L’impero del sole: 5 curiosità sul film di Steven Spielberg
Forse è proprio per la grande fama che ha riscosso che le curiosità su L’impero del sole, il capolavoro di Spielberg, sono tante, forse troppe.
L’impero del sole (Empire of the Sun nel suo titolo originale) è spesso menzionato tra i titoli migliori dell’intera filmografia di Steven Spielberg. Descrivibile come un inno alla perdita dell’innocenza e alla crescita, il lungometraggio del regista di Incontri ravvicinati del terzo tipo non è solamente una delle opere cinematografiche più sentite di quest’ultimo, ma è una pellicola in cui le curiosità si susseguono veloci.
Attingendo dal romanzo parzialmente autobiografico di J.C. Ballard, scrittore di fantascienza la cui produzione letteraria si è rivelata essere terribilmente d’ispirazione per la cinematografia mondiale, la creazione di Spielberg è riuscita a trasformarsi velocemente in un cult del genere a cui fa riferimento, in un titolo imprescindibile quando si parla di film drammatici ambientati in un periodo bellico. Forse, è proprio per questo (e, quindi, proprio a causa della grande fama che ha riscosso e delle numerosi lodi che gli sono state rivolte) che le curiosità su L’impero del sole sono tante, forse troppe.
Invase dalle truppe giapponesi, Shangai vede evacuare i propri cittadini. Nel caos del momento, un ragazzino inglese (Christian Bale) è costretto a crescere da solo, separato dai suoi genitori e rinchiuso per diversi anni in un campo di concentramento. Nonostante le gravi sofferenze che sarà costretto ad affrontare, il giovane sopravviverà e si riunirà ai genitori, mai dimenticati.
Curiosità su L’impero del sole: come Christian Bale divenne il protagonista del film
Al provino per il ruolo di Jamie, protagonista de L’impero del sole, si candidarono circa 40.000 bambini e, tra questi, si presentò anche un giovane Christian Bale.
L’attore inglese, attualmente conosciuto per l’innato talento e per l’intensivo (e quasi eccessivo) metodo di recitazione, era stato calorosamente raccomandato da Amy Irving, all’epoca moglie dello stesso Steven Spielberg. La donna aveva recitato nella miniserie televisiva Anastasia – L’ultima dei Romanov, in cui Bale aveva recitato nei panni di uno dei primi ruoli di quella che si sarebbe rivelata essere una feconda carriera artistica e che il regista aveva ovviamente visto. Nonostante l’esibizione del giovane nell’opera sopracitata non l’avesse esageratamente colpito, quest’ultimo fu costretto a cambiare idea e, conseguentemente, ad offrirgli il ruolo da protagonista dopo aver visto Christian Bale recitare durante l’audizione. In aggiunta, il regista lo definirà con la lodevole espressione di “la controfigura di Steve McQueen”.
Per il ruolo di Jamie, Bale vinse il Young Artist Awards. Inoltre, la National Board of Review of Motion Pictures prese la decisione di istituire una menzione d’onore per la migliore interpretazione giovanile, un premio creato appositamente per il giovane gallese. L’attenzione della critica, tuttavia, non beneficerà all’animo di Christian, che resterà terribilmente scosso dalla velocità con cui la sua fama crebbe.
Cosa simboleggia veramente la ninna nanna Suo Gân, tema principale della colonna sonora del film
Tema principale della colonna sonora del film le cui parole vennero cantate da James Rainbirdi, Suo Gân è una ninna nanna della tradizione gallese. La melodia, che venne scelta da Steven Spielberg dopo aver offerto il ruolo del protagonista al giovane attore gallese Christian Bale, racconta dell’amore illimitato che una madre prova nei confronti del figlio a cui ha appena dato la luce.
Come tutte le ninna nanne, la celebre canzone de L’impero del sole è un susseguirsi di versi in cui la donna sussurra alla creatura che ha portato al mondo che lo proteggerà per sempre e che non dovrà avere paura di nulla, perché nulla mai lo minaccerà. Nonostante sia la melodia principale del lungometraggio, tuttavia, nelle sue note non si riflette nessun aspetto della trama: il giovane Jamie Jim Graham, infatti, sopravviverà grazie alla sua incomparabile intelligenza e non grazie al calore di una famiglia, non grazie alla protezione di un padre e di una madre.
Curiosità su L’impero del sole: come J.C. Ballard ispirò Steven Spielberg
Come spiegato anche precedentemente, L’impero del sole trova la sua principale fonte di ispirazione nel romanzo dello scrittore di fantascienza J.C. Ballard, un romanzo in cui la fabula è caratterizzata da numerosi spunti di natura parzialmente autobiografica. L’aspetto della creazione letteraria in questione che più ha influenzato la narrazione di Spielberg può essere riconosciuto nel ritratto dell’alienazione subita da Jim e, in particolare, nella sua adorazione nei confronti dell’esercito e dell’aviazione giapponese.
