Caligari e Nosferatu – la Cineteca di Bologna presenta le due opere restaurate

Il gabinetto del dottor Caligari (Das Cabinet des Dr. Caligari) è un film muto del 1920 diretto da Robert Wiene e oggi a distanza di 94 anni dalla prima messa in scena il film viene restaurato grazie all’enorme contributo della Cineteca di Bologna. L’opera è considerata il simbolo del cinema espressionista tedesco. Gioca moltissimo con il tema del doppio e della difficile distinzione tra allucinazione e realtà visiva, aiutato da una scenografia allucinante caratterizzata da forme zigzaganti, può essere di fatto considerato il primo vero thriller psicologico. Restaurato nel 2014 da Murnau Stiftung e Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.

Due capolavori come Caligari e Nosferatu visibili ora con una definizione mai vista prima:

Caligari

Pietra miliare del cinema tedesco e della cinematografia mondiale in genere, leggendario classico del muto, precoce esempio di thriller psicologico, primo successo internazionale della cinematografia tedesca dopo la Prima guerra mondiale, prototipo del cinema espressionista. “In Caligari, l’interpretazione espressionista è riuscita con raro successo a evocare la ‘fisionomia latente’ di una piccola città medievale dai vicoli tortuosi e oscuri, budelli stretti rinserrati tra case sgretolate le cui facciate sbilenche non lasciano mai entrare la luce del giorno. Porte cuneiformi dalle ombre pesanti e finestre oblique dai vani deformi sembrano rodere i muri. Davanti all’esaltazione bizzarra che emana da questa scenografia sintetica di Caligari, ricordiamoci di una dichiarazione del dotto Edschmid: ‘l’espressionismo si muove in un’eccitazione perpetua’. Queste case o questo pozzo appena schizzato all’angolo di una stradina sembrano infatti vibrare di una straordinaria vita interiore” (Lotte H. Eisner).

“Il film capitale del grande cinema muto”. Dal Dracula di Bram Stoker, la storia immortale di Nosferatu, il non-morto che semina la peste, assorbe e spegne le forze vitali, attenta all’equilibrio dell’universo, finché un sacrificio femminile fara sorgere l’alba sulla città liberata. “Sul piano formale, il film si allontana dall’espressionismo e lo trascende: prima d’ogni altra cosa per l’importanza che vi ha la Natura, per l’impressionante varieta di esterni reali che ne accrescono il romanticismo magico. Murnau s’abbandona totalmente al suo gusto della polifonia e del contrappunto, sul piano drammatico e cosmico. Nosferatu è prima di tutto un poema metafisico nel quale le forze della morte mostrano la vocazione – una vocazione inesorabile – ad attirare a sé, aspirare, assorbire le forze della vita, senza che nella descrizione di questa lotta intervenga alcun manicheismo moralista

Caligari