Kate Winslet: Rose ha lasciato morire Jack in Titanic
Kate Winslet ha fatto un’apparizione al Jimmy Kimmel Live del lunedì appena passato nel quale ha parlato del fatto di esser stata immortalata a tastare il seno della collega Susan Sarandon durante i SAG Awards e dove è stata sottoposta a un gioco nel quale ha dovuto ricordare alcuni dei nomi dei personaggi da lei interpretati, ma Kimmel ha colto l’occasione per sfidarla ad ammettere la verità su una scena che ha fatto pensare e ripensare milioni di spettatori per quasi 20 anni: Rose ha lasciato senza dubbio morire Jack alla fine di Titanic.
“Sono d’accordo!” – ha detto la Winslet – “Penso che sarebbe entrato perfettamente sulla porta.”
Kate Winslet ha anche parlato della riunione con Leonardo DiCaprio ai SAG Awards di sabato – e l’abbraccio che ha generato un migliaio di battute sul “Never let go”
Kate Winslet: Rose ha lasciato morire Jack in Titanic
“La gente è sempre così emozionata nel vedere Leo e me nello stesso luogo e, sai, alla fine della giornata, è eccezionale, non trovi?” Winslet ha detto a Kimmel. “Sono passati 20 anni e le persone ancora sono felici per questo. È piuttosto tenero. E noi ci abbiamo riso sopra. Ridevamo di questo proprio l’altra sera. Ho detto qualcosa come, Dio, riesci a credi che la gente è così coinvolta per questa cosa di Jack e Rose?”
La Winslet ha anche fatto delle recenti dichiarazioni sulla questione dell’Oscar, che secondo l’attrice andrebbe a DiCaprio (leggi qui). L’attrice ha recentemente recitato in Steve Jobs, che abbimo recensito per voi al London Film Festival e che è da poco arrivato nelle sale italiane.
Steve Jobs, biopic diretto da Danny Boyle su sceneggiatura del solito Aaron Sorkin, è una svolta dal genere che, se sulla carta può sembrare insensata, rischiosa, noiosa, nella pratica è tutto il contrario. Sì, perché Steve Jobs non narra la vita del papà della Apple dalla nascita alla morte, passando per il matrimonio, ma seleziona astutamente tre momenti chiave nella vita professionale dell’inventore, ed in essi concentra tutto il resto, anche qualcosa a cui solitamente verrebbero dedicati minuti su minuti di prezioso screen time come la sfera privata. Mossa molto azzardata, ma che viene realizzata in maniera così perfetta e azzeccata che il risultato finale non può non lasciare stupefatti, per la posta in gioco e per i tanti, facili errori che spesso macchiano biopics ben fatti, qui tutti magistralmente evitati.CONTINUA
di Silvia Ceccarelli