Cinematographe.it presenta John Wick 3 – Parabellum di Chad Stahelski

La nostra analisi di John Wick 3 - Parabellum e del suo rapporto con il resto della saga e con il genere action/thriller.

Dopo settimane di dominio al botteghino, e nonostante il diluvio di dollari già finiti nelle casse Disney, Avengers: Endgame è stato spodestato dalla vetta della classifica degli incassi settimanali. A compiere il sorpasso non è stato né un nuovo mirabolante cinecomic, né un’appassionante storia d’amore né l’ultimo episodio di Star Wars. A ridimensionare i Vendicatori è stato un solitario e glaciale killer assetato di vendetta, protagonista delle più spettacolari ed entusiasmanti scene di lotta prodotte dal cinema hollywoodiano contemporaneo. Stiamo parlando di John Wick, e nello specifico di John Wick 3 – Parabellum, nuovo capitolo della saga con protagonista Keanu Reeves.

John Wick 3 – Parabellum: rivelato il vero nome e la storia di John Wick

Il successo della saga di John Wick è tale da sovvertire i canoni con cui si giudica il successo commerciale di un progetto. Sommando gli 88 milioni di dollari guadagnati dal primo episodio ai 171 del secondo e ai 110 che a oggi ha incassato John Wick 3 – Parabellum, otteniamo un totale di 369 milioni raccolti in totale dalla saga al box-office. Numeri importanti, se confrontati con i 115 milioni dichiarati come budget totale dei tre film, ma che, senza avventurarsi in ingiusti paragoni con i successi del già citato Avengers: Endgame e della saga di Star Wars, pongono il riscontro commerciale di John Wick in linea con quello di progetti recenti come Baywatch o King Arthur – Il potere della spada, considerati dei flop, e ben lontano da quello di un altro riferimento del genere action degli ultimi anni come la trilogia de I mercenari (800 milioni di dollari in totale).

Questi dati ci indicano che l’affermazione di John Wick nell’immaginario collettivo va al di là dell’aspetto economico. In un panorama appiattito su un innocuo PG-13, si sente il bisogno, anche per il cinema più commerciale, di qualcosa che rompa gli schemi e che soddisfi la nostra voglia di un intrattenimento più adulto e viscerale. Un lavoro che le gesta del sicario impersonato da Keanu Reeves compiono egregiamente, grazie a una violenza insistita e sapientemente coreografata, che alza continuamente la propria asticella giocando con le aspettative dello spettatore, trasformando anche un semplice oggetto di scena come un libro in uno strumento di morte e stupendo con evoluzioni sceniche e atletiche che non hanno semplicemente eguali nel cinema occidentale odierno (nel resto del mondo, è invece ancora necessario fare i conti con il truce realismo di The Raid – Redenzione).

John Wick 3 – Parabellum amplia l’universo della saga

John Wick 3 - Parabellum cinematographe.it

Non a caso, dopo l’uscita di John Wick, il cinema hollywoodiano si è mosso con maggiore frequenza in una direzione che solitamente era concessa a Quentin Tarantino e pochi altri. Le ultime 24 ore, Baby Driver – Il genio della fuga e Nella valle della violenza hanno saputo utilizzare in maniera intelligente ed efficace il Rated R, come del resto cinecomic come Kingsman – Secret Service e il suo seguito Kingsman – Il cerchio d’oro, Deadpool e Deadpool 2 (diretto proprio dal co-regista non accreditato di John Wick David Leitch) e Polar.

Questa improvvisa ondata di progetti più cupi e torbidi ha coinvolto inoltre grandi interpreti femminili, come Charlize Theron in Atomica bionda (ancora regia di Leitch), Jennifer Lawrence in Red SparrowJennifer Garner in Peppermint – L’angelo della vendetta, contribuendo anche al lancio di un talento come S. Craig Zahler, che dopo Bone TomahawkCell Block 99 – Nessuno può fermarmi e Dragged Across Concrete sembra pronto a spiccare definitivamente il volo.

John Wick 3 – Parabellum: spiegazione del finale e cosa vedremo nel prossimo film

La stessa saga di John Wick non è certamente rimasta seduta sugli allori del fenomeno che ha contribuito a lanciare. Pochi giorni fa è stato infatti confermato un quarto episodio della saga, che arriverà nelle sale il 21 maggio 2021, ed è inoltre in fase di sviluppo la serie spin-off The Continental, che scenderà nel dettaglio delle attività dell’hotel e dell’organizzazione di sicari coinvolta. John Wick 3 – Parabellum lavora anche e soprattutto in questo senso, espandendo la mitologia di questo bizzarro universo senza rinunciare all’adrenalinica azione che lo contraddistingue. Un universo in cui la violenza è all’ordine del giorno, ma che ha delle regole ben precise, che devono essere rispettate da tutte le parti in causa, pena una taglia milionaria sulla testa del colpevole, situazione in cui si trovava John al termine del secondo capitolo e che è anche il punto di partenza per questo terzo episodio.