“Penso sia vero che il Giappone fosse abbastanza brutale nei confronti della Cina e, per tale motivazione, non provo alcuna visione particolarmente sentimentale nei loro confronti”, ha dichiarato Ballard. “Eppure i bambini riescono a riconoscere i loro eroi ovunque, dove possono. E su una cosa non c’è alcun dubbio: i giapponesi erano estremamente coraggiosi, […] avevano un attaccamento molto profondo con gli ideali di patriottismo e di lealtà alla propria nazione. Così, in un primo momento, Jim si identifica costantemente con i giapponesi e, in seguito, quando gli americani inizieranno a sorvolare i cieli […], si scoprirà essere molto attratto da loro.”
Eppure l’influsso del romanzo di Ballard non è l’unica curiosità riguardante le fonti di ispirazione implicita del capolavoro di Spielberg, il quale attinge, da un punto di vista prettamente estetico, anche da esponenti dell’arte visiva. In particolar modo, il dipinto intitolato Freedom From Fear, realizzato dall’artista Norman Rockwell, trasmuta in sorgente per la creazione della scena in cui i genitori di Jim rimboccano le coperte al giovane. Il quadro, inoltre, verrà mostrato esplicitamente durante una sequenza ambientata nel campo in cui il giovane è imprigionato.
L’impero del sole è un film costruito sotto il segno dell’ambizione
Steven Spielberg ha realizzato il suo capolavoro (uno dei tanti, sempre meglio specificare) grazie ad un’attenzione certosina fuori dal comune: il regista, infatti, aveva pianificato l’intera sceneggiatura nei minimi dettagli. Aveva calcolato tutto. Tuttavia, talvolta le sue ambizioni si rivelarono essere troppo complesse per essere attuate.
In tal senso, un episodio si rivela essere profondamente simbolico, elevandosi a rappresentazione di questa aspirazione fin troppo elevata: tra i desideri a cui l’artista era più affezionato, vi era una scena in cui il protagonista sarebbe stato filmato in piedi su un edificio situato nella metà esatta del campo di prigionia; sopra di lui, gli aerei americani impegnati nei bombardamenti. Nonostante la difficoltà di fondo, Spielberg rese la produzione di tale sequenza ancora più complessa dopo aver espresso la sua volontà di filmarla in piano sequenza. Sebbene il regista avesse indicato a Christian Bale tutto ciò che avrebbe dovuto fare per dar vita ad una scena perfetta, il giovane si innervosì terribilmente durante le acrobazie che gli aeroplani mettevano in atto sola di lui. Poiché le esplosioni, capaci di eccitare qualsiasi bambino, erano finite rapidamente, Spielberg improvvisò delle inquadrature diverse da quella inizialmente pianificata, ottenendo una sequenza distante da quella inizialmente progettata, ma pur sempre perfetta.
Forse questa non è tra le curiosità più enigmatiche del lungometraggio, ma riesce a veicolare l’esplicita ambizione che permea L’impero del sole. Insomma, anche solamente in seguito ad un’unica visione del film in questione, chiunque può affermare che si sta parlando di un’opera terribilmente grandiosa.
Il significato del film secondo il suo creatore, Steven Spielberg
In merito al significato essenziale de L’impero del sole, Steven Spielberg dichiarò che, attraverso il lungometraggio, aveva voluto “disegnare una narrazione parallela tra la distruzione dell’innocenza di questo ragazzo (Jamie Jim Graham, Ndr) e la morte dell’innocenza dell’intera umanità”. Proprio per questo, il regista prenderà la decisione di ambientare il film in tempo di guerra, in uno scenario apocalittico, in cui la metafora precedentemente delineata raggiunge il proprio apice nella scena in cui il protagonista interpretato da Christian Bale vede in lontananza un lampo bianco, simboleggiante il bombardamento atomico che avrebbe distrutto Nagasaki.
“Ero attratto dall’idea che questa scena simboleggiasse una morte dell’innocenza, non dell’infanzia. […] Questo (il personaggio principale, Ndr) era l’opposto di Peter Pan, era un ragazzo che era cresciuto troppo in fretta”. Così, si è espresso il regista.
In aggiunta a tale nobile significato, L’impero del sole riassume tematiche che erano già state precedentemente trattate da Spielberg. In particolare, l’abbandono volontario o non da parte dei genitori (dipinto in film quali Incontri ravvicinati del terzo tipo e E.T. l’extra-terrestre) e il dolore della Seconda Guerra Mondiale, un tema presente in 1941 – Allarme a Hollywood e I predatori dell’arca perduta. In merito al primo macro-argomento, il regista si espresse attraverso le seguenti parole, donando ai suoi appassionanti l’ennesima curiosità: “I miei genitori hanno divorziato quando io avevo solamente quattordici o quindici anni. Proprio per tale motivo, l’intera faccenda della separazione è qualcosa che, nella mia cinematografia, scorre molto in profondità.”