TFF33 – Keeper: recensione del film sulla gravidanza inaspettata

Keeper, nel linguaggio anglofono e francofono, è il portiere di calcio, colui il quale incassa i colpi dell’avversario con prontezza e decisione. La stessa necessaria a difendersi dagli attacchi improvvisi della vita che, attraverso eventi belli o brutti, può improvvisamente sconvolgere irreversibilmente i piani. Ma keeper è anche un aggettivo che rimanda all’idea di custodire, mantenere qualcosa stretto a sé, difendendolo da ogni possibile avversità. Questi i presupposti dell’opera prima del belga Guillaume Senez, che con il suo Keeper, in concorso al Torino Film Festival nella sezione Torino 33,  affronta il tema della gravidanza inattesa dal punto di vista inedito del suo solito co-protagonista: il padre.

Il miracolo della vita irrompe inaspettatamente nella quotidianità di due quindicenni innamorati, Maxime e Mélanie: Mel è incinta e, complice una madre fredda e cinica, che ha vissuto la sua stessa situazione, appare molto indecisa sull’opportunità di tenere o meno il bambino, consapevole delle incommensurabili difficoltà che portare avanti la gravidanza comporterebbe. Max, invece, è più ottimista, sogna di diventare un portiere professionista e di potersi permettere di  provvedere alla sua neo-famiglia, spinto dall’amore per Mel e assecondato  da una madre amorevole, anche se forse poco realista.
L’amore fra i due ragazzi è forte e impetuoso, di quelli in grado di far pensare che tutto sia possibile se affrontato insieme, e per un attimo Mel cede alla tentazione di sognare, decidendo di tenere il bambino. Ma la realtà incombe sui progetti ambiziosi dei due ragazzi, mettendoli di fronte ai limiti del loro stesso sogno.

Keeper mette in luce il divario fra sogni e realtà: in un mondo ideale, Max e Mel non avrebbero dovuto fare altro che amarsi e coronare i loro sogni immaturi ma concreti diventando genitori: Max prende ispirazione dai calciatori che l’hanno fatto prima di lui, senza fare i conti con la distanza tra volere e potere. Sarà Mel a riportarlo con i piedi per terra, costringendolo a realizzare che non può essere lui a prendere questa decisione.

keeper

Una scena del film

Keeper: 15 anni e incinta

Keeper mostra con sguardo delicato, quasi documentaristico, l’altra faccia dei drammi alla “16 anni e incinta” proposti da MTV. Nell’opera di Guillaume Senez il focus si espande, distaccandosi progressivamente dalla problematicità della gravidanza in sé per sottolineare l’importanza del background di provenienza nell’affrontare l’arrivo precoce di un bimbo, laddove il sostegno della famiglia di origine diviene fondamentale. Un film semplice e lineare, privo di fronzoli e della volontà di stupire. Ciò che viene offerto è solo uno spaccato di cosa può significare confrontarsi con l’arrivo della vita quando ancora si è dei bambini, impossibilitati ad essere presi sul serio dalla mancanza di una forma di autosostentamento, ma spesso più saggi di adulti abituati a rinunciare in partenza per paura di dover combattere. Una riflessione intensa e toccante, nella quale a dover combattere per far accettare il proprio desiderio di diventare genitore è inaspettatamente il padre, destinato per forza di cose ad avere meno voce in capitolo.
Sostenuto dalla preparazione di attori giovani ma profondamente nella parte,  Keeper si rivela uno dei titoli più interessanti in concorso a questa trentatreesima edizione del TFF.

Nel cast di Keeper Kacey Mottet Klein (Maxime), Galatea Bellugi (Mélanie), Catherine Salee (la madre di Maxime), Sam Louwyck (il padre di Maxime), Laetitia Dosch (la madre di Mélanie), Aaron Duquaine (Lionel) e Leopold Buchsbaum (Thibault).

Giudizio Cinematographe

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.7

Voto Finale