Citizen K: il nuovo film di Alex Gibney fuori concorso a Venezia 76
Fuori concorso alla 76esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia Citizen K del Premio Oscar Alex Gibney.
Dal Premio Oscar Alex Gibney, Citizen K sarà presentato in anteprima alla 76esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
Si terrà dal 28 al 7 settembre 2019 la 76esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, di cui è stato presentato il programma la mattina di oggi, giovedì 25 luglio. Tra i titoli fuori concorso troviamo il documentario scritto e diretto da Alex Gibney, Premio Oscar al miglior documentario per Taxi to the dark side (2008). Citizen K è un documentario prodotto da John Battsek, Alex Gibney, P.J. Van Sandwijk, George Chignell e Erin Edeiken.
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Sotto i riflettori Mikhail Khodorkovsky, che nel 2003 è uno degli uomini più ricchi della Russia e viene arrestato e poi condannato a dieci anni per frode ed evasione fiscale, ma in molti credono che il motivo della reclusione si un altro: l’aver sfidarti Vladimir Putin, che sarebbe rieletto per la seconda volta l’anno dopo. Durante la sua detenzione in una cella al confine con la Mongolia, Citizen K è diventato un dissidente noto in tutto il mondo, che oggi vive in esilio a Londra e sulla cui testa pende un’accusa di omicidio da parte delle autorità russe. Tutt’oggi continua a combattere Putin e il suo potere ormai ventennale.
Alex Gibney ha spiegato:
Mentre il mondo sembra essere ossessionato dal ruolo della Russia nello scenario globale, ho deciso di imbarcarmi in un ritratto cinematografico di Mikhail Khodorkovsky. In una serie di interviste a Londra – oltre 20 ore – abbiamo parlato della sua vita, di cosa abbia significato crescere come un giovane comunista nell’Unione Sovietica, dei suoi giorni da spietato oligarca – e da uomo più ricco di Russia – negli anni 90 del capitalismo selvaggio, fino alla sua trasformazione in dissidente politico durante la sua decennale detenzione. Ma Khodorkovsky ha anche riflettuto sul suo ruolo oggi, in esilio, come richiamo alle riforme democratiche e oppositore a viso aperto del regime dell’uomo che lo ha messo in prigione, Vladimir Putin. Sono anche andato in Russia, ho parlato con gli amici e i nemici di Khodorkovsky, cercando di trovare un senso a quel luogo. Volevo vedere il Paese dove – prendendo in prestito una frase di Peter Pomerantsev – “niente è vero, tutto è possibile”. Attraverso la storia di Khodorkovsky – e la sua lotta con Putin – ho cercato di capire come funziona il potere in Russia.