Wolf Call – Minaccia in alto mare: recensione
Recensione del film d'azione francese Wolf Call - Minaccia in alto mare che racconta dei rapporti tra marinai con la Terza guerra mondiale sullo sfondo.
Cosa accade nei fondali dell’oceano, mentre fuori tutto appare imperturbabile? Forse si è posto questa domanda Antonin Baudry quando ha scritto Wolf Call – Minaccia in alto mare. Il film racconta la storia di un ragazzo con la passione dei sottomarini e un orecchio assoluto, una combinazione perfetta per entrare nel corpo della marina francese.
Attraverso il suo sguardo scopriamo la vita, per molti ignota, dei marinai dei sottomarini nucleari. Un corpo addestrato per rimanere mesi interi nell’abisso che in questo film appare un universo capovolto.
Wolf Call – Minaccia in alto mare: l’ignoto che si nasconde negli oceani attraverso lo sguardo dei marinai
Infatti conosciamo molte storie di esplorazione del cielo e di scoperte di nuovi pianeti che hanno esposto diversi paesi a scontrarsi per primeggiare. Mentre di ciò che accade ai confini con il centro della terra sappiamo molto meno.
Wolf Call – Minaccia in alto mare ci porta in un sottomarino nucleare francese in una situazione verosimilmente collegabile alla Guerra Fredda. All’apparenza potrebbe sembrarvi un film d’azione, avendo sullo sfondo questo conflitto mondiale impellente. I sottomarini francesi infatti stanno monitorando i movimenti dei turchi e dei russi per prepararsi a un eventuale attacco. Proprio in questo frangente iniziale scoprono che la situazione è più pericolosa del previsto e l’equipaggio rischia di perdere la vita e la missione.
Wolf Call – Minaccia in alto mare e la storia del ragazzo con l’orecchio d’oro
Protagonista, come dicevamo, è Chanteraide (Francois Civil), il ragazzo dall’orecchio d’oro, che ha il compito di ascoltare i suoni all’esterno del sottomarino per rintracciare cosa stia accadendo lì fuori. Buona memoria, deve infatti saper riconoscere gli altri sottomarini dal suono che producono nell’oceano, e la capacità di sentire i rumori più impercettibili, fanno puntare tutti gli occhi su di lui. Chanteraide però si dimostra molto determinato a conoscere il più possibile tanto da sembrare presuntuoso e irriverente e questo il corpo militare non può perdonarlo.
La sua posizione non è quindi facile, da una parte è un genio indispensabile per l’equipaggio, dall’altra è un ragazzo solo, con una passione che pochi comprendono e questo lo pone alla ricerca di una sua identità. In questo disorientamento incontra una ragazza, proprio quando è in atto la missione sul missile nucleare. Per Chanteraide sarebbe un sogno partecipare, ma proprio per Diane (Paula Beer) commette un errore che gli vale l’estraniazione.
Wolf Call – Minaccia in alto mare è un film d’azione che mette in risalto i rapporti umani a bordo dei sottomarini
Se quindi Wolf Call – Minaccia in alto mare ha le caratteristiche di un film d’azione, dall’altra parte cerca di dare spazio al dramma e alla commedia, mescolando in generi. La probabile Terza Guerra Mondiale rimane sullo sfondo per dare spazio al conflitto interiore del protagonista, ai rapporti di forze all’interno di un gruppo e a come emerge un’individualità eccezionale.
La trama risulta coinvolgente ma l’azione non trova davvero il suo spazio, i colpi di scena arrivano senza una preparazione di pathos, perdendo la loro epicità. Dall’altra parte è da apprezzare la fotografia, le immagini dei fondali e la composizione dei colori in tinta con l’oceano. Viene ricreata un’ambientazione naturale dove gli attori si muovono agilmente e riescono a interpretare la tensione delle loro posizioni.
Il personaggio di Chanteraide più mite e riflessivo trova man forte dai co-protagonisti D’Orsi (Omar Sy), Alfost (Mathieu Kassovitz), Grandchamp (Reda Kateb), i suoi superiori che hanno meno sfumature e in inquadramento più rigido. Questa opposizione è fondamentale per la vicenda finale in cui Chanteraide reagisce d’istinto mentre gli altri marinai sono più legati alla razionalità delle regole. Secondo voi chi l’avrà vinta?
Il rapporto umano è centrale in Wolf Call – Minaccia in alto mare, infatti il regista ha dichiarato:
Nel microcosmo di questo sottomarino tutte le questioni della vita vengono esasperate: la fiducia negli altri, il rapporto dell’individuo con la gerarchia, il modo in cui si prendono le decisioni, l’interpretazione dei segni, lì dentro diviene tutto una questione di vita e di morte.
Sicuramente è un film interessante ed è una narrazione dell’azione diversa da quella a cui siamo abituati con la cinematografia americana. Basta solo guardarlo con la giusta prospettiva, dando priorità alle tematiche relazionali.
Il film è al cinema dal 27 giugno distribuito da Adler Entertainment.