RomaFF14 – Share: recensione del film di Pippa Bianco
Recensione di Share (2019) di Pippa Bianco con protagonista Rhianne Barreto, un racconto intimista sul dolore e sulle conseguenze delle violenze sessuali nell'era dei social media.
La tematica della violenza del branco e dei relativi traumi è stata affrontata in lungo e in largo nella storia del cinema, ma Share (2019) scritto e diretto da Pippa Bianco con protagonisti Rhianne Barreto e Charlie Plummer, riesce a ben trasporre le conseguenze psicologiche sulla vittima di stupro nell’era dei social media.
Tratto dall’omonimo cortometraggio scritto dalla stessa Bianco nel 2015 con protagonista Taissa Farmiga, Share è stato presentato al Sundance Film Festival 2019 tanto da aggiudicarsi il premio come Miglior sceneggiatura al concorso indetto da Redford nel 1978. La pellicola della Bianco racconta della vita della cheerleader/giocatrice di basket Mandy (interpretata da Rhianne Barreto) come quella di tante altre ragazze della sua età, finché dopo una notte di follie scopre d’essere stata violentata dai propri amici. Sarà l’inizio di un viaggio tra gli abissi del proprio contesto sociale.
https://www.youtube.com/watch?v=cvtZkfeQBBo
La pellicola presentata alla Festa del Cinema di Roma, verrà distribuita in Italia da Sky – passando quindi direttamente per la finestra distributiva televisiva il 6 Novembre, per poi diventare parte integrante del catalogo onDemand.
Share: una lettura psicologica delle vittime di violenza a regola d’arte
Sin dalle battute iniziali risulta chiara la cifra stilistica del racconto: Share, infatti, attraverso una regia di piani medi e primi piani conferisce alla narrazione un ritmo lento dal carattere fortemente introspettivo e valorizzato da un montaggio che permette di incedere nella vita di Mandy in modo graduale. Per una narrazione fortemente intimista che alla base del titolo stesso, è caratterizzato da un linguaggio giovanile volto all’utilizzo dei social media in modo funzionale al racconto.
L’elemento dei social media è infatti fortemente presente in Share, a partire dall’atto di violenza del branco, una pietra narrativa brutale che conferisce alla pellicola un sapore di cinema d’evidente denuncia sociale nei confronti dell’atteggiamento del branco. Il racconto incede così in un’indagine a ritroso – sulla falsariga del ben meno maturo Una notte da Leoni (2009) di Todd Phillips – con cui la regista ci accompagna nello scoprire gli effetti e i fattori scaturenti della violenza – mai mostrata ma solo desunta – con cui Mandy ricostruisce quella folle notte tra digressioni temporali, segni sul suo corpo e indizi sui social media.
Share – ecco il trailer del film HBO basato sul corto di Pippa Bianco
La creazione e progressiva demolizione dell’intreccio narrativo – semplice nella sua creazione, ma altrettanto complesso nel suo dispiegamento – permette a Share di realizzare un quadro amaro e crudele della società americana, in cui emerge la forza d’animo della Mandy della Barreto nel contesto narrativo tetro e buio dell’America del 2019, qui rappresentato da una comunità che altro non è che un microcosmo socio-culturale d’assenza d’empatia e conclamato bullismo.
E lo fa mostrandoci le conseguenze nel proprio ambiente narrativo – oltre che dal sopracitato bullismo social (e non) – delineando un quadro a regola d’arte sul piano psicologico per la protagonista. Share ci mostra infatti i devastanti effetti di una violenza sessuale ora nell’accettazione del dolore e nei tentativi di riprendere una vita normale, ora nel farsi schiacciare dal senso di colpa del “un po’ se l’è andata a cercare” e “nessuno mi ha costretta a bere o a uscire, ho scelto io di farlo“.
Share e Pippa Bianco: è nata una stella
Pur subendo in parte una dilatazione dei tempi narrativi e un’eccessiva lentezza nella gestione del ritmo scenico, Share si conferma uno dei prodotti cinematografici meglio scritti del 2019, a testimonianza della bontà del premio vinto al Sundance 2019. Alla Bianco non interessa tanto mostrare la risoluzione dell’indagine sulla violenza (o presunta tale) nei confronti di Mandy, quanto far vedere i devastanti effetti sulla vittima e sulle reazioni della comunità.
Share, a fronte del suo essere un racconto fortemente retorico e “caricato”, è la dimostrazione del talento emergente di Pippa Bianco, autrice della nuova generazione volta a dar voce a giovani donne emarginate.