La prima vacanza non si scorda mai: Patrick Cassir e Camille Chamoux parlano del film
La nostra intervista al regista e all'attrice protagonista di La prima vacanza non si scorda mai, Patrick Cassir e Camille Chamoux.
La prima vacanza non si scorda mai, nelle sale cinematografiche italiane dal prossimo 20 giugno, racconta la storia di un incontro, un incontro tra Marion, una donna impavida e amante dell’avventura, e Ben, un uomo ipocondriaco e ossessionato dalla pulizia. I due decidono trascorrere le vacanze estive insieme, a metà strada tra la destinazione desiderata dall’uno e dall’altro, trovandosi così in Bulgaria. La loro vacanza si trasformerà in un’avventura composta da incontri e scontri con numerosi personaggi con cui casualmente si imbattono. Ma, come si sa, gli opposti si attraggono e, passando da Airbnb e sport estremi alla lussuosa piscina e cocktail, Marion e Ben finiranno per innamorarsi.
Il regista, Patrick Cassir, si presenta al mondo del cinema con il suo primo lungometraggio, la sua opera prima, scritta insieme all’attrice protagonista Camille Chamoux.
“Avevo voglia di raccontare una storia”, così, nella sua irriducibile semplicità, durante l’intervista, Patrick ci rivela il perché, il motivo, l’origine del suo primo lungometraggio filmico.
La nostra intervista al regista e all’attrice protagonista del film La prima vacanza non si scorda mai
Com’è stato il tuo primo approccio al cinema? Come ti sei trovato per la prima volta a raccontare storie di persone, di sentimenti, di emozioni?
Patrick: “Il mio approccio all’inizio è stato abbastanza tecnico perché si basava soprattutto sull’immagine, non ho mai pensato di poter raccontare una storia perché immaginavo non interessasse a nessuno. È stato grazie all’incontro con Camille che ho deciso di intraprendere questa strada, semplicemente perché tutti e due avevamo voglia di raccontare una storia, voglia di raccontare qualche cosa. Per tali motivi, in questo film sono riuscito a mettere insieme le mie due passioni: da una parte raccontare una storia d’amore, quindi l’intimità e l’inizio di un innamoramento, e poi la grande volontà di realizzare un bel film.”
Come è nata e come si è evoluta l’idea di questo film? Quanto è autobiografico? Quanto c’è di voi in questo racconto?
Camille: “C’è molto di noi in questo film, le nostre vite, le nostre esperienze. Volevamo parlare dell’inizio di una storia d’amore, volevamo raccontare sia la magia, sia il miracolo vero che rappresenta un innamoramento, ma anche il rischio che c’è nel non vedere l’altro perché si è troppo fermi sulle proprie posizioni o perché non si vuole cambiare, non lo si vuole accettare. Inoltre, abbiamo avuto il desiderio di parlare del viaggio, delle vacanze, di una tematica oggi fondamentale, poiché tutti sono ossessionati dal fatto di voler trascorrere belle vacanze, e, soprattutto, dall’aver un racconto divertente da trasmettere ai propri amici, ai propri cari.”
Questa storia d’amore è un vero e proprio miracolo, perché il loro scoprirsi, il loro innamorarsi è potuto nascere solo attraverso questa vacanza, questi incontri, queste avventure.
Camille: “Esatto, il viaggio è appunto una metafora, bisogna spostarsi, esporsi, per poter arrivare all’altro. Un viaggio comporta il cambiamento, l’imprevedibile, l’avventura.”
I personaggi secondari di questa storia sono molto particolari, è come se fossero reali, come se fossero persone che voi avete incontrato nel mondo e avete deciso di descrivere e rappresentare in un film.
Patrick: “Noi abbiamo viaggiato molto nel corso della nostra vita e questo lo si può notare dal film. Abbiamo, per esempio, incontrato una strana signora che gestisce un Bed and Breakfast, oppure una coppia di israeliani che stavano facendo il giro del mondo, o anche delle famiglie con bambini molto maleducati. Quindi sono tutti incontri veri, tutti incontri che sono avvenuti realmente durante i nostri viaggi e le nostre esperienze.”
Quali sono i vostri personaggi secondari preferiti? Quali vi sono piaciuti di più da scrivere?
Camille: “Amo molto i personaggi israeliani, in particolare la figura del musicista. Questi due fungono un po’ da specchio, sia per Marion che per Ben, per la loro evoluzione. Mi hanno insegnato e trasmesso molto, ci sono davvero affezionata.”
Patrick: “Il mio personaggio secondario preferito è il ragazzo che lavora nell’hotel di lusso, che spiega ogni minimo particolare della stanza d’albergo. È un ragazzo straordinario, era la prima volta che prendeva parte a un film perché è appena uscito dalla scuola di teatro. Ma appena l’ho visto, ho avuto un flash e mi sono completamente innamorato.”
Perché avete scelto la Bulgaria? Che cosa avete trovato, cosa vi ha lasciato? Si può considerare il terzo protagonista del racconto?
Patrick: “Principalmente perché ho sempre voluto girare il film in un paese dell’est, essendo un luogo poco rappresentato all’interno delle commedie. Inoltre, si tratta di un Paese che all’inizio dona un’immagine molto forte di sé, ma poi, semplicemente voltando la testa, cambia totalmente. In questo senso, è un luogo molto adatto per girare una commedia simile, soprattutto per caratterizzare il personaggio di Ben che inizialmente non accetta molto bene questo viaggio, non voleva recarsi in Bulgaria, ma poi si lascia affascinare e sorprendere completamente da questo Paese.”
Si percepisce molta affinità e chimica tra il personaggio di Ben e quello di Marion, come si è creato questo rapporto?
Patrick: “Volevamo ottenere una coppia molto complice, con un rapporto stretto, come se potessero comprendersi inspiegabilmente con uno sguardo. Per queste ragioni, l’unico modo per far emergere questo lato di affinità è stato che all’inizio ci siamo concentrati molto su un lavoro di improvvisazione a tre. Io, Marion e Jonathan dediti ad improvvisare, e così sono nati i personaggi.”
Camille, tu hai ideato, scritto e interpretarlo il tuo personaggio, che relazione hai con Marion? Quanto di te c’è in lei e quanto di lei c’è in te?
Camille: “Quando si scrive il proprio personaggio è importante abbandonarsi completamente e totalmente, per lasciarsi poi guidare dalle indicazioni del regista, perché una cosa è scrivere il proprio personaggio e una cosa è avere il controllo totale sul proprio personaggio. La completa gestione è impossibile e problematica, perché è necessario che il regista faccia emergere parte inconscia, la parte nascosta e oscura di sé stessi e quindi del personaggio.”
Questo film rappresenta l’inizio di una lunga serie o è stato una prima e ultima volta?
Patrick: “Lo spero, lo spero sinceramente che questo possa essere solo l’inizio. Anche perché il film è andato molto molto bene in Francia, e purtroppo ci troviamo in un sistema per cui se il primo film ha successo, allora si può realizzare un secondo. Tuttavia, ho già in mente qualcosa di completamente diverso, una storia girata in montagna con evoluzioni e personaggi radicalmente differenti.”
Camille: “Però, forse, è probabile che la storia tra Ben e Marion non sia ancora arrivata alla fine, o per lo meno, le storie che possono ispirare questi due personaggi potrebbero donare nuovi sviluppi.”