Rosa: recensione del film con Lunetta Savino
Recensione di Rosa, un film che supera continuamente i confini: della morte, della sessualità, della ri-scoperta di sé e del mondo, con protagonista Lunetta Savino.
Non è una scelta a cuor leggero quella che ha deciso di affrontare Katja Colja. La sua opera prima, infatti, non sarebbe potuta essere più audace. Non perché affronti il genere in maniera inedita, né perché ricerchi uno stile ostico e eccessivamente innovativo, tanto da rischiare di poter allontanare il pubblico. Ma, pur nella sua semplicità, pur in quelle sue leggere pecche che riescono fortunatamente a passare in secondo piano nella funzione complessiva della pellicola, il suo Rosa intende esplorare in maniera disinvolta, eppure attenta e delicata, temi ancora ignorati nel panorama italiano.
Realtà legate alla vita, alla perdita, alla sessualità e alla morte che il nostro Paese non ha ancora il coraggio di indagare adeguatamente, ma di cui il lungometraggio d’esordio della Colja ne può rappresentare un primo passo.
Rosa (Lunetta Savino) è una madre rimasta senza una figlia. Ha ancora il marito Igor (Boris Cavazza), dalla quale però si sta separando, e un’altra figlia che sta per varcare la soglia dell’altare. Eppure, tutto quello a cui Rosa riesce a pensare, è quella mancanza che cercherà di riempire riscoprendo il carattere e la vita taciuta della ragazza, avventurandosi in una ricerca che le permetterà di ritrovare una sorta di pace con il proprio quotidiano e, ancora di più, con se stessa.
Rosa: i confini e la sessualità di una donna
È un percorso reso in forma filmica quello della protagonista di Rosa e del suo attraversamento di un confine inesplorato. Sono proprio i limiti, i perimetri che ci trattengono nelle nostre file, che il film di Katja Colja vuole superare. Dalla morte alla rinascita, dal grigiore al colore, dalle ombre alle luci. Dall’ignorare il proprio corpo a riscoprirlo e riappropriarsene in prima persona. È un processo per nulla immediato quello che vuole suggerirci l’opera, ma che dipana durante la sua durata e fa arrivare con morbidezza e premura.
E se ogni dipartita porta con sé i semi per una nuova rinascita, quella che intraprenderà il personaggio di questa madre sessantenne ha inizio dall’approfondimento di un lato della propria figlia sconosciuto e che, inaspettatamente, saprà fare suo. Nell’addentrarsi nell’universo della sessualità femminile, nella condivisione con un gruppo di alleate e nel conoscersi come mai si era conosciuta prima, Rosa ricomincerà prima di tutto come donna a riaprisi a un mondo che aveva continuato a tenere chiuso dietro le spesse tende della sua casa. Aderendovi sia come madre che tenta l’ultimo legame con la propria figlia, sia come identità individuale e femminile che, nonostante l’età, ritrova la curiosità per un piacere che non bisogna mai smettere di alimentare.
Rosa: l’elaborazione del lutto attraverso la (ri)scoperta di se stessi
Nell’insolita congiunzione tra morte e sensualità, assenza e riaffermazione di una fisicità che la stessa Lunetta Savino non ha pudore di nascondere, il film della Colja si addentra in una narrazione che tanto deve all’interpretazione della sua brava attrice protagonista e altrettanto alla volontà di non fingere l’inesistenza di una sessualità che si ha sempre il timore di esporre. Una verità che giunge fino al legittimo autoerotismo, rendendogli il dovuto rispetto in quanto pratica che appartiene tanto alla gamma maschile, quanto a quella femminile e che Rosa non ha timore di mostrare nonostante – e soprattutto – per l’età.
Calibrando l’atmosfera da dramma, che molto pressa sul principio della pellicola, e quella sua presa di coscienza graduale, che modifica i toni del racconto pur mettendoci il proprio tempo, Rosa è quell’elaborazione la quale ci insegna che, a volte, è necessario ripartire da noi stessi per poter ricominciare. Che è indispensabile ritrovarsi, anche come non si sapeva di poter essere o diventare.
Rosa, prodotto da Minimum Fax Media con Rai Cinema, sarà nei nostri cinema dal 18 settembre distribuito da Minimum Fax Media con Altri Sguardi.