Balentes – I coraggiosi: recensione del film di Lisa Camillo
Uno scioccante documentario d’inchiesta sull’uso segreto dalla NATO dell’uranio impoverito in Sardegna e sui suoi effetti devastanti sugli animali e sulle persone. Disponibile su iTunes e Amazon Prime Video.
“Questa è la storia di un paese perduto, questa è la storia di un popolo costretto al silenzio”. Si apre con queste poche ma significative parole pronunciate in voice-over dalla stessa autrice l’ultima e pluridecorata fatica dietro la macchina da presa di Lisa Camillo dal titolo Balentes – I coraggiosi. Si tratta di un vero e proprio biglietto da visita che lascia presagire un drastico cambio di pelle e identità per un documentario che, visto il prologo ambientato in Australia, sembrava invece indirizzare la fruizione verso il classico reportage di viaggio a sfondo antropologico e naturalistico.
Con il ritorno da oltreoceano della regista e antropologa nella sua terra natia, ossia la Costa Smeralda in Sardegna, la “mutazione genetica” nel DNA del progetto si manifesta dopo una manciata di minuti rivelando e manifestando allo spettatore di turno la natura e le reali intenzioni che hanno fatto nascere e sviluppare il progetto. Interamente auto-prodotto e frutto di quattro anni di approfondite analisi e indagini sul campo, il documentario è uno scioccante atto di denuncia che mette in relazione la presenza delle basi NATO in Sardegna con l’aumentata incidenza di tumori nella popolazione e i devastanti danni alla salute del territorio provocati proprio da attività segrete militari.
Balentes: un racconto senza censure di cosa accade in Sardegna
In Balentes, la Camillo si sposta da costa a costa e nell’entroterra sarda per raggiungere le aree incriminate dove sorgono e sorgevano le strutture belliche attive e dismesse responsabili delle suddette tragedie. Attraverso immagini, dati, analisi scientifiche, interviste ad esperti e istituzioni, testimonianze dei parenti delle vittime dell’uranio impoverito, la regista racconta senza censure le contraddizioni della sua terra d’origine, un’isola di grande fascino e bellezza e oggi teatro di una silenziosa mattanza che sta distruggendo uomini e ambiente.
La macchina da presa si avventura in un lungo tour a tappe che da Porto Cervo tocca le diverse zone rosse, a cominciare dall’ex base militare nel parco marino dell’arcipelago de La Maddalena passando per il Monte Limbara – sede di una struttura americana abbandonata di spionaggio – e i poligoni di Capo Frasca, Capo Teulada e Salto di Quirra, quest’ultimi due già protagonisti delle inchieste firmate da Tomaso Mannoni e dalla coppia D’Anolfi/Parenti nei rispettivi The Wash e Materia oscura. Il responso e le prove raccolte strada facendo sono ugualmente schiaccianti e devastanti, a maggior ragione se impresse nella loro interezza in una galleria degli orrori scavata in un inferno mascherato da angolo di paradiso.
Con Balentes Lisa Camillo riesce a spingere la narrazione oltre i limiti della segretezza militare
Merito principale dell’opera sta nella capacità e nel coraggio dell’autrice di spingere la narrazione oltre l’off-limits imposto dalla segretezza militare, quel tanto da riuscire a mostrare al pubblico quanto gli interessi bellici ed economici hanno e continuano a incidere in maniera letale sul territorio e soprattutto sulle esistenze di chi lo popola. La Camillo ci mette la faccia e si espone in prima persona per denunciare la verità e unirsi alla lotta degli isolani per reclamare la loro terra e, così facendo, conoscere se stessa e le sue radici. Da qui l’origine del titolo con il termine Balentes che in sardo che significa “Persone di Valore”, coloro che si battono per la giustizia sociale, per difendere il debole dal prepotente. Tutti i personaggi del film lo sono ciascuno a proprio modo nel non arrendersi e nel combattere le rispettive battaglie per avere giustizia. Purtroppo i Sardi hanno dimenticato che sono sempre stati guerrieri, che hanno combattuto nemici d’oltremare e sono sopravvissuti alle invasioni, di questa antica identità del popolo sardo, sono testimonianza anche i ritrovamenti dei Giganti di Mont’e Prama, alti guerrieri in roccia, pronti ad attaccare gli invasori con coraggio e valore. Questo mix di passato e presenze con le testimonianze di resilienza comunitaria e individuale crea un efficace intreccio tra la ricerca storica e quella personale dell’autrice.
Dopo un fortunata percorso nel circuito festivaliero internazionale, Balentes è ora disponibile in streaming su iTunes e Amazon Prime Video.