Thor: Love And Thunder – la Portman sulla sua assenza in Ragnarok
L'attrice spiega i motivi che l'hanno tenuta lontana dal terzo cinecomic sul Dio del Tuono e racconta la felicità dell'essere nuovaente in pista in casa Marvel.
L’attrice Premio Oscar per Black Swan Natalie Portman parla del suo ritorno in Marvel con Thor: Love and Thunder
In Thor: Love and Thunder, diretto ancora una volta da Taika Waititi, vedremo per la prima volta la versione donna del Dio del Tuono. Ad interpretare la degna Jane Foster sarà ancora una volta Natalie Portman che, come sapete, credevamo tutti essere ormai fuori dal MCU, salvo rivederla in un cameo in Avengers: Endgame e poi tornare addirittura come protagonista in questo quarto cinefumetto dedicato al personaggio di Chris Hemsworth che, ovviamente, ci sarà, come confermato da Waititi.
Parlando con Entertainment Tonight del suo nuovo film, Lucy in the Sky, la Portman si è aperta sul suo ritorno alla Marvel.
Sono venuti da me. Ovviamente non ero inserita nel terzo film di Thor per il luogo in cui era ambientato. Insomma, non era proprio sulla Terra e il mio personaggio era lì che si trovava. E poi sono venuti da me con la quarta idea e hanno detto, sai, abbiamo questa idea, quella era una trama in alcuni dei fumetti in cui Jane diventa Lady Thor. Ed è stato molto esaltante per me sentire questa ipotesi. E ovviamente non vedo l’ora di lavorare con Taika; poi adoro Tessa [Thompson] e Chris [Hemsworth] tantissimo e sono felice all’idea di lavorare nuovamente con loro. E sì, sono molto entusiasta di poter usare il martello.
I fumetti di Jason Aaron che dovrebbero in buona parte ispirare il nuovo film di Waititi si basano sull’idea che Thor non è più degno di usare Mjolnir. Il martello viene quindi sollevato da una donna misteriosa che inizia a combattere il crimine con il nome di Thor e in seguito si rivelerà essere proprio Jane Foster. Sulla Terra, Jane Foster soffre di una gravissima malattia, un tumore terminale, e l’uso di Mjolnir la mantiene in vita ed elimina i sintomi, salvo farla stare ancora peggio – velocizzando anche il corso del male – quando invece non usa i poteri.