Venezia 76 – A Herdade (The Domain): recensione del film
Recensione di A Herdade (The Domain), un film portoghese presentato al concorso di Venezia 76, che tra dramma e politica racconta la storia del Portogallo.
L’incipit di A Herdade (The Domain) ti rimanda subito con la mente a Novecento di Bertolucci, alla trilogia de Il Padrino di Coppola (sebbene non abbia niente a che fare con la malavita) o anche La casa degli spiriti Bille August. Insomma fin dall’inizio del film del portoghese Tiago Guedes, presentato in concorso al Festival del cinema di Venezia 2019, si capisce subito che si racconterà una storia in cui c’entrano la famiglia e la terra. Un’epopea famigliare tra segreti e intrighi che in superficie attraversa anche la storia del Portogallo, nazione poco conosciuta a livello cinematografico e di cui la Mostra di Venezia ha contribuito a diffonderne la cinematografia con le proiezioni dei film di Manoel de Oliveira.
A Herdade (The Domain) è un’epopea di una famiglia portoghese
Il film si muove dall’inizio del ‘900 quando il protagonista bambino, João Fernandes (interpretato da Albano Jerónimo), scopre insieme al padre il cadavere del fratello impiccato. Brutale scoperta che però preparerà il personaggio a essere pronto a ciò che la vita gli metterà di fronte, senza temere nulla. Con un balzo in avanti di 40 anni ritroviamo João da adulto; ora è il carismatico proprietario di una delle più grandi tenute d’Europa, 14 mila ettari sulla riva sud del fiume Tago. L’importanza della sua proprietà si riflette con gli atteggiamenti da re (giusto) che ha il personaggio, in modalità contrapposte alle pressioni che il governo militare di Salazar esercita sul proprietario terriero. Quest’ultimo deve necessariamente schierarsi per evitare provvedimenti, in particolare dimostrando appoggio per la politica coloniale in Africa.
Siamo a pochi passi da quella che sarà la Rivoluzione dei Garofani del 1974 che porrà fine alla dittatura militare ripristinando la democrazia. Il vento del cambiamento inizia a soffiare. In questo scenario João combatte con le sue idee progressiste, empatizzando con i contadini che lavorano per lui. Combatte con una mentalità d’altri tempi, quella di quei proprietari terrieri che sposano una donna solo per avere un erede maschio. A Herdade (The Domain) è quindi allo stesso tempo un grande affresco del Portogallo nella seconda metà del ventesimo secolo e un dramma familiare che arriverà all’epoca capitalista.
A Herdade (The Domain) è un’occasione sfumata per raccontare la lotta di classe e la storia del Portogallo
Nonostante le quasi 3 ore di durata del film, A Herdade (The Domain) pecca di superficialità: il grande arco temporale in cui si svolge il film è difficile da gestire, come anche l’approfondimento dei personaggi. Nonostante l’equilibrio nel raccontare l’ascesa e la caduta, economica e morale, della famiglia di proprietari terrieri, e il contesto storico in cui i personaggi vivono, oltre alle connessioni tra potere economico e politica, resta la sensazione di incompletezza. Il melodramma familiare e alcune interpretazioni troppo enfatizzate aggiungono pesantezza a una regia classica e talvolta poetica, soprattutto quando in campo entrano le distese di terra. Tiago Guedes, al suo terzo film (tra le sue opere c’è anche Coisa Ruim, Blood Curse, il primo horror demoniaco portoghese), tocca degli argomenti importanti e avvicina il pubblico a una cultura cinematografica tutta da esplorare.