Cinematographe.it presenta A Tor Bella Monaca non piove mai di Marco Bocci
Un'analisi a tutto tondo del sorprendente esordio alla regia di Marco Bocci, A Tor Bella Monaca non piove mai.
È uscito nelle sale il 28 novembre A Tor Bella Monaca non piove mai. A Roma, quando in certe periferie difficili si dice che “piove”, vuol dire che nei paraggi c’è la polizia. Il romanzo omonimo di Marco Bocci edito tre anni fa da DeA Planeta parlava di questa famiglia ai margini della città capitolina. Due fratelli e un padre che scarrozzano la vita come possono. Libero De Rienzo nel film è il protagonista, disoccupato con in testa ancora la sua ex e poche idee buone per svoltare. Andrea Sartoretti impersona il fratello maggiore con un brutto passato che si è rimesso in riga lavorando in un’acciaieria per mantenere la propria famigliola, ma resta stretto in una magra tenaglia economica. E Giorgio Colangeli veste il ruolo del padre incattivito dalla vita, nello specifico da un inquilino insolvente e dal nodo alla gola di tasse e ingiustizie quotidiane. Riuscirà questa famiglia unita ma scalcinata a trovare un modo, a inventarsi una svolta per migliorare la vita di tutti?
A Tor Bella Monaca non piove mai: il felice esordio di Marco Bocci tra cast e location
“Non lo so, vojo fa’ un magheggio. Faccio n’impiccio. Qualche cosa m’envento”. È una delle frasi a cuore aperto del personaggio disperato di De Rienzo. Il sodalizio con Sartoretti e Colangeli riesce splendidamente e l’affresco di Bocci risulta come un esordio registico quadrato e felicemente inatteso, zeppo di dettagli e attenzioni nella messa in scena. Il regista firma anche la sceneggiatura, ma si comporta da buon autore di nome e di fatto. Allontana i rischi di cadere nell’abbondanza di quel territorio cine-narrativo che è la periferia, pur raccontandola con impressionante veracità. Infatti questi personaggi ci risultano brutti, sporchi e incattiviti.
Per le location, poi, non sono stati utilizzati soltanto i palazzoni di Tor Bella Monaca. La Torre R-11, dov’è situato l’appartamento utilizzato per i protagonisti doveva addirittura essere il titolo del film, ma è stato cambiato in corsa dal produttore Gianluca Curti e dal regista nel titolo del romanzo originale. L‘obiettivo di Bocci ha ripreso anche Pigneto, Laurentino 38 e Tiburtino. L’affresco cinematografico risulta come un racconto corale che a modo suo sfiora, oltre ad acciuffare il dramma, le corde di certa commedia amara, una piccola novità drammaturgica decisamente vivace per il cinema italiano.
Anche le donne hanno un peso importante. La trasformazione della Liskova ne mostra lati attoriali oscuri che di lei ancora non si erano scandagliati. La moglie di Colangeli è interpretata invece da Lorenza Guerrieri. Pin-up di Play-Boy negli anni ’70, ora è una signora del teatro, recita molto efficacemente la parte di una nonna con problemi articolari. Come una Sora Lella, diciamo, ma più drammatica che da ridere. Fulvia Lorenzetti invece interpreta la moglie di Sartoretti. Essenziale e tagliente, il suo personaggio si guadagna una piccola ma preziosa parte nel pastiche perché fa da termometro al marito e alle sue azioni e reazioni. Invece fuori da ogni schema, si aggira per il film un misterioso personaggio fantasma con il volto del bravo Giordano Deplano. Una presenza la sua che incuriosirà gli spettatori e della quale non è giusto rivelare altro per lasciare intonsa ogni sorpresa.
Gli incassi e le vendite internazionali di A Tor Bella Monaca non piove mai
Per ogni film che esce al cinema la svolta è il box office, la sala piena. Sono il passaparola e il pubblico che si moltiplicano insieme fuori e nelle sale, magari accompagnati dalle pagine di critiche positive. Soprattutto nel caso di opere prime e produzioni low-bugdet, categorie alle quali appartiene a pieno titolo il lavoro di Bocci. Si tratta di piccoli miracoli che sempre meno spesso avvengono nel nostro sistema di distribuzione, ma i buoni germogli come A Tor Bella Monaca, quelli prendono anche altre vie mostrando i muscoli al pubblico di altri media. Partiamo dai cinema. Uscito su 45 schermi italiani con la distribuzione Altre Storie, il film in 7 giorni di programmazione – o meglio fino al 4 dicembre – ha raggiunto la posizione numero 17 tra i più visti della settimana con oltre 83mila euro d’incasso e una media schermo, in tutto 45, di 1.861 euro. Dato interessante se si pensa che questa media, tra i primi 25 incassi, è la settima, non diciassettesima. Inoltre per il cinema italiano A Tor Bella vede davanti a sé soltanto Cetto c’è, con Albanese, al 3° posto e con una distribuzione ben diversa (579 sale), e Il giorno più bello del mondo, di Siani, al 15° posto e con una media copie di 1281 euro ben inferiore a quella di Tor Bella.
I mercati ai quale si rivolge un film del nuovo millennio sono vari per media e collocazione geografica. Infatti A Tor Bella Monaca non piove mai è già stato venduto ad alcune linee aeree internazionali che lo proporranno ai loro viaggiatori nel carnet di film disponibili. Non solo. Sarà distribuito in Cina, Hong Kong e America Latina, mentre sono in sviluppo trattative della produzione, la Minerva Pictures, anche con gli Usa. Mentre in anteprima tivù sarà su Sky e successivamente con la consueta Rai grazie alla co-produzione Rai Cinema. Per le piattaforme online, invece, il film si vedrà in una quarantina di paesi con sottotitoli in inglese, francese, tedesco e spagnolo per accordi firmati con Apple TV e Amazon Prime. Insomma, le vie del pubblico sono infinite, soprattutto all’alba del 2020.