Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer: Maleficent 2? Un messaggio di speranza
Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer presentano Maleficent 2 - Signora del male, tra bene e male, legami di sangue e inclusione.
Dopo il suo passaggio al lato buono, Malefica torna nuovamente al cinema. A cinque anni dall’uscita nelle sale di Maleficent , dove nel 2014 era l’amore di una madre a salvare dal sonno eterno la bella Aurora, la regina delle tenebre torna fiancheggiata da una rivale alla sua altezza. A sfidarsi in Maleficent – Signora del male sono, infatti, Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer, quest’ultima andatasi ad aggiungere al duo di protagoniste che l’interprete del personaggio di Malefica formava insieme all’attrice Elle Fanning e che va donando alla storia della creatura alata ulteriori sfumature. È, infatti, in zone grigie in cui Maleficent – Signora del male va esplorando, l’indagine sul bene e sul male incarnati dalle complessità dei personaggi dalle due attrici e di cui sono proprio Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer a parlare.
Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer parlano di Maleficent 2 – Signora del male, al cinema dal 17 ottobre 2019
Con l’arrivo della regina Ingrith in Maleficent – Signora del male, la schiera di personaggi femminili complessi va allargandosi in questa storia cominciata nel 2014. Come si affrontano queste sfumature in ruoli così articolati?
Angelina Jolie: “È proprio perché si tratta di personaggi così complessi che si prova gioia ad interpretarli. La cosa interessante è che nel film ci sono sia donne che uomini forti, personaggi femminili a cui vengono messi accanto personaggi maschili coraggiosi, da cui imparare e che le sostengono. Perché è dalla diversità che nasce la forza. Ad esempio, ci siamo interrogati molto attorno alla figura di Aurora, ci chiedevamo se era il caso di renderla più battagliera e dura, una sorta di Giovanna D’Arco. Ma era inutile una svolta simile, non è nella natura del personaggio, il cui punto forte è, invece, la dolcezza. Quella è la sua vera potenza. Perché è bene rendersi conto delle diversità che ci sono anche nella femminilità. Come una mamma che mette al letto i propri figli la sera e racconta loro la storia della buonanotte: anche questa è una donna forte a suo modo”.
Michelle Pfeiffer: “È stato interessante interpretare uno di questi tre personaggi femminili, tutti molto forti e potenti in maniere differenti. Credo poi il film sia uscito nel momento giusto. Ciò per cui combatte Aurora è molto femminista: saper governare sul regno, magari anche su due, non dovendo rinunciare all’amore della sua vita.”
E com’è sapere di essere personaggi appartenenti a delle storie che hanno accompagnato tante persone? Ruoli che davvero trattano l’ambito della fantasia?
A.J.: “È molto divertente e, se devo essere onesta, anche liberatorio. Qualcuno magari pensa di non volersi vestire come una fata, quando poi lo fa si accorge che non c’è nulla che ti fa sentire più libero. È come uscire dalla propria mente e mettersi a giocare con lo spettatore, trasmettendo insieme anche dei temi importanti.”
M.P.: “Sono parti che si affrontano come qualsiasi altro personaggio, che per me significa cercarne l’umanità. Al contempo è di certo più divertente, perché puoi permetterti di rompere certi schemi. Non sarò una fata nel film, ma anche cercare di mettere paura mi ha divertito. Pur lavorando sodo ogni giorno, tra costumi, spostarsi da un teatro di posa all’altro, ecc…”
Come avvenuto per il primo film, anche il sequel pone in maniera centrale la questione della maternità. Cosa pensate, dunque, dei legami familiari di sangue o meno? E quanti tipi di maternità ci sono?
M.P.: “Ingrith, il mio personaggio, è davvero la madre del suo regno. Prende molto seriamente il proprio ruolo e farà di tutto per proteggerlo. Questo porta anche a dei sacrifici e, a volte, anche un atto cattivo si pensa possa servire per un bene superiore.”
A.J.: “Malefica vive la maternità in maniera particolare, un po’ come è avvenuto a me. Quando ero giovane pensavo che non sarei stata in grado di poter essere madre, non credevo di averne le facoltà. Poi un giorno mia madre mi disse che sarei stata capace proprio per questo, perché il modo migliore per esserlo è preoccuparsi di cosa si farà. Malefica si pone molte domande sulla propria condizione, non pensava di poter essere madre, invece non solo lo è diventata, ma Aurora ha portato anche equilibrio nella sua esistenza scompigliata e selvaggia. Credo poi che la famiglia non dipenda solo dal sangue. Mi sento così fortunata di poter avere questa vita, con questa famiglia e questi miei figli.”
Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer: “È bello interpretare personaggi così fantasiosi o cattivi, ma sempre cercandone l’umanità”
Il messaggio di Malficent – Signora del male guarda all’inclusione tra persone, all’importanza di creare dei ponti che le uniscano. Cosa ne pensate di questa chiave di lettura?
A.J.: “È un messaggio più importante che mai oggi. In questa contemporaneità siamo tutti connessi, è molto più facile raggiungere altri posti, viaggiare, sia per terra che per rete, eppure si percepiscono ancora un’intolleranza e una violenza inaccettabili. E la cosa più assurda sono le figure di potere che sfruttano questo malcontento e che cercano di fare presa proprio su visioni che ci vogliono divisi e in lotta tra di noi. Ma la verità è che non potranno mai vincere, perché è proprio la diversità che ci unisce e ci rende più forti. Queste persone parleranno anche di odio e di differenze, ma la verità è che sappiamo tutti di essere uguali e, soprattutto, meglio di così.”
M.P.: “Credo che i giovani di oggi siano più tolleranti, nonostante alcuni elementi che vorrebbero dividerci. Forse chi non accetta l’altro oggi avrà più spazio, ma sappiamo tutti che la nostra vera forza è nella diversità, che è poi ciò che ci fa sopravvivere. Bisogna accettare l’unico pianeta che abbiamo e, con questo, tutte le persone che ci abitano sopra.”
A.J.: “Un po’ come la questione sull’ambiente. Molte volte il problema è che le persone non si curano degli indigeni che vivono in quelle terre e non per ignoranza, ma proprio per avidità, ingordigia, arroganza. Potenziarci ci aiuta ad andare avanti, ma bisogna tenere conto dei danni. Perché non è da lasciare tutto in mano alla natura, ma l’importante è saper essere responsabili.”
Visto il successo di Maleficent e, ora, l’uscita del suo sequel, la Disney sembra ancora saper intercettare bene il pubblico. Secondo voi dove risiede la sua fortuna?
A.J.: “Credo dipenda dal tipo di film e dalle scelte che lo studio prende, anche di coraggiose, come quella di rendere un personaggio come Malefica buono. Tu sai che quando sei di fronte a un film Disney ci saranno determinate cose, mentre altre assolutamente no ed è bello sapere che esista un prodotto per cui puoi poter portare al cinema i tuoi figli.”
Cosa vi resterà di più di questi due film su Malefica e Aurora e, sopratutto, su ciò che significa il doversi dividere tra bene e male?
M.P.: “La cosa che ho amato del primo film è che, come tutte le favole, parlava molto al presente. E anche questo secondo capitolo parla di quanto è complesso avere a che fare sia con il bene, che con il male. La verità è che noi viviamo costantemente in una zona grigia dove non è sempre facile capire cosa è fatto per il bene e cosa no, mentre questo bellissimo fantasy cerca proprio di spiegare quanto può essere complesso doversi dividere tra queste due realtà.”
A.J.: “Sono stata attirata dal copione del primo Maleficent e sono stata entusiasta quando Michelle Pfeiffer ha scelto di unirsi a noi per il secondo. È proprio la differenza tra bene e male che mi ha attirato, non solo per il mio rapporto con le nazioni unite e i migranti. Quando Malficent viene allontanata è perché le viene detto che è diversa dagli altri e queste, nella vita vera, sono cose che mi fanno arrabbiare tantissimo. È dalle differenze che nasce il bello. Anche per ciò che riguarda l’essere cattivo: può essere divertente, ma, in fondo, se si alza bene il sipario, ci si rende conto che dietro non c’è altro che una persona che ha paura.”