Il gun fu di John Wick 3 – Parabellum

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Analizzando la saga nel suo complesso, sorprende realizzare dove sia arrivato John Wick in appena cinque anni, pur confinato all’interno di un genere come l’action-thriller e con la necessità di aderire a un meccanismo in cui l’azione non è solo il motore del racconto, ma si sostituisce alla narrazione. Il racconto travolgente, ma decisamente lineare, che nel primo capitolo deflagrava a seguito dell’uccisione del cane di un sicario ritiratosi a vita privata, si è allargato a macchia d’olio, abbracciando concetti come il giuramento di sangue e il debito d’onore, e portandoci all’interno di una struttura malavitosa a matrioska, della quale il personaggio di Reeves è solo un piccolo ingranaggio.

Buona parte del merito di quest’impresa è certamente da attribuire al regista Chad Stahelski, che non si è limitato a trarre beneficio dalla sua ventennale esperienza come stunt-man (facendo anche da controfigura allo stesso Reeves sul set della trilogia di Matrix) e dalla passione per il filone del gun fu, ibrido fra gun e kung fu di cui John Woo è stato il primo e irraggiungibile maestro, ma ha saputo anche adattarsi dal punto di vista estetico e autoriale, conferendo a ogni episodio un proprio caratteristico impianto visivo e una propria funzione narrativa.

John Wick 3 – Parabellum e la voglia di osare

Da questo punto di vista, John Wick 3 – Parabellum è certamente il capitolo più ambizioso dei tre. Stahelski e gli sceneggiatori Derek KolstadShay HattenChris CollinsMarc Abrams sono ormai pienamente consapevoli della solidità del progetto, e, grazie anche alle premesse dei precedenti episodi, non hanno paura di osare, e riescono a rendere credibile anche ciò che in altre situazioni porterebbe alla comicità involontaria. Diventa così del tutto accettabile vedere cavalcare John Wick in piena New York o del tutto immacolato e a proprio agio fra le sabbie del Marocco, mentre non possiamo che provare un brivido di piacere nell’assistere a cani che diventano parte attiva di un combattimento, quasi a vendicare quel cucciolo la cui morte aveva condotto al rientro in attività del protagonista, o nell’assistere alla sua capacità di sopravvivenza di fronte ai più violenti impatti e alle più gravi ferite.

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La collera e la grinta di una strepitosa Halle Berry, il magnetismo di Anjelica Huston e l’inquietante cinismo della sorprendente Asia Kate Dillon trovano terreno fertile su cui lavorare per rendere John Wick 3 – Parabellum ancora più intrigante dei propri predecessori, nonché più unico che raro nel suo genere per la disinvoltura e l’efficacia con cui vengono mescolati crime movie, azione e cospirazione. Mai come in questo capitolo inoltre, la mitologia greca e romana, che aveva costituito la base per i precedenti (Charon che come il suo omonimo Caronte riceve una moneta/obolo per traghettare lungo l’Ade/Continental, John che come Ercole torna in battaglia dopo il suo ritiro), si fonde con elementi del reale, come il modus operandi della Gran Tavola, basato sull’eliminazione fisica di traditori e dissidenti, che ricorda sempre più da vicino quello della Commissione della Cosa nostra statunitense.

John Wick 3 – Parabellum: fra Sergio Leone e John Woo

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Parte integrante del processo di evoluzione della serie è, ovviamente, Keanu Reeves, che ha ormai fatto del minimalismo espressivo un punto di forza della sua recitazione e della caratterizzazione di Wick. Un approccio che discende direttamente dall’Uomo senza nome di Clint Eastwood e Sergio Leone (non a caso, Il buono, il brutto e il cattivo è stato esplicitamente dichiarato da Stahelski una delle maggiori fonti di ispirazione per John Wick, insieme a Senza un attimo di tregua, I senza nome e The Killer del già citato Woo), che Reeves completa con una crescente abilità nei combattimenti e con una totale immersione nel personaggio, che lo portano a rendere carico di tensione ogni suo minimo gesto e solenne anche un suo semplice “yeah”.

Proprio uno yeah chiude John Wick 3 – Parabellum, testimoniando l’incrollabile vitalità del protagonista anche di fronte all’ennesimo catastrofico evento che lo ha coinvolto, lasciandolo ancora una volta solo contro tutti e tradito apparentemente anche dal fedele Winston, in cerca di una nuova furiosa vendetta che attendiamo già con impazienza.