The Spy: recensione della miniserie Netflix
Sacha Baron Cohen lavora sul suo primo ruolo drammatico in The Spy, miniserie Netflix ideata da Gideon Raff e basata su una vera storia di spionaggio negli anni Sessanta.
The Spy, diretta da Gideon Raff e interpretata da Sacha Baron Cohen, Hadar Ratzon Rotem, Yael Eitan e Noah Emmerich, è una miniserie Netflix basata sulla vera storia di Eli Cohen, contabile che negli anni Sessanta si trasforma in una spia israeliana per conto del Mossad.
The Spy, il trailer italiano della miniserie Netflix
I ruoli per i quali il nome di Sacha Baron Cohen sono legati a un elemento che li accomuna: la comicità. Ricordiamo l’attore per Borat, giornalista kazako nell’omonimo film di Larry Charles, o per il giornalista Brüno, apparso per la prima volta nella serie Da Ali G Show, dove compaiono sia Borat che Ali G, rapper immaginario incarnato dal medesimo attore. Più che per le opere, insomma, conosciamo Sasha Baron Cohen per aver ideato un mondo fittizio costellato di personaggi, macchiette, assurdi in grado di fortificare il suo modo di fare satira. Lo stesso titolo di Borat non è abbastanza conosciuto nella sua interezza (è Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan) ma la dice lunga, al riguardo.
Sacha Baron Cohen: dalla commedia al dramma
The Spy si configura da subito come un passo piuttosto rilevante all’interno del percorso filmico di Sasha Baron Cohen: non solo appare ovvio che la miniserie sia la prima opera che lo vede impegnato in un ruolo drammatico, ma anche che questa sia marcata dall’impronta riconoscibile dell’attore, affascinato da tematiche analoghe a quelle su cui s’imperniavano le sue commedie. Se è vero che il tono cambia totalmente l’impressione che un film (o una serie tv) è in grado di lasciare allo spettatore, è altresì vero che questo The Spy è innegabilmente l’altra faccia della medaglia del comico che conosciamo. E bisogna ammettere che, davvero, il punto di forza maggiore di questo prodotto è proprio l’interpretazione del protagonista, che si rivela perfettamente in grado di abbandonare i panni grotteschi delle sue caricature per lasciar spazio a un uomo schivo, misterioso e in progressiva mutazione della propria identità.
The Spy e gli ambienti politici della Siria
Il capitolo storico su cui si concentra The Spy parla della doppia vita di un uomo, del suo contatto e rapporto con gli oscuri ambienti politici della Siria, ed è uno dei più interessanti all’interno dell’intricata struttura della storia moderna. Va da sé ricordare che non solo non si parla dell’Occidente, non solo non si tratta della realtà e della Storia come percepita dal suo punto di vista, e non solo questa si configura come un’importante novità nella serialità; si ritrae un mondo dissimulato, celato, per quanto riguarda gli intrighi politico-economici e per quanto riguarda l’attenzione che si pone alla vita privata del protagonista.
Su carta, The Spy avrebbe tutte le carte in regola per attirare l’attenzione del pubblico, anche quello delle serie tv, stavolta in direzione contraria allo svago e al puro disimpegno: lo si porta verso un concetto di serialità ridotta (sei episodi) e capace di impegnarsi, capace di farsi riflessione al di là dello svago, e non c’è alcuno sconto sul registro adottato, chiaramente serioso e drammatico fino alla fine; complice anche la direzione della livida fotografia, fissata sui toni del grigio e del bianco.
Quello che, di The Spy, convince meno è la resa finale, quindi paradossalmente il prodotto per come giunge allo spettatore. Ci vuole una sapienza di scrittura non da poco per riuscire a rendere, su schermo, ogni dettaglio che concerne lo spionaggio senza risultare freddi, eccessivamente scolastici o macchinali. Ed è questo ciò che Gideon Raff, alla sceneggiatura insieme a Max Perry, sbaglia. L’intrico delle vicende relative all’attività segreta viene sbrogliato in maniera non solo meccanica, ma anche inframmezzata da continue incursioni in un privato (quello del protagonista) che risulta davvero troppo convenzionale e approssimativo per costituire un elemento fondamentale della narrazione.