Brave ragazze: recensione del film di Michela Andreozzi
Michela Andreozzi dirige il secondo film Brave ragazze, ma la sintonia che c'è tra le quattro protagoniste non si ripropone in maniera costante nel film.
Sono madri di famiglia. Sono donne che si prendono cura della casa, che si mantengono con i loro risparmi, che magari alzano un po’ la voce ogni tanto, ma che ci sono sempre per sostenere un’amica in difficoltà. Ma non chiamatele Brave ragazze, perché potrebbero ingannare anche voi. Sono Ambra Angiolini, Ilenia Pastorelli, Serena Rossi e Silvia D’Amico, le nuove protagoniste della commedia scritta – insieme a Alberto Nanni – e diretta da Michela Andreozzi, alla seconda regia dopo il debutto nel 2017 con Nove lune e mezza.
Se alla sua prima pellicola dietro la macchina da presa la Andreozzi concentrava la propria lente al femminile sulla gravidanza e l’universo insolito che poteva andarsi a creare intorno a quest’ultima, stavolta l’interprete e regista romana sceglie di tornare indietro nel tempo, ripescando dai giornali un fatto di cronaca degli anni Ottanta e trasportandolo dalla provincia francese a quella italica. Il crimine centrale, però, rimane più o meno lo stesso: arrivate sulla soglia del lastrico, quattro donne di paese decidono di travestirsi da uomini e mettere in atto una rapina.
Brave ragazze – Ispirato a una storia vera, tra travestimenti e amicizia
Solo alcune dinamiche si discostano dalla realtà, come l’abuso di violenza che il marito di Maria (Serena Rossi) esercita con ricorrenza sulla moglie. Per il resto, però, la storia ripercorre con fedeltà – romanzata – l’assurda idea di un gruppo d’amiche che, nel film di Michela Andreozzi, non possono far altro se non infrangere la legge, grazie anche al forte legame che le unisce nella vita e che dona all’improbabile gruppo il coraggio di mettere in pratica il loro misfatto.
Una coesione che le interpreti hanno riportato come solidarietà sul grande schermo. Quella di un quartetto di donne che danno prova della loro fedeltà, personaggi in bilico nella vita di tutti i giorni, tra padri che decidono di scomparire abbandonando i figli e mariti che preferiscono picchiarti piuttosto che pensare di vederti tra le braccia di altri. Lealtà, amicizia, soprattutto armonia tra i temperamenti discordi delle protagoniste, che sanno incastrarsi incisivamente tra loro. Coincidenza di nessi che Brave ragazze, però, sembra perdere nella concatenazione degli eventi della propria storia, su di una sceneggiatura che non sempre dimostra la scioltezza necessaria per portare avanti le situazioni in maniera snella e precisa, arrivando comunque alla propria conclusione senza deludere eccessivamente lo spettatore.
L’ambizione che un film come Brave ragazze presenta non riesce a riflettersi nella compiutezza totale della pellicola, che continua ad affermare il potenziale della Andreozzi come regista, ma che sorprende meno della brillantezza del suo lungometraggio di esordio, pur permettendo al pubblico di ammirare la tenacia e la cura che, comunque, si percepiscono anche nella sua seconda opera. Un attrito che condiziona le singole interpretazioni delle protagoniste, che pur creando una buona sintonia quando si tratta di affermare l’intesa tra le quattro amiche, non sono poi in grado di lasciare allo spettatore qualcosa che vada oltre la canonicità dei loro personaggi presi individualmente.
Brave ragazze – Gli impedimenti per mettere su un gran colpo
Solo Ilenia Pastorelli, finalmente smontata della costante femminilità che sembrava dotarla di un’unica maschera, presenta con carisma un ruolo che, pur toccando alcune sue corde recitative, sembra metterla sotto una luce nuova. Vestendo con convinzione il ruolo della sua Chicca, l’attrice non si limita a una grettezza che avrebbe rischiato di imprigionarla, come già successo, anche in Brave ragazze, ma che l’attrice riesce invece a smorzare con veri attimi di tenerezza, che permettono respiro e verità al suo personaggio.
Con una ricostruzione degli anni Ottanta che, pur nella sua semplicità, dona un proprio carattere alla pellicola e uno stile unico per qualsiasi look dei protagonisti, Brave ragazze inciampa sull’assoluta voglia di riuscire, dimenticando un po’ della fulgidezza di cui Michela Androezzi è capace. Un heist movie che, come le sue protagoniste, ha diversi impedimenti nel mettere in pratica il proprio piano, ma, pur affannandosi, porterà comunque a compimento il colpo.
Brave ragazze, prodotto da Paco Cinematografica e Vision Distribution, sarà in sala dal 10 ottobre, distribuito da Universal Pictures e Vision Distribution.