Chernobyl: Jared Harris parla della serie e ricorda il disastro nucleare
Jared Harris (Valery Legasov in Chernobyl) ha parlato dei suoi ricordi del disastro nucleare e delle difficoltà incontrate nella preparazione al ruolo.
Per Jared Harris, che in Chernobyl interpreta Valery Legasov, i ricordi del disastro nucleare sono ancora molto vividi; l’attore si è soffermato anche sulle sfide del suo personaggio nella serie
Lunedì notte è andato in onda il finale della miniserie HBO Chernobyl e, anche se gli eventi ritratti nella serie sono orribili, agghiaccianti e frequentemente difficili da guardare, è importante ricordare che la serie è basata su fatti reali. Il 26 aprile 1986, il reattore 4 alla Centrale Nucleare di Chernobyl è esploso veramente, producendo il peggior disastro nucleare nella storia dell’umanità finora e, per l’attore Jared Harris, che nella serie interpreta lo scienziato realmente esistito Valery Legasov, i ricordi del disastro sono ancora particolarmente vividi dopo più di tre decenni trascorsi.
Durante una recente apparizione al Late Night with Seth Meyers, Harris ha raccontato i suoi ricordi del disastro, come lo ha vissuto da dove viveva a quel tempo (ovvero in Inghilterra). Quei ricordi fanno capire quanto fosse realmente di vasta portata l’impatto del disastro:
Lo ricordo molto bene. Vivevo a Londra ed era dappertutto in tv. C’erano solo quattro canali televisivi allora. Ci mettevano in guardia sulla nuvola. C’era questa nuvola radioattiva che portava particelle che erano state emesse dal reattore, che si spargevano e che hanno causato malattie devastanti in Bielorussia, Ucraina, Germania e parte della Svezia, e le stavano tenendo d’occhio mentre si avvicinavano all’Inghilterra, avvertendoci di non uscire fuori se avesse piovuto. Non potevamo bere latte e venne abbattuto tutto ciò che pascolava sull’erba, hanno dovuto abbattere tutti quegli animali. Me lo ricordo molto bene.
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Alla fine, è stata la diffusione della radiazione dall’esplosione di Chernobyl a indicare al mondo la portata del disastro. Anche se l’Unione Sovietica tentava di mantenere il resto del mondo all’oscuro sul disastro, non riuscirono comunque a contenere la nuvola radioattiva. È stata rilevata, alla fine, in Svezia, quando, nella mattina del 28 aprile 1986, i livelli della radiazione lanciarono degli allarmi alla Centrale nucleare di Forsmark. Allora, fu stabilito che la radiazione si era originata da un’altra parte, una considerazione che portò, in seguito, il governo Sovietico ad ammettere l’incidente e assumersi le proprie colpe. Si tratta di una rivelazione che la serie affronta brevemente, così come affronta anche la reazione del resto del mondo a una notizia del genere – in particolar quando menziona che ai bambini tedeschi non era permesso giocare fuori.
In un’altra intervista con The Cheat Sheet, Harris ha affermato che una delle più grandi difficoltà nel prepararsi per il ruolo di Legasov è stata quella di mettere le mani su registrazioni storiche relative all’uomo – incluse le tracce audio in cui Legasov registrò la sua storia personale del disastro, prima di suicidarsi -, perché la maggior parte delle registrazioni storiche di Legasov sono state semplicemente cancellate.
“Non c’erano tracce audio” ha detto Harris quando gli è stato chiesto se avesse ascoltato le cassette di Legasov per prepararsi al ruolo. “Ha lasciato i suoi diari, ma non sono così cinematografici come le registrazioni audio. Sono molto difficili da ottenere. Infatti, non c’è rimasto molto di lui nelle registrazioni storiche, perché, fondamentalmente, l’hanno estromesso dalla storia. L’hanno cancellato dalla storia. Cercavano di minacciarlo in questo modo… in modo da impedirgli di fare uscire la storia allo scoperto“.
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Nella serie, così come nella realtà dei fatti, Legasov parlò dei rischi per la sicurezza e dei difetti di progettazione nei reattori nucleari RBMK dell’Unione Sovietica, dicendo che i difetti di progettazione dovevano essere studiati e analizzati per evitare ulteriori disatri come – o peggio di – Chernobyl. Tuttavia la sua franchezza non fu ricevuta positivamente, e non solo Legasov fu respinto dalla comunità scientifica, ma fu cancellato anche dalle registrazioni – una tattica frequente usata all’interno della precedente Unione Sovietica.
Alla fine, Legasov si tolse la vita due anni dopo il disastro, come mostrato nel primo episodio della serie e, anche se è impossibile sapere esattamente il motivo per cui Legasov si è suicidato, Chernobyl fa intuire che l’atto sia un risultato del disastro. L’ipotesi è, in qualche modo, sostenuta in un’intervista rilasciata dalla figlia Inga Valerievna al giornale russo Moskovskij Komsomolets nel 2017, in cui rivelò come il disastro cambiò il padre.
“Dopo il disastro di Chernobyl, mio padre ripensò molto a tutto quello che era accaduto” disse la Valerievna. “Era un patriota, seriamente preoccupato per ciò che era successo, per il paese, per le persone colpite dall’incidente. Era preoccupato per i bambini non nati, abbandonati nella zona di esclusione. Questa compassione tormentata, che era innata in lui, gli bruciava dentro“.