L’uomo del labirinto: la spiegazione del film di Donato Carrisi
ALLERTA SPOILER! Cosa succede nel finale de L'uomo del labirinto? Ecco la spiegazione del film di Donato Carrisi.
Pare che l’obiettivo principale di Donato Carrisi sia quello di giocare con lo spettatore inducendolo a ragionare e a scoprire la verità nascosta all’interno delle sue storie, ammesso sempre che ce ne sia una sola. Dopo il grande interrogativo posto con La ragazza nella nebbia, l’autore di Martina Franca propone un secondo film ancora più complesso: L’uomo del labirinto. Spiegarlo non è facile, così come non è stata semplice la sua comprensione per i lettori dell’omonimo romanzo da cui è tratto questo noir.
L’uomo del labirinto: leggi qui la recensione del film
L’uomo del labirinto: cosa succede nel film di Donato Carrisi?
Dunque, se avete visto il film e siete pronti ad affrontare qualsiasi spoiler pur di capire il significato della pellicola con Toni Servillo e Dustin Hoffman, siete nel posto giusto. Cercheremo infatti di analizzare e spiegare il finale del film L’uomo del labirinto. Prima di procedere, è bene ricordare il contesto in cui l’autore ci immette: siamo in una città che potrebbe trovarsi ovunque, caratterizzata da caldo infernale, strade desolate, poliziotti un po’ tonti, prostitute che sembrano essere un omaggio a Dario Argento e persone dai nomi un po’ troppo italiani o abbastanza americani. Al centro della trama una ragazza: Samantha Andretti, scomparsa una mattina mentre andava a scuola e riapparsa 15 anni dopo. Al suo destino si incrocia quello di Bruno Genko (Toni Servillo): un uomo che puzza di alcool e che per una vita si è occupato di recupero crediti. I genitori di Sam l’avevano chiamato per aiutarli a trovare la figlia, ma aveva fallito (a quanto pare non si era neanche troppo impegnato) e adesso, esattamente il giorno in cui i notiziari riportano la ricomparsa della ragazza, Genko sente il bisogno di fare qualcosa, di capire chi è il rapitore. E ha poco tempo per farlo, perché esattamente quel giorno scadono i sue ultimi due mesi di vita.
Contemporaneamente, a Samantha è stato affiancato un profiler, il dottor Green, la cui strategia è quella di trovare il rapitore non fuori ma attraverso i ricordi della ragazza. Ma qui arriva il bello! All’inizio del film infatti e per tutta la sua durata ci viene fatto credere che Valentina Bellè è Samantha Andretti e Dustin Hoffman il dott. Green. Quest’ultimo glielo ripete fin dall’inizio: spiega alla ragazza, in stato confusionale, che è stata rapita 15 anni prima, che si chiama Samantha Andretti e che il suo rapitore l’ha drogata. Ha una gamba rotta ma per il resto sta bene; la flebo che ha al braccio la disintossicherà pian piano, solo che non c’è tempo per attendere che faccia effetto, bisogna che lei cerchi di ricordare subito!
L’uomo del labirinto: tutte le trame del film
E così per tutto il film lo spettatore ascolta il racconto di Sam (Bellè): non sa come è arrivata nel labirinto ma si ricorda bene le sue pareti “vive”, il fatto di aver iniziato a giocare e che ogni livello sbloccato le portava una ricompensa: cibo, acqua, letto e così via. Ricorda persino una bambina nel suo letto e, dopo aver visto la cicatrice sul suo ventre, emerge persino il ricordo di diversi stupri, che comunque non ci portano a vedere il volto del rapitore. Ha avuto una bambina mentre era prigioniera? E che fine ha fatto?
Su questo ritorneremo tra un po’, nel mentre la cosa fondamentale da capire è che in L’uomo del labirinto ci sono due storyline che corrono parallele. L’autore ci fa credere che l’unica protagonista sia Samantha Andretti, la ragazzina scomparsa, ma non è così: come anticipa anche nella sinossi la vera caccia è all’interno della mente, il labirinto è la trappola in cui è racchiusa la vittima ma è soprattutto una metafora della nostra psiche e di quello che siamo indotti a credere quando abbiamo a disposizione solo alcuni sensi (e per di più annebbiati).
Quindi la prima trama è quella che vede protagonista la vera Samantha Andretti e Bruno Genko ed è ambientata prima della seconda, che invece vede al centro la Sam interpretata da Valentina Bellè e il finto dott. Green di cui veste i panni Dustin Hoffman.
L’uomo del labirinto: scopri qui le nostre interviste video a Donato Carrisi, Toni Servillo, Valentina Bellè e Caterina Shulha
Chi è Bunny, il rapitore de L’uomo del labirinto?
