La New York di Woody Allen: itinerario da Queensboro Bridge a Central Park
Un giorno di pioggia a New York, al cinema dal 28 novembre con Lucky Red, è l'ennesimo elogio di Woody Allen alla sua città natale. Ma quali sono i luoghi che attraversano le pellicole del cineasta?
“Capitolo primo: adorava New York. La idolatrava smisuratamente… Ah, no. È meglio: la mitizzava smisuratamente, ecco. […] No aspetta, ci sono: New York era la sua città e lo sarebbe sempre stata”. L’incipit di Manhattan, uno dei capolavori di Woody Allen del 1979, potrebbe abbinarsi tranquillamente alla maggior parte delle opere dell’autore americano.
Spiritualmente europeo, ma radicalmente newyorkese, il regista e sceneggiatore ritorna ancora una volta nel cuore della Grande Mela, dandole un ruolo di spicco all’interno della storia abitata da Elle Fanning, Timothée Chalamet, Selena Gomez, Jude Law e Liev Schreiber e anche nel titolo del film di cui gli attori sono protagonisti.
Perché Un giorno di pioggia a New York non è altro che una delle mille odi che il cineasta dedica alla sua città d’origine, a cui Woody Allen potrà anche rinunciare per qualche sua pellicola, ma a cui sentirà ogni volta di dover tornare. È la magia stessa della megalopoli che infonde nelle sceneggiature di Allen un’aurea senza tempo, in cui New York è essenza, è protagonista, è personaggio che accoglie le nevrosi, le manie e i tormenti personali delle sue tragicommedie umane. E, nel corso del tempo, diversi sono stati i posti, i luoghi, i monumenti diventati iconici nella filmografia e nell’immaginario di Woody Allen e dei newyorkesi, divisi tra il lusso sempre d’altri tempi dell’Upper East Side e i vicoli nascosti di artisti e sognanti.
Ecco cosa vedere nella New York di Woody Allen
Queensboro Bridge e l’iconica panchina di Woody Allen e Diane Keaton
Tra tutti, è senza dubbio il Queensboro Bridge ad essere incastonato nella mente degli spettatori come uno dei punti focali della cinematografia del regista, fonte di poster, di frame, di sequenze in cui Diane Keaton e Woody Allen siedono alla panchina al di sotto del ponte, potendone ammirare tutta l’infinità. È nel già citato Manhattan che i loro personaggi, dopo una serata tra taxi, party e incontri assurdi, si arrestano, lasciandosi conquistare dalla meraviglia della Grande Mela e finendo per innamorarsi l’uno dell’altra.
Ed è proprio questo velo d’incanto che il regista ha voluto sempre narrare. Non quella Big Apple abitata da affaristi e broker in giacca e cravatta, cuore della borsa e scenario in cui le vite e le azioni si incrociano col futuro finanziario mondiale. La musa ispiratrice del celebre umorista americano è fatta di posti sconosciuti ai più, come le vecchie librerie impolverate e arredate da pile di libri lasciati negli angoli dei negozi. Uno stile che è lo stesso della Pageant Book & Print Shop nell’East Village, in cui i personaggi di Michael Caine e Barbare Hershey in Hanna e le sue sorelle si incontrano prima che cominci la loro relazione, ma che si moltiplicano nell’immaginario alleniano, tra ironiche letture postmoderne e classici romanzi di Dostoevskij.
I musei di New York e la Brooklyn dei ricordi nei film di Woody Allen
Ma nelle pellicole di Allen c’è anche Brooklyn, la New York che si trova oltre il ponte, quella in cui il regista è nato e nella quale ha custodito i suoi ricordi, impeccabilmente tatuati in film come Radio Days del 1987, in cui l’autore ci lascia affondare nelle sue memorie.
Con la stessa maestria il regista riesce a trascinarci tra le sale dei musei, imbandite di opere d’arte e sempre ideali per ripararsi dalla pioggia, ma anche per fare degli incontri romantici. Accade nel suo Manhattan, in cui vediamo i protagonisti rifugiarsi al Planetarium e poi incontrarsi al MoMA (il famigerato Museo d’Arte Moderna d New York) e al Whitney Museum, e accade anche nell’ultimo Un giorno di pioggia a New York, con il Metropolitan Museum of Art a fare da sfondo alle vicende dei protagonisti.
I cinema nella New York di Woody Allen
Nella cinematografia di Woody Allen anche i locali diventano teatro di scambi di battute, location che prendono vita grazie alle scintille che i personaggi creano. Come in Broadway Danny Rose (1984), che ha dato luce al ristorante Carnegie Deli, situato a Midtown. Noto per i piatti della tradizione ebraica, nel suo periodo d’oro era frequentato da diverse celebrità. Il ristorante principale di questa famosa catena gastronomica è proprio quello che vediamo nel film con Mia Farrow, ma che ha chiuso nel dicembre del 2016. Ciò che rimane di questa istituzione newyorkese sono le due filiali site rispettivamente al The Mirage di Las Vegas e al Madison Square Garden di Manhattan.
Tra i luoghi cari ad Allen, inoltre, non possono che primeggiare le diverse sale cinematografiche che ospitano i protagonisti dell’autore newyorkese. Come dimenticare la scena sulle conversazioni intellettuali in Io e Annie al cinema Beekman o al Paris Theater sulla 58° Strada? Tra sale di montaggio, stanzette da proiezione e capolavori intramontabili, lo schermo nei film di Allen si reitera fino a fondere reale e finzione, tanto da far fuoriuscire addirittura i personaggi dalla pellicola stessa ne La rosa purpurea del Cairo.
Un giorno di pioggia a New York: nel romantico itinerario di Gatsby non può mancare Central Park
Altro grande tassello della formazione artistica di Allen è senz’altro la musica, che da sempre lo accompagna al di fuori dal set e che lo vede suonare con dedizione l’amato clarinetto, con cui il regista fa pratica e si esibisce ormai da anni ogni lunedì sera al Carlyle Hotel. Il noto albergo, oltre a far parte della vita di Woody Allen e della Eddy Davis New Orleans Jazz Band, è al centro proprio della romantica commedia del cineasta con Chalamet e la Fanning, in cui il giovane rampollo squattrinato e intellettuale ama passare le serate ascoltando i pianisti e le loro melodie al pianoforte.
E, per concludere il tutto, quale modo migliore se non con una gita in carrozza per il parco newyorkese? Quel Central Park in cui tutti sognano di passeggiare, situato nel distretto di Manhattan tra l’Upper West Side e l’Upper East Side, aperto nel 1856 e progettato da Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux. Uno dei luoghi più vivi della New York adorata da Woody Allen, cuore pulsante di eventi, musica, sport e attività culturali e sociali, che ne fanno vero bacino per un’intera città.
Luogo, ma anche simbolo. Terra di protagonisti che ne rivendicano l’appartenenza, il calore che li lega ai grattacieli che si perdono alla vista, al traffico caotico lungo i marciapiedi affollati e alla poesia per quei retaggi mai dimenticati. Pochi cineasti hanno legato tanto alla loro città madre la propria fedeltà come Woody Allen, che ama, odia, venera e adora New York e ci permette ogni volta di provare gli stessi sentimenti attraverso i suoi occhi.
Il nuovo film di Woody Allen, Un giorno di pioggia a New York, è nelle sale italiane dal 28 novembre 2019 con Lucky Red.