che cercano un nemico, un responsabile per i loro problemi” – ha continuato Fassbender – “e i diversi, le minoranze, sono storicamente perfetti per essere usati come capro espiatorio ancora oggi”.
Jessica Chastain e Sophie Turner sull’importanza delle donne nel film
Sophie Turner, l’ex Sansa Stark de Il Trono di Spade ha sottolineato l’importanza del personaggio di Jean Grey, un personaggio “Forte, completo, complesso che è un’accurata rappresentazione di ciò che è una donna e” ha ricordato la Turner “l’altro elemento davvero interessante è che pure l’antagonista in questo film è una donna. Una donna potentissima come lei”.
E proprio la Jessica Chastain ha voluto rimarcare quanto ormai sia lo stesso pubblico a volere personaggi femminili forti e sempre più minoranze etniche “È merito loro” – ha sancito l’attrice (tra le più schierate degli ultimi anni)- “se non abbiamo ormai più donne descritte come fragili ed indifese creature. Il pubblico ha creato ciò che Wonder Woman, Captain Marvel e Black Panther sono stati al cinema, e personalmente trovo sempre molto stimolante interpretare personaggi femminili diversi da ciò che per tanti anni il cinema di ha mostrato. Penso anche che ad Hollywood tutto questo poteva arrivare molto tempo fa…”
James McAvoy, che con Dark Phoenix dà l’addio al Professo Xavier, ha sottolineato che “il film ci parla del percorso di crescita, di quanto anche da bambini in fin dei conti sentiamo il bisogno di mettere in discussione insegnanti ed adulti. La crescita è anche distaccarci da chi ci ha guidato fino a quel momento”.
Kinberg ha poi rivendicato l’aver ambientato il tutto in un universo degli anni ’90 che però è restato sullo sfondo, non troppo invasivo come accaduto per gli anni ’80 mostrati in X-Men Apocalypse “Non volevo che fosse il periodo storico un protagonista” ha detto il regista “lo volevo più sullo sfondo, volevo che fossero i personaggi a dominare la scena, muovendomi sulla scia di quei fumetti che leggevo da ragazzo negli anni 70 ed 80”.