Sex Education – Stagione 2: recensione della serie TV Netflix

Sex Education 2, la nuova stagione della serie TV Netflix che usa il sesso come mezzo per raccontare il mondo, è sincera, divertente, a tratti assurda e proprio per questo profondamente vera.

Ricomincia dal punto in cui era terminata una delle serie rivelazione del 2019, Sex Education. Otis/Asa Butterfield scopre la masturbazione, finalmente riesce a toccarsi e a provare piacere – tanto che in un primo momento sarà difficile per lui gestire lo stato di incontrollabile erezione – ma niente per un adolescente è semplice e infatti su di lui si abbattono altre “maledizioni”: la vita sessuale con Ola, la sua ragazza, non va bene, non sa cosa fare e come farlo, nonostante lui sia il guru del sesso per i pazienti della sua “clinica”. Dal 17 gennaio 2020 è disponibile sulla piattaforma Netflix la seconda stagione di Sex Education: otto nuovi episodi in cui si raccontano le vicende di giovani ragazzi e ragazze  – che frequentano il liceo di Moordale – alla scoperta del sesso e di se stessi.

Sex Education – stagione 2: il sesso come mezzo per raccontare il mondo

cinematographe.it, Sex Education 2

Tradimenti, scontri, ritorni (uno dei più complicati è quello della madre tossica di Maeve/Emma Mackey che chiede ospitalità alla figlia portando con sé anche la secondogenita), sesso, sesso e ancora sesso; questa è la base su cui si costruisce la seconda stagione. Sex Education 2 continua a perseguire il suo scopo, essere una commedia teen che narra senza filtri le difficoltà, le durezze, le solitudini e le preoccupazioni dei più giovani: la ricerca di se stessi, la paura di deludere gli altri a causa di ciò che si è (Jackson, la sua depressione e i tentativi di non tornare in campo), la scoperta di sé anche attraverso la sessualità e il rapporto con gli altri. Anzi, se possibile la seconda stagione si addentra ancor di più nei meandri delle “camere da letto” di questi studenti alle prese con i primi impulsi sessuali. Se negli otto episodi della prima stagione la grande idea è stata quella di scegliere come protagonista un adolescente imbranato, vergine, con una madre sessuologa, che impartisce “lezioni” di sesso, in quelli della seconda è l’idea che Otis e la madre inizino a svolgere un lavoro parallelo all’interno della scuola – lei come sessuologa e lui come “consigliere” senza laurea ma con un’attitudine innata per questo ruolo -, mentre in casa sembrano essere sempre più distanti – Otis cresce e compie nuove esperienze, Jean (una sempre meravigliosa Gillian Anderson) inizia a complicarsi la vita con una relazione stabile.

Mia madre è dappertutto

Questo è uno dei problemi di Otis; l’incombente figura della madre, sempre presente, fin troppo aperta e comprensiva, sfianca il giovane che è già impegnato con i propri problemi e con le continue richieste d’aiuto da parte degli studenti del liceo.

Otis, dopo aver scoperto il piacere della masturbazione, ha seri problemi relazionali con Ola, ancora non si sente pronto ad avere il primo rapporto sessuale o forse non si sente di averlo con lei. Ola lo vuole, lo desidera ma lui no; questo ha a che fare con il ritorno di Maeve? Ci sono rapporti che nascono per riempire le voragini lasciate da qualcun altro, alcune voragini finiscono per essere delle belle scoperte, altre non si rimarginano mai e si palesano per quello che sono.

Nella serie Teen The End of the Fucking World lo diceva James, “è strano. Se rivedi dopo tanto tempo una persona molto importante per te, ti sembra di respirare meglio” e lo stesso vale per Otis e Maeve. Quando la ragazza decide di tornare a scuola, nonostante l’espulsione, i due si rivedono, si ritrovano e decidono di riaprire la clinica, non per stare insieme, si dicono, ma per lavorare. Tra i due c’è più di qualche sospeso, lo si capisce da come si guardano, dalle parole che vorrebbero uscire ma restano intrappolate tra le labbra; sembra che non sia mai il loro tempo.

Sex Education – stagione 2: tutto parte da un’epidemia di clamidia

cinematographe.it, Sex Education 2

Otis è alle prese anche con l'”epidemia di clamidia” che costringe il liceo Moordale a prendere provvedimenti e a migliorare l’educazione sessuale a livello scolastico e, chi chiamano per farlo? Ovviamente Jean, la madre di Otis e per quest’ultimo è un vero e proprio incubo. Così la vita sessuale di Moordale viene aiutata, incentivata, curata da madre e figlio –  ma la donna non sa dell’occupazione di Otis.

L’epidemia di clamidia è una psicosi, sia la madre che il figlio arrivano alla stessa conclusione e viene sottolineato come i ragazzi e le ragazze della scuola non ne sappiano nulla ed è proprio dall’ignoranza che nascono i problemi. Se la prima stagione si era concentrata sul sesso in quanto tale, nella seconda si mettono al centro le malattie veneree, le parafilie, e si parla ancora di più dell’omosessualità attraverso vari personaggi che si scoprono, si accettano e lo ammettono di fronte agli altri. Dunque questa seconda stagione è una prosecuzione di ciò che è stato fatto nella prima, una vera rivoluzione sul parlare del sesso, e si entra nel corpo e nel desiderio dei giovani. Non manca però l’imbarazzo da parte dei ragazzi che comunque continuano ad avere qualche reticenza a raccontare ciò che capita sotto alle lenzuola, e a voler tener nascosto il lato privato, lato che si apre solo quando si sentono al sicuro, protetti, ascoltati e non giudicati – come invece capita nel momento in cui il Preside tocca il problema clamidia.

