Innocenti Bugie: recensione del film con Tom Cruise e Cameron Diaz
Intrattenimento garantito con la coppia Tom Cruise e Cameron Diaz. Una trama esile fa da contorno ad un'avventura senza rallentamenti alcuni. James Mangold dirige con rinnovato entusiasmo.
Intrigo internazionale ma con un sapore più marcatamente action. Tom Cruise sceglie di mettersi in gioco e svolgere il ruolo di eroe alle prese con difficoltà sempre crescenti. Veste i panni di Roy Miller, un agente scavezzacollo che non si fa problemi ad avventurarsi in missioni estreme, tra viaggi in giro per il mondo e killer professionisti dalla quale sfuggire. June Havens (Cameron Diaz) ha un incontro ravvicinato con Roy nell’aeroporto di Wichita; un breve scambio di dialogo la costringerà ad interessarsi a questa figura misteriosa ma al contempo affascinante. Un incipit che sembrerebbe suggerirci di stare assistendo ad una commedia romantica, ma nulla è ciò che sembra.
Innocenti Bugie e l’equilibrio giusto in incredibili inconvenienti
Si sfrutta la figura di Tom Cruise come uomo d’azione dal grilletto facile e nessuna capacità di agire indisturbato, per stendere un racconto basato sulla rocambolesca storia d’amore che comincia ad evolversi in sparatorie, inseguimenti a rotta di collo e intensi combattimenti corpo a corpo. Una volta impostata la marcia, l’attore statunitense offre la piena disponibilità per affrontare invitanti sfide contro la gravità. Il suo Roy Miller è un uomo di poche parole, dedito alla missione da portare a termine, accompagnato da un arsenale improvvisato e ideato al momento, tralasciando personaggi di contorno tramutati in accessori di comodo e poco influenti.
Si evita di seguire le orme delle due saghe di 007 e Mission: Impossibile, per investire più tempo sulla ridicolezza e l’assurdità di sequenze altamente spettacolari per il gusto di stupire lo spettatore. Innocenti Bugie è come se fosse consapevole di ciò che viene mostrato, invitando a ridere sulla massiccia dose di adrenalina infusa nel girato. Un punto a favore dettato dai ritmi e dai tempi dello sceneggiatore Patrick O’Neil, capace di tenere testa ad una coppia di attori ben affiatati che diventano in tutto e per tutto protagonisti assoluti della pellicola.
Innocenti Bugie: una trama segnata da cambi improvvisi e repentini di location
Innocenti Bugie non ha una trama consistente se analizzata nel suo svolgimento e nella preparazione di svolte inaspettate e colpi di scena strategicamente piazzati; la continua ricerca dello Zefiro, una rivoluzionaria batteria dotata di un’energia inesauribile, come punto cruciale della narrazione pecca di sostanza. Non ci vengono fornite spiegazioni sulle ragioni per la quale è stata sviluppata e a che scopo. È solamente un mero pretesto per mandare avanti la trama e farla reggere sulle spalle di Tom Cruise e Cameron Diaz mentre cercano di sopravvivere a qualsiasi attacco esterno o interno all’FBI. L’azione è costante, sempreverde e con un buon numero di voli pindarici in cabina di regia.
James Mangold cerca di rafforzare la componente visiva alternando i punti di vista sia di Roy che di June, alle prese con i più disparati scontri a fuoco e fisici. Il problema sorge quando bisogna virare sul secondo e terzo atto. I passaggi risultano forzati e si appoggiano su un trucco conveniente per cambiare improvvisamente location; quando la situazione si fa incandescente e totalmente fuori controllo, uno dei due protagonisti viene all’occorrenza sedato o assume potenti sonniferi per non soffrire o non subire attacchi di panico. Una scelta che porta ad oscurare frammenti significativi che servono a capire come si spostano e dove soprattutto. Austria, Germania, Spagna. Ogni destinazione è splendida da ammirare ma si deve scendere a patti con la sospensione dell’incredulità per poter godere della storia proposta.
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