Netflix si “prende cura” dei propri registi, secondo Scott Stuber
Scott Stuber, a capo del reparto film di Netflix, sa bene cosa distingue la propria compagnia dalle vecchie major di Hollywood.
Dirigente Netflix, Scott Stuber ha spiegato come la sua compagnia si prenda cura dei propri registi, ricompensandoli adeguatamente
Ospite di una conferenza a New York, Scott Stuber, capo della sezione film di Netflix, ha illustrato i motivi per cui ritiene che la sua compagnia si distingui dal metodo utilizzato generalmente dalle case di produzione hollywoodiane. La società ha collaborato negli anni con talenti quali Martin Scorsese, Steven Soderbergh, Guillermo del Toro, Noah Baumbach e Alfonso Cuarón, solo per citarne alcuni, ma cos’è che tanto attrae registi di tutto il mondo?
Secondo Stuber, oltre alla libertà offerta, Netflix si contraddistingue per “il modo in cui siamo costruiti.” Stando al dirigente, “quando facciamo accordi, siamo leggermente diversi [dagli studios tradizionali]. Abbiamo un modello. Se facciamo un film, paghiamo in successo.” La compagnia considererebbe la filmografia di un regista prima di arrivare a un budget (Scorsese, per il suo The Irishman, ha avuto carta bianca e $140 milioni da cui attingere). Stuber continua facendo un esempio: “Con gli avvocati [dei registi], facciamo una previsione sul successo di quel film. Perciò se facciamo un film per $60 milioni e dovesse fare $200 milioni, paghiamo la gente con la sicurezza che quello sarebbe il loro accordo.”
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Ciò che conterebbe per Netflix è far sì che nessuno abbia l’impressione che la compagnia si stia approfittando di lui/lei. “Vogliamo assicurarci di prenderci cura di te.” ha chiosato Stuber, sottolineando come alla base dell’industria vi sia il talento e di come proprio questo sia necessario per sentirsi bene, “spiritualmente per quanto riguarda il lavoro e finanziariamente per quanto riguarda il rispetto nel ricevere ciò che si merita.”
Insomma, secondo Scott Stuber, a Netflix stanno davvero a cuore i propri registi. La società continua a essere criticata da molte parti, soprattutto per le sue politiche distributive, ma non si può negare che sempre più registi affermati scelgano di rivolgersi alla società quando si tratta di realizzare progetti su cui molte case di produzione non investirebbero a cuor leggero.