La diversità come valore aggiunto. Il multiculturalismo nelle serie tv
Una volta il poeta francese Paul Valérie ha detto: “Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze”. In un periodo in cui chi ha discendenze, usanze e tradizioni diverse dalle nostre viene spesso visto come un nemico e l’importanza del multiculturalismo viene offuscata dalla paura, tale consiglio sembra davvero provvidenziale. Ma se lasciamo che la paura prevalga non riusciremo mai a cogliere il valore del confronto con l’altro e quanto questo possa renderci migliori.
Multiculturalismo: le serie tv aiutano a far capire quanto sia importante conoscere culture differenti
A volte in questi casi il mondo del piccolo schermo e i suoi variegati personaggi possono darci una mano a capire quanto sia importante riuscire ad apprezzare culture a noi sconosciute. Utilizzando un misto di ironia e serietà molte serie televisive ci hanno infatti mostrato che la convivenza è possibile e quanto sia straordinario un mondo arricchito dalle differenze culturali. Quello che faremo oggi è proprio approfondire la tematica del multiculturalismo attraverso i nostri show preferiti e i loro protagonisti. Perché se per il momento la completa accettazione dell’altro sembra ancora difficile, vogliamo provare a sognare che ciò un giorno possa essere possibile.
Iniziamo a esplorare l’argomento ricordando una serie che ha fatto delle differenze culturali il suo tema centrale. Stiamo parlando di Kebab for Breakfast, comedy tedesca andata in onda per tre stagioni dal 2006 al 2008 e trasmessa in Italia su MTV a partire dal 2007. Alla base dello show, i contrasti culturali di una famiglia allargata multietnica composta dagli Schneider (tedeschi) e gli Ozturk (di origine turca). La serie affronta con ironia il tema della diversità etnica mostrando personaggi molto caratteristici. Uno su tutti è Yagmur, giovane musulmana che segue in modo fin troppo rigido i dettami della sua religione ma che nel corso delle puntate inizia un percorso di occidentalizzazione. Tale percorso non la induce però né a smarrire la fede, né a perdere la sua identità culturale. In netto contrasto con Yagmur, c’è invece Lena, adolescente cresciuta senza regole fisse e a volte un po’ troppo superficiale. Per la ragazza in particolare l’unione delle due famiglie risulta essere un trauma, ma l’estraneità dei nuovi membri sarà completamente superata nel momento in cui si innamorerà di uno di loro.
Spostandoci dalla Germania e approdando in America ricordiamo i contrasti culturali (oltre che generazionali) alla base del rapporto fra due personaggi secondari ma molto amati di Una Mamma per Amica. Stiamo parlando di Lane e della sua dispotica madre che per ben 7 stagioni hanno dato vita a battibecchi e litigi causati dai loro punti di vista agli antipodi. La severa signora Kim è infatti spesso in contrapposizione con la figlia un po’ perché vorrebbe che questa diventi una cristiana avventista perfetta, ma anche perché vorrebbe vederla seguire maggiormente le sue radici culturali che affondano nella lontana Corea. Per la donna non è ammissibile che la ragazza frequenti coetanei statunitensi, e per questo organizza spesso incontri con giovani connazionali e qualche viaggio nella terra d’origine. Ma alla fine la severa madre capitolerà permettendo alla figlia di sposare un ragazzo americano.
Dalla diffidenza coreana passiamo alla passionalità latina. Per rispecchiare l’effettiva caratterizzazione della società statunitense, in diverse serie tv ci sono personaggi di origine sudamericana. La loro presenza è senz’altro un valore aggiunto all’interno degli show dato che sono connotati da personalità a dir poco particolari. Come non ricordare, ad esempio, la famiglia Solis di Desperate Housewives? Gabrielle e suo marito Carlos sono entrambi originari del Messico e si sono frequentemente distinti dalle altre famiglie di Westeria Lane per il loro temperamento caliente. Litigi e riconciliazioni varie sono state spesso condite da una buona dose di passionalità. Nonostante i due cerchino di apparire il più pacati possibili dall’alto delle loro posizioni di prestigio (uomo d’affari lui, ex modella di fama internazionale lei) il loro sangue latino non mente.
Dopo questa breve carrellata di sfumature culturali nelle serie tv non possiamo dimenticare la rappresentazione di noi italiani. A volte i personaggi provenienti da famiglie italiane vengono rappresentati come simpatici pasticcioni (vedi Joey Tribbiani in Friends), altre ancora come veri e propri latin lover (vedi Anthony DiNozzo di NCIS). Sicuramente meno gratificante è l’associazione italiano uguale mafioso che può essere trattata in modo ironico, ma anche piuttosto serio (vedi la famiglia Soprano). Per concludere, forse proprio quest’ultimo aspetto dovrebbe farci riflettere. Perché la stereotipizzazione in base all’appartenenza culturale o alla provenienza geografica è sbagliata. Sempre. E solo rendendocene conto possiamo davvero “arricchirci delle nostre reciproche differenze”.