Dredd – Il Giudice dell’Apocalisse: recensione del film con Karl Urban
Sci-fi dall'alto tasso di adrenalina e violenza che detta legge all'interno del film. Dredd- Il Giudice dell'Apocalisse si lascia dominare da un carattere grintoso e spericolato.
Dredd – Il Giudice dell’Apocalisse, reboot di Dredd- La Legge Sono Io (1995), è diretto da Pete Travis e scritto da Alex Garland e ci catapulta in un vero campo di battaglia, con una città piegata dal caos e dal disfacimento di una realtà urbana. Siamo in un futuro dall’anno imprecisato, in un’America rivisitata che prende il nome di Mega-City One. I Giudici sono forze dell’ordine pesantemente corazzate e armate, che costringono i criminali e i delinquenti, in maniere poco ortodosse, a costituirsi o andare incontro ad una fine più letale. Qualsiasi traccia di interferenza con un pubblico ufficiale verrà punita con la morte.
All’esperto Giudice Joseph Dredd (Karl Urban) viene assegnato la recluta Cassandra Anderson (Olivia Thirlby) per una valutazione sul campo; lei è una mutante sensitiva, in grado di percepire i pensieri di qualsiasi minaccia. La coppia verrà messa a dura prova a Peach Trees, un edificio di 200 piani pienamente gestito da Madeline “Ma-ma” Madrigal (Lena Headey) e dal suo clan di spacciatori.
Dredd – Il Giudice dell’Apocalisse: una direzione influenzata dallo “Slo-Mo”
Nel reboot targato Pete Travis viene messa in commercio una sostanza stupefacente chiamata Slo-Mo, che rallenta le percezioni sensoriali riducendole all’1% di velocità. Lo scenario distruttivo di Peach Trees viene manomesso dal rallentamento temporale; la qualità intrinseca del film svela subito le sue carte e coinvolge protagonisti e spettatori in un gioco al massacro. Dredd- Il Giudice dell’Apocalisse mette in discussione il concetto di moralità e di giustizia, da dispensare in un bagno di sangue costante. La fissità delle riprese, riservate alle interazioni fra Karl Urban e