Esaminando la prima storyline, con l’indagine portata avanti da Genko, la domanda a cui si deve rispondere è soprattutto una: chi è Bunny? Prima di arrivare però a porsi tale quesito l’investigatore deve capire chi cercare e lo intuisce dopo aver ascoltato la chiamata arrivata alla polizia. La voce al telefono sembra metallica, modificata. Avverte le forze dell’ordine della presenza della presenza di una ragazza nella palude: è nuda e infreddolita e lui non vuole averne nulla a che fare. Genko va in quella palude, entra in una specie di pub in cui chiede da bere e lì ascolta la stessa voce sentita al telefono: è un uomo dal volto ustionato che ha subito una tracheotomia e, visto che ha piccoli precedenti, si è limitato a chiamare la polizia senza fornire le sue generalità. Ma mentre aspettava il loro arrivo ha visto qualcuno nel bosco: un uomo con la testa di coniglio e gli occhi a cuore. È evidentemente lui il rapitore.
Indagando proprio sulla figura del coniglio, Genko risale a un altro bambino scomparso moltissimi anni prima. Qui veniamo a conoscenza dei “figli del buio”, quei bambini che sono stati rapiti e, una volta liberati, è come se fossero rinati. Il bambino di cui Genko cerca le tracce era finito in una casa famiglia dopo un sequestro durato pochi giorni e del quale non aveva mai proferito parola. Lo stesso bambino che aveva sepolto dei conigli ancora vivi e che era affezionato a un fumetto in cui protagonista è un coniglio dagli occhi a cuore.
Mostrandolo a un collezionista, Genko scopre che si tratta di un fumetto apocrifo e che le sue immagini, allo specchio, rivelano cose tutt’altro che infantili.
Seguendo tale pista alla fine Genko arriverà a capire che ci sono stati diversi Bunny, tutti con lo stesso passato caratterizzato da un rapimento. Uno è l’ex sagrestano ormai malato, che ha consegnato il testimone al Bunny attuale, ovvero il dentista dalla vita perfetta che troviamo nella stanza di Linda (Caterina Shulha) e che è l’artefice del rapimento di Samantha Andretti e dell’omicidio della squillo. La giustizia alla fine viene a galla grazie al nastro registrato da Genko e consegnato alla polizia poco prima di morire.
Per inciso, visto che viene citato un uomo dalla strana voglia sul volto, è bene chiarire che non è lui il colpevole, viene solo usato dal vero Bunny per depistare la polizia.
L’uomo del labirinto: cosa succede nel finale? Chi è Mila Vasquez?
Quanto portato a termine dalla prima storyline fa parte della chiusura di un cerchio che per certi versi si incastra alla seconda trama.
Nel finale infatti capiamo finalmente che la ragazza che abbiamo visto nella stanza d’ospedale, interpretata da Valentina Bellè, non è Samantha Andretti, ma l’investigatrice Mila Vasquez, sposata con Simon Berish (Vinicio Marchioni), l’uomo che lavora all’ufficio persone scomparse e che vediamo lamentarsi della scomparsa della collega, che non si fa sentire da qualche giorno per via di un caso a cui sta lavorando.
Chiaramente Dustin Hoffman non è Bunny, ma conosce la storia di Samantha Andretti e la sta usando per confondere la vittima. Quanto i due rapimenti siano collegati non ci è dato saperlo. Ma dopotutto non sappiamo nulla circa la vera Samantha, visto che alla fine scopriamo che il dottor Green è un ragazzo giovane e che Sam (quella vera) non ha mai detto neanche una parola e molto probabilmente questa storia l’ha segnata per il resto della sua vita.
Tornando a Mila Vasquez, la donna si accorge di chi è solo quando ha finalmente la possibilità di vedersi allo specchio. Scopre la falsità dello scenario in cui è immersa, di trovarsi ancora nel labirinto e che il dottore che promette di aiutarla in realtà l’ha drogata. Riesce a trovare la mappa e a liberarsi. Quando arriva in superficie è tutto innevato e lei, toccandosi la cicatrice del cesareo, si ricorda della sua bambina: Alice.
Ma perché scopriamo solo alla fine la sua vera identità? Perché Mila Vasquez è la protagonista di un altro romanzo del Carrisi, Il suggeritore, e farci capire che quella non era Sam ma Mila non avrebbe permesso all’autore di compiere il twist finale.
L’uomo del labirinto: la scena finale con Toni Servillo e Dustin Hofman e il rimando a Il suggeritore
A proposito de Il suggeritore Donato Carrisi ci ha svelato qualcosa in merito a un futuro film. Ciò che ci ha portati a fargli la fatidica domanda è chiaramente custodito nella scena finale de L’uomo del labirinto, quella in cui Toni Servillo e Dustin Hoffman si incontrano in un bar e quest’ultimo legge all’altro il quesito di un cruciverba che riporta alla parola “suggeritore”. Dopo aver trovato la soluzione per compilare parte del suo gioco il personaggio di Hoffman dice anche che, oltre a essere appassionato di giochi, fabbrica labirinti. Ma Genko non sembra allarmato da ciò, non solo per un probabile distacco temporale, sottolineato dal fatto che è ancora vivo – mentre la prima storyline precedentemente esaminata si conclude col suo decesso in ospedale -, ma anche perché evidentemente nella sua indagine non ci sono labirinti, solo conigli!