Baby – Stagione 2: recensione della serie TV Netflix
Baby 2 è l'ennesima prova che molte cose si potrebbero fare ma bisogna volerlo veramente e non si può lavorare con il freno a mano tirato.
“La prima impressione è quella che conta” si dice fastidiosamente usando un detto; questa affermazione è però perfetta per un prodotto che fastidiosamente mostra sempre le stesse tematiche senza nessun tipo di originalità. Baby 2 è questo, una stanca coazione a ripetere, giorni e notti tutte uguali, personaggi più o meno sempre uguali a se stessi – una scelta stilistica si potrebbe pensare per rappresentare l’inferno in cui sprofondano le ragazze ma sembra impossibile pensarlo – e la prima impressione, quella cioè che si trattasse di un prodotto poco interessante, era giusta.
Baby 2: una stagione in cui succede tanto ma è come se non succedesse nulla
Dopo i primi tre episodi incredibilmente accade qualcosa: Chiara viene sorpresa con un cliente e immortalata da un cellulare – quello di un suo compagno di scuola -, lo spettatore pensa: “Finalmente succederà QUALCOSA – si badi bene di cose ne capitano in Baby ma tutte superficiali, prive di profondo interesse -“, invece no, o meglio accade l’ennesimo evento che non porta ad una vera evoluzione: viene ricattata dal “fotografo”. Il “colpo di scena” è solo un “fuoco di paglia” perché questo non porta ad una svolta.
Baby 2 vede Ludovica che continua a mettere da parte i sentimenti per non soffrire, vive il suo ruolo di baby squillo come uno dei pochi attimi di felicità, dall’altra parte Chiara continua a mentire, a ordire trama su trama ma si affossa con le sue stesse mani – si allontana nuovamente da Damiano, deve iniziare una relazione senza senso -, sembra subire la vita notturna come una spada di Damocle ma a poco poco emerge la verità: quella è la vera Chiara. Se Ludo continua a dirle che lei è fortunata perché ha un ragazzo che la ama, Chiara dal canto suo distrugge la relazione con Damiano. Il giovane uomo, prima è invischiato in un debito con Fiore e costretto a fare da autista a una escort, poi, lasciato dalla ragazza crolla in un vortice di dolore, apatia e disperazione.
Quel tema, mal sviluppato e che invece dovrebbe essere alla base di un lavoro come questo, l’essere scoperti – non a caso Non avere paura di Tommaso Paradiso è la colonna sonora della stagione -, continua ad essere un timore di facciata: la differenza tra le baby squillo e le studentesse sta negli abiti e nell’atteggiamento, niente di più. La loro maschera sta per essere tolta e svelata la loro identità ma ciò sembra non toccarle come se da una parte volessero essere scoperte. Il pericolo non si avverte se Ludo scappa, fugge, non si accorge che in realtà sta finendo nella tana del lupo, Chiara rappresenta, come l’aveva descritta Saverio, la vera follia razionale – colei che prima sembrava un angelo, ora è colei che tira le fila – e non fa nulla per “cancellare” i segni di Emma, il suo alter ego.
Baby vorrebbe essere una serie moderna che racconta lo scandalo ma non riesce in questo intento, rimane ancora la serie che analizza, seguendo i tipici cliché del caso, l’adolescenza di oggi: un mondo che è una caricatura, qualcosa di grottesco – le feste, gli incontri tra le baby squillo e gli uomini che accompagnano. Nessuno è felice, nessuno vive bene la propria giovinezza e neppure gli adulti passano giorni migliori: non hanno la forza di separarsi, incastrano ragazzine, passano le notti con i loro studenti, si lasciano sopraffare dai desideri più profondi e amorali.
Baby 2: un racconto che sta un passo indietro
Baby 2 è ingenua, e non leggera, racconta i giovani come piatte figurine – anche la recitazione purtroppo risulta altrettanto piatta – che hanno poco da dire e poco da raccontare. La disperazione di Damiano quando capisce di essere rimasto solo viene rappresentata con una sorta di attacco di panico fine a se stesso, le lacrime di Ludo che si trova costretta a trovare riparo tra le braccia del suo insegnante (un suo cliente) perché nessuno la vuole aiutare – anzi la madre, iniziando presumibilmente a capire la doppia della figlia, le dice che si fida di lei e che le lascia ampia libertà di azione – sono poca cosa perché non sostenute da niente, l’orgoglioso ritrovamento della propria identità da parte di Chiara è una fastidiosa presa di posizione alquanto frivola di un personaggio che non ha la statura per essere una novella femminista da “il corpo è mio e me lo gestisco io”.
Sembra incredibile eppure il problema di Baby è quello di essere fin troppo moralistica e paternalistica: è come se volesse fermarsi sempre un po’ prima o arrivare un momento dopo. Il sesso c’è ma non è il perno attorno al quale la serie gira. Il caso delle baby squillo è proprio una questione sessuale, non raccontando questo si perde il baricentro, una questione che riguarda in un altro senso la morale: il punto nella serie è che due minorenni per divertirsi fanno le escort – e le critiche conseguenti a questo fatto, Damiano resta sconvolto ma non da fidanzato ma da principe che vorrebbe salvare la propria ragazza -, non si tocca il motivo per cui diventino vittime di un becero commercio fatto sulla loro pelle.
Gli autori sorvolano su alcuni eventi – le dure immagini della serate passata da Ludo con un suo cliente che vorrebbe con violenza costringerla ad una pratica sessuale sono buttate lì a caso -, gli scontri tra compagni di scuola, gli amori tra i personaggi annacquano una storia importante che forse non dovrebbe essere narrata in questa maniera. Baby riduce il fenomeno a un nulla, vuole trattare un argomento di cronaca, senza fare il lavoro di analisi, di approfondimento, di “rivoluzione” tematica e resta così in una noiosa zona grigia che non sa di niente.
Baby 2: una serie che avrebbe potuto fare molto di più
Chiara e Ludovica, alla fine di questa stagione, sono praticamente allo stesso punto di prima, nonostante tante cose siano accadute: Chiara ormai, attraverso il suo lavoro ha scoperto chi è e chi vuole essere – o lo dice a Damiano -, Ludo ha deciso di ritornare da Fiore per trovare protezione. Chiara, se proprio vogliamo trovare una nota positiva in questa stagione, è uno dei pochi personaggi che ha avuto un suo percorso, un minimo arco narrativo, ma da dove è nata la sua indole da pasionaria del corpo, inteso come atto politico? Certo, Chiara ritrova, anche attraverso il sesso la sua libertà e riesce ad uscire da un mondo di ipocrisie, da un mondo in cui tutti la vorrebbero in un modo che forse è contrario a quello in cui lei è in realtà. L’equivoco sembra stare proprio qui, interpreta un personaggio o è la vera manifestazione di sé? Anche quando Chiara sembra aver trovato la sua risposta non si capisce fino a quando l’avrà trovata.
Dall’altra parte del “mondo” c’è Damiano che, sconvolto da ciò che è venuto a scoprire – anche Chiara faceva la baby squillo -, può essere nella prossima stagione una buona pedina per dei futuri risvolti. Cosa può fare un giovane uomo disperato che si sente tradito dalla propria ragazza?
Baby 2 è l’ennesima prova che molte cose si potrebbero fare ma bisogna volerlo veramente e non si può lavorare con il freno a mano tirato.