The Handmaid’s Tale – Stagione 3: recensione dei primi episodi
Recensione dei primi tre episodi della terza stagione di The Handmaid's Tale, la serie pluripremiata Hulu con Elisabeth Moss, Joseph Fiennes, Yvonne Strahovski e Alexis Biedel.
The Handmaid’s Tale, diventata ormai una delle serie contemporanee più importanti e più acclamate dalla critica, torna su Hulu (ed in Italia su TIM Vision) con l’attesissima terza stagione dopo il rinnovato successo confermato dai dati della seconda. La serie, ideata da Bruce Miller e basata sul romanzo distopico del 1985, Il racconto dell’ancella, dell’autrice canadese Margaret Atwood, ha debuttato nel 2017 e vanta nel suo palmarès ben 9 Emmy Awards e 2 Golden Globe (tra cui due premi per miglior serie drammatica). Il volto dello show tv è senza dubbio la straordinaria Elisabeth Moss (Mad Men, Noi), un Emmy e un Golden Globe per miglior attrice in una serie drammatica, ma al suo fianco ci sono attori che continuano, episodio dopo episodio, a regalare delle ottime prove come Joseph Fiennes (Shakespeare in Love, Il nemico alle porte, American Horror Story), Yvonne Strahovski (Chuck, Dexter), Alexis Biedel (Una mamma per amica), Max Minghella, Samira Wiley e soprattutto Ann Crowd (Compliance, The Leftovers – Svaniti nel nulla), anche lei vincitrice di un Emmy. Infine, ultima, ma non ultima per importanza tra le novità da segnalare, c’è l’aggiunta definitiva al cast del veterano Bradley Whitford (West Wing – Tutti gli uomini del presidente), esordiente nella seconda stagione e confermato in questa. Abbiamo visto in anteprima i primi tre episodi della terza stagione della serie tv: ecco la nostra recensione.
The Handmaid’s Tale 3: la trama
La storia di The Handmaid’s Tale ci porta nella Repubblica di Gilead, la nuova nazione nata dopo il golpe avvenuto negli Stati Uniti (dei quali ha ormai preso il posto) in un imprecisato futuro, tormentato dall’inquinamento, le guerre civili e la crescente infertilità. Per narrare la nuova realtà, in cui le donne sono state private di ogni libertà, bene e diritto, la serie si avvale della vicenda dell’Ancella Difred (Moss) (June nella vita precedente), assegnata al comandante Waterford (Fiennes) e moglie (Strahovski). Alla fine della seconda stagione Difred è riuscita a far uscire sua figlia Nichole da Gilead grazie ad Emily (Biedel), la cui fuga viene organizzata dal Comandante Joseph Lawrence (Whitford), mentre lei ha deciso di rimanere per salvare anche la sua primogenita Hannah. Al momento del suo ritorno a casa Waterford, Serena, la moglie del comandante, avrà un crollo emotivo definitivo, che porterà alla distruzione (letteralmente) dell’ambiente casalingo e del suo rapporto con il marito.
Nonostante i tanti reati commessi da Difred, all’Ancella verrà risparmiata la vita e verrà assegnata proprio al Comandante Lawrence (Whitford), uno dei più grandi luminari di Gilead, architetto dell’economia e delle colonie della Repubblica e probabilmente membro di Mayday, la Resistenza interna al Paese. Decifrare la figura controversa del Comandante è il nuovo obiettivo di Difred (ora Dijoseph), in modo tale da capire se egli possa costituire effettivamente un alleato per lei oppure se si tratti solamente dell’ennesimo ostacolo sul suo cammino. Una cosa è sicura: June non si arrenderà finché non riuscirà a salvare sua figlia Hannah.
The Handmaid’s Tale 3: l’ancella e la Resistenza
La terza stagione porta la serie su un altro piano narrativo, ampliando ancora di più la storia che ormai ha nel libro della Atwood una bussola, seppur importante, ma non più un riferimento dogmatico. Nei primi episodi si fa la conoscenza (finalmente) di alcuni membri di Mayday, la famosa Resistenza che ogni tanto è comparsa durante le prime due stagioni, con la quale June entra in contatto nella casa del Comandante Lawrence. In più Emily è riuscita a fuggire in Canada, dove incontra Luke, il marito di June, e Moira. Questo lascia presupporre un punto di vista nuovo ed esterno più continuativo rispetto al passato.
In questo enorme passo avanti nella narrazione vengono introdotti personaggi intriganti, ma cominciano ad evolvere notevolmente anche i protagonisti storici, in primis Serena, che pare finalmente cambiare marcia, dopo che tante volte, negli episodi precedenti, è tornata sui suoi passi per restare al fianco del marito (ancora una volta il personaggio più debole della serie). Gli equilibri sono sconvolti, ma le relazioni rimangono, come testimonia l’incontro da Nick e June: la storia è ormai andata oltre i freni e le paure originarie, i personaggi si sono abituati ad esporsi, a correre rischi e non hanno più timore di muoversi. La lente si allarga anche sul funzionamento di Gilead, le sue basi, la funzione dei Comandanti e così via.
La terza stagione debutta su TIM Vision il 6 Giugno 2019
Insomma The Handmaid’s Tale è tornato e continua inesorabile il suo racconto, il quale allarga sempre di più i suoi confini, ingigantendo la storia e intrecciandosi sempre di più alle vicende legate al destino di Gilead. Tecnicamente nulla ha perso, anzi tutto ha prontamente rifatto suo, donando ancora più armoniosità di immagini e composizioni e cercando di spingere un po’ di più sull’acceleratore da tutti i punti di vista. Il mondo si sta sempre più aprendo davanti a June e i primi episodi promettono una nuova stagione da vivere sul filo del rasoio.