Sta proprio nel personaggio di Jean la forza e la novità di questa serie che non tocca gli argomenti con pruderie, ma con naturalezza e con termini medici. Il sesso non deve far paura, bisogna parlarne e diventa mezzo attraverso cui si capisce se stessi e il proprio stare al mondo. Il linguaggio è importante quando si trattano questi argomenti e lei, in quanto sessuologa lo sa, non usa vezzeggiativi, censure inutili – anzi vuole infrangere alcuni tabù, come ad esempio il piacere femminile -, tanto che i ragazzi in un primo momento rimangono stupiti da tanta “crudezza” lessicale. In un secondo momento però, dopo l’ilarità e la presa in giro iniziale, è chiaro che i teenager hanno bisogno di qualcuno che parli con loro del sesso e che dica che le loro fantasie, le loro pulsioni, anche quelle più strane, sono assolutamente normali.

Sex Education – stagione 2: tra sesso e silenzi, la serie dimostra come si possa ridere anche dei dolori e delle proprie fragilità

cinematographe.it, Sex Education

Fiducia, dialogo, verità

Sono questi i tre pilastri su cui deve poggiare un rapporto secondo Jean, ma non sempre è facile metterlo in pratica, non sempre è semplice costruire la propria esistenza e le relazioni con gli altri su questi elementi. In tutte le storie, sia quelle dei grandi che quelle dei più piccoli, infatti emerge chiaramente come spesso si abbia paura di fidarsi, non ci si parli e non si dica la verità perché è difficile da dire e ancor prima da accettare.

Otis è il primo che tace su vari argomenti (la clinica, i sentimenti per Maeve), la stessa cosa fa Maeve (l’amore che nutre per Otis), la stessa scelta fa Eric che, nonostante abbia iniziato una relazione con Rahim, si riaccende solo quando in città torna Adam, e ancora così si comporta Aimee che dopo essere stata importunata sull’autobus fatica a parlare della paura di essere importunata di nuovo. A colpire tutti è quindi un altro virus, il taciuto che ferisce e logora, e a furia di mettere ogni segreto sotto chiave, tra quelli più “pericolosi”, la situazione scoppia. Tutto ciò che prima riesce a viaggiare in parallelo, ad un tratto inevitabilmente collide e deflagra paradossalmente, proprio a causa di quel silenzio. Da Jackson a Maeve, da Eric a Adam, da Otis a Jean, ciascuno di loro dovrà fare i conti con i propri sentimenti, fino a quelli più profondi e difficili da accettare e da ammettere.

Proprio a questo punto tra i pugni allo stomaco e le fitte al cuore, tra fragorosi silenzi e imbarazzi dirompenti, c’è il colpo di genio, la battuta, la risata, utili ad esorcizzare i tabù del sesso. I dialoghi sono ben pensati e che puntano a creare dei I personaggi riconoscibili, di cui ci si innamora perché finalmente non ci troviamo più di fronte a quei ragazzini tormentatissimi, che abbiamo amato, protagonisti di altre serie. Fulcro di questo è Otis che è come una pentola a pressione, su cui si riflette tutto il resto; a causa sua, o a causa delle sue scelte, dei suoi consigli, si incrineranno anche gli altri rapporti, tra ragazzi, adulti, insegnanti.

Sex Education – stagione 2: per gli adolescenti il sesso c’è, esiste e vive a Moordale

cinematographe.it, Sex Education

Non c’è spazio per i moralismi né per la ritrosia nel parlare di qualcosa di normale e naturale, Sex Education – stagione 2 mette da parte i filtri, gli schermi e racconta la realtà per com’è: c’è chi si fa del male pur di non parlare a viso aperto con la propria famiglia, c’è chi ama qualcuno ma sta con un altro, c’è chi vive il sesso con consapevolezza e libertà e chi non lo vuole vivere. Il sesso c’è, esiste, anche tra gli adolescenti, come dice la stessa Jean, e proprio per questo motivo hanno bisogno di quell’educazione sessuale del titolo; ma deve essere vera, consapevole. Si racconta un mondo che spesso non è all’altezza di se stesso e del tempo in cui si vive; c’è lo spazio per raccontare anche la violenza verso chi è diverso, verso chi è considerato inferiore e territorio di qualcuno per genere o per “natura”, la paura di aprirsi totalmente agli altri. Tutto ciò che solitamente non viene preso in esami in una serie teen qui è elemento importante di una serie che non racconta un regno alla Disney ma un pezzo di terra qualunque che vive di errori e proprio su quelli deve lavorare. Non ci sono i giovani in crisi ormonale o alla spasmodica ricerca di sesso, o quelli romanticissimi che vivono la sessualità come in un libro rosa, c’è una rappresentazione molto vicina alle problematiche che gli adolescenti hanno.

Sex Education – stagione 2 è sincera, divertente, a tratti assurda e proprio per questo profondamente vera. Si porta avanti una narrazione di formazione, di un gruppo di giovani che diventano adulti più consapevoli anche grazie al sesso, anche tra genitali, gemiti e cilecche; e la serie mostra che, anche quando si sbaglia, non si è all’altezza, si fa soffrire, si cresce. Grazie alla scrittura e alla recitazione, Sex Education – stagione 2 dimostra che partendo dai genitali, dal sesso si può arrivare all’essenza più intima di sé, degli altri, del mondo.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4.1

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