A Quiet Place II: rimandato il lancio europeo a causa del Coronavirus
A Quiet Place II non arriverà nelle sale a marzo. L'emergenza sanitaria mette a rischio la programmazione del sequel diretto da John Krasinski.
A Quiet Place non arriverà nelle sale europee a marzo, posticipata l’uscita del sequel horror
Come per altri titoli è già stato annunciato, anche A Quiet Place II rimanderà la sua uscita a causa della pandemia di Coronavirus che sta investendo con conseguenze drammatiche tutti i livelli e i reparti della vita quotidiana ed economica in sempre più paesi, non meno del cinema.
Gli esercenti britannici hanno di fatto appena confermato il cambiamento di programmazione della pellicola vista la chiusura su scala ogni giorno più ampia dei cinema in tutta Europa a seguito delle restrizioni imposte dalle autorità: il lancio internazionale del film, quindi, subirà quasi per certo un gravissimo stop.
Paramount inizialmente non ha voluto rilasciare commenti e agli esercenti non è ancora stata comunicata una nuova data per riprogrammare il lancio.
A Quiet Place: John Krasinski avrebbe già in mente il terzo capitolo
Non ci sono ancora conferme ufficiali ma pare che Paramount abbia in programma oggi una conferenza per determinare la nuova strategia. Sono diverse le pellicole nella stessa situazione che hanno visto posticipare l’intero lancio globale per diverse ragioni come anche la pirateria, come nel caso di Peter Rabbit 2 di Sony e l’ultimo capitolo di 007 con Daniel Craig No Time to Die.
A Quiet Place II era stato programmato per l’arrivo in sala in diversi territori internazionali a partire dal prossimo 18 marzo, il 19 marzo in UK e il 20 negli USA mentre in Italia sarebbe dovuto arrivare il 16 aprile, data ora poco probabile.
Il sequel della pellicola del 2018, di nuovo per la regia di John Krasinski che dirige la moglie Emily Blunt tra i protagonisti, è il racconto di una famiglia che attraversa il mondo in un drammatico momento post-apocalittico della sua storia. A Quiet Place aveva incassato globalmente circa 340 milioni di dollari, di cui 153 milioni fuori dagli Stati Uniti.