The Great Hack – Privacy violata: recensione del documentario Netflix

The Great Hack – Privacy violata è un documentario che, attraverso il racconto dello scandalo riguardante la società Cambridge Analytica, aiuta in maniera pungente a riflettere sull’utilizzo dei social media nella politica odierna.

The Great Hack – Privacy violata racconta lo scandalo emerso dopo le elezioni statunitensi del 2016 inerente la manipolazione di dati online da parte della società Cambridge Analytica.

The Great Hack - Cinematographe.it

Il documentario racconta il grande scandalo che vide coinvolta la società anglo-americana di analisi dati e comunicazione elettorale Cambridge Analytica, la quale aveva acquisito tramite Facebook dati personali di circa 50 milioni di utenti utilizzandoli per supporto a varie campagne elettorali e politiche senza alcuna autorizzazione per questo fine. The Great Hack ricostruisce questa vicenda attraverso protagonisti sia interni sia esterni all’accaduto, raccontando le attività a favore di molti politici internazionali, focalizzandosi in particolar modo sulla campagna elettorale mediatica che Cambridge Analytica ha realizzato per Donald Trump e il partito repubblicano statunitense durante le elezioni del 2016 e la campagna a sostegno della Brexit e del partito di Nicolas Farage in Gran Bretagna. La società, guidata dall’amministratore delegato Alexander Nix, è stata accusata e poi condannata per l’utilizzo improprio di dati personali che hanno influenzato votazioni in vari Stati. Il processo è partito dalla denuncia di David Carroll, professore della Parsons School of Design di New York, con l’aiuto e la testimonianza di Brittany Kaiser, ex impiegata della Cambridge Analytica che ha aiutato a far emergere il tutto, sostenuti poi dai quotidiani inglesi The Guardian e The Observer.

The Great Hack – Privacy violata è un prodotto originale e molto attuale

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Noujaim e Amer, noti nel mondo documentaristico soprattutto per The Square che racconta la rivoluzione egiziana del 2011, riescono a confezionare un lavoro ben strutturato ed efficace, sia a livello visivo che narrativo, dotato di un ottimo dinamismo e di una scorrevolezza non scontata per un documentario, soprattutto considerando anche una durata di quasi due ore. La costruzione delle immagini che spiegano gli avvenimenti così come il montaggio delle varie interviste e dei vari racconti inseriti nell’opera, sono particolarmente incisivi e funzionali a una fruizione di massa nonostante la materia – per quanto attuale -non sia semplicissima.

Le dinamiche e gli avvenimenti illustrati risultano però sempre assolutamente chiari e comprensibili, oltre a suscitare una certa curiosità per il loro essere fortemente legati all’odierno e vicini al nostro vivere comune, dal momento che nella società contemporanea l’attività social è diventata parte della quotidianità del mondo occidentale. Il documentario infatti fa leva su questa sensibilità dell’utente medio inerente le proprie attività in rete per provare a gettare un seme che possa in lui far crescere dubbi, perplessità e il desiderio di alzare la propria soglia di guardia per quanto riguarda il connubio tra ciò che l’utente cerca e comunica nel web e la maniera in cui queste informazioni vengono usate (a sua insaputa) nelle campagne elettorali internazionali.

The Great Hack – Privacy violata ci parla di come le nostre azioni sul web possano essere utilizzate per influenzare le nostre scelte elettorali

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I due registi egiziani pongono in maniera pungente e sapiente le basi per una riflessione profonda sull’utilizzo indiscriminato delle nuove tecnologie nella costruzione del consenso politico, puntando il dito su quelli che sono i pericoli per le nostre democrazie, in mancanza di una limitazione o se non altro di una regolamentazione di talune attività. Nello sviluppo del documentario vengono difatti evidenziate le modalità attraverso le quali, partendo dai dati inerenti le ricerche e le attività online dei frequentatori del web,  vengono costruiti dei messaggi ad hoc atti a manipolare il pensiero dell’elettore così da indirizzarlo verso una scelta solo in apparenza consapevole, dal momento che questa viene di fatto pilotata ritorcendo in un certo senso la libera fruizione di internet in una non più libera costruzione della propria coscienza politico-elettorale. The Great Hack evidenzia in questa maniera sia la riduzione della privacy di ognuno di noi contestualmente alla riduzione della libertà nell’orientamento delle nostre scelte democratiche, sia la difficoltà nel riconoscere e limitare la diffusione di fake news, che sempre più vengono usate per distorcere opinioni politiche e creare consensi elettorali basati sulla menzogna.

Il documentario ha il merito di far conoscere un’importante inchiesta che pone interrogativi fondamentali sull’intreccio tra social e politica

The Great Hack - Cinematographe.it

In certi passaggi, soprattutto verso la parte finale, il messaggio che gli autori vogliono trasmettere rischia di farsi trascinare in un vortice di eccessivo complottismo, mostrando una sorta di sensazionalismo e fatalismo forse troppo marcato per quelli che sono i reali rischi di una transizione dalla democrazia a forme di autoritarismo nelle società occidentali attuali (diverso il discorso per altre zone del pianeta). Ciò nonostante i pericoli messi in evidenza dal documentario sono effettivamente reali e meritevoli di un’attenzione significativa per responsabilizzare in primis gli utenti ma mandare anche un segnale forte alle autorità che dovrebbero costruire una regolamentazione in merito all’uso e all’analisi dei dati provenienti dalle attività effettuate online da ognuno di noi. Il maggior pregio di The Great Hack è quello di denunciare un vulnus a livello legislativo – sia internazionale sia dei singoli Stati – che evidenzia un’arretratezza della legge rispetto all’attualità dei tempi.

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Il web è un grande inno alla libertà, alla connessione tra gli individui e alla riduzione delle distanze tra le persone, ma proprio per la sua stessa natura è difficile tutelare in maniera omogenea e sicura i suoi fruitori. Ed è proprio qui che si delinea la forza del documentario, nel porre le domande giuste: come possiamo continuare a godere di un mondo interconnesso senza dover rinunciare alla nostra libertà di scelta e alla nostra autonomia nelle scelte politico-sociali? Quanto possiamo controllare le nostre condivisioni sui social e quanto invece siamo controllati?

The Great Hack non fornisce le risposte ma ci permette di focalizzare il problema in maniera semplice e diretta, con un dinamismo accattivante che rende fruibile a tutti qualcosa di complesso e permettendo di porre attenzione su delle azioni che normalmente potrebbero essere considerate banali e innocue, ma che possono avere, a nostra insaputa, delle conseguenze su di noi e sulla nostra società.

Regia - 4
Fotografia - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.9

Tags: Netflix