Peaky Blinders – Stagione 5: recensione della serie TV

La famiglia Shelby ritorna su Netflix con la quinta stagione: Peaky Blinders 5 non delude anzi alza l'asticella e si dimostra uno show in piena vita

È bello quando stagione dopo stagione, gli show alzano l’asticella non solo per la qualità della messa in scena, l’eccellenza nelle interpretazioni (prima tra tutte quella del protagonista Cillian Murphy), l’accuratezza della scelta musicale, ma soprattutto per il coraggio nella stesura di una sceneggiatura ricchissima, che propone una trama che premia i colpi di scena e osa nella costruzione di moltissime linee narrative. In questo senso Peaky Blinders è di certo una selle serie tv che non delude e dopo una quarta stagione – probabilmente la migliore fino ad ora per equilibrio – di grande valore artistico ritorna con tanti assi nella manica, anche se in questo caso sarebbe meglio dire tante lamette nella visiera del cappello. Al timone dello show BBC c’è sempre Steve Knight, che dopo la deludente esperienza cinematografica con Serenity – L’isola dell’inganno, ritorna in tv riportando in scena la famiglia Shelby, di nuovo nei guai. Guai seri, perché di mezzo ci sono la crisi del 1929 e l’avvento delle formazioni politiche fasciste.

Peaky Blinders 5: potere, famiglia, ricchezza

netflix, cinematographe.it

La quinta stagione dello show inizia nel Martedì Nero del 1929, quando il crollo delle borse dava il via alla Grande Depressione, ma soprattutto mette a repentaglio la stabilità economica degli Shelby. Le aziende legittime che gli Shelby hanno acquisito negli Stati Uniti subiscono un duro colpo dal crollo del mercato azionario, facilitato in parte da Michael (Finn Cole) che non ha obbedito agli ordini di suo cugino, che gli aveva ordinato di vendere le loro azioni in previsione di un crollo del mercato. Ora Tommy deve rimettere tutto a posto e per farlo dovrà prendere accordi per raccogliere il denaro necessario per ristabilire la situazione, ma soprattutto insieme agli altri Shelby dovrà sporcarsi le mani e tornare ai vecchi tempi, con traffici illeciti e omicidi, tutto mantenendo alta la sua reputazione da politico. Sarà questo il motore del nuovo caos che investirà la famiglia Shelby, pronta come sempre ad affrontare qualsiasi crisi.

La famiglia Shelby è in grandissima crisi

Peaky Blinders Cinematographe.it

Non è solo una questione economica perché Tommy deve fare i conti con i suoi demoni: ormai è sempre più vulnerabile ed emotivamente isolato, ha il timore che qualcuno possa detronizzarlo, in più ci sono sempre i traumi che si porta dietro dalla prima guerra mondiale e il dolore della perdita di una moglie, e ancora la pressione di poter sfruttare il suo potere per far qualcosa di buono per la sua gente. Anche gli altri membri della famiglia non se la passano benissimo: Arthur (Paul Anderson) dovrà occuparsi della sua furiosa istintività e arginare la sua crisi matrimoniale con Linda che lo spinge ad avere più potere decisionale nella compagnia, Ada dovrà fronteggiare una nuova scomoda gravidanza, Michael dovrà riconquistare la fiducia nella famiglia e inserire anche la sua nuova moglie, un’ambiziosa  statunitense interpretata da Anya Taylor Joy (Glass). In questa stagione si avverte la frattura profonda che si sta creando nella famiglia e che di sicuro si svilupperà nelle future stagioni 6 e 7: sembra che l’equilibrio che Tommy cerca continuamente di mantenere, possa saltare da un momento all’altro.

Uno dei grandi pregi di Peaky Blinders è l’ambientazione storica

Sam Claflin

La grandezza di Peaky Blinders è di certo data dall’unione del dramma familiare con gli intrecci storici e politici che mutarono il corso del mondo. Siamo all’alba degli anni ’30 quando i movimenti nazionalisti stanno prendendo potere, dal fascismo al nazismo, preannunciando le tensioni politiche che sfoceranno nel secondo conflitto mondiale. Il nuovo personaggio di Sam Claflin, Oswald Mosley, è il rappresentante di un nuovo partito nazionalsocialista che sta per nascere e rappresenta il “diavolo in persona” o comunque tutto quello che Tommy, nonostante la sua natura da gangster, rifugge. Il personaggio di Sam Clafin è di certo il miglior cattivo di sempre della serie tv, perfido e sprezzante rappresenta il vero male: un fomentatore delle masse che preme sulle paure per portare avanti una visione perversa del mondo, mascherata da socialismo. Di certo il peggior carattere di tutto lo show: prima di lui c’erano stati il mafioso Luca Changretta (Adrien Brody) e l’esponente dei servizi segreti britannici Chester Campbell di Sam Neill.

La quinta è la stagione più dark di tutte

Peaky Blinders 5 Cinematographe.it

L’inquietudine che alimenta Peaky Blinders 5 è data non solo dal periodo storico in cui si colloca ma anche dal tono cupo in cui sono immerse tutte le sei puntate (anche il suono del ferro che sbatte sull’incudine di inizio puntata è cambiata con un suono più grave e distorto). In particolare questo tono dark si eleva al massimo nelle scene in cui veniamo in contatto con i Billy Boys, una banda di fascisti scozzesi che vogliono una fetta della torta di Tommy. Delinquenti che seminano mine nel giardino di Tommy e che crocifiggono affiliati degli Shelby: entrambe le scene sono rappresentate con un pathos altissimo che eleva la regia dello show ad una delle migliori mai viste in televisione.

Peaky Blinders 5 si conferma una perla del mondo seriale

Peaky Blinders, cinematographe.it

Non è finita qui perché Peaky Blinders 5 mette tanta carne al fuoco, ma non dimentica la sua natura di Crime Show e il suo lato più gangster. Questa stagione regala alti momenti di intrattenimento, tra sparatorie, momenti di tensione e scene super cool al ritmo di una colonna sonora eccezionale, che conta tra gli altri anche alcuni pezzi dei Black Sabbath (War Pigs e The Wizard) celebre band heavy metal originaria di Birmingham. La costruzione ineccepibile dal punto di vista interpretativo (una triade, su tutti Cillian Murphym Helen McCrory nei panni di Polly Gray e Sam Claflin), di ricostruzione storica, la regia moderna, ma ricca di movimenti di macchina che richiamano un certo cinema del passato, l’alto pathos e il contesto storico che apre riflessioni sulla nostra modernità, non fanno che confermare la grandezza di una serie tv che finalmente viene riconosciuta come perla a livello mondiale. Quando si dice di portare l’arte in salsa postmoderna in tv allora si deve dire Peaky Blinders!

Regia - 5
Sceneggiatura - 5
Fotografia - 5
Recitazione - 5
Sonoro - 5
Emozione - 5

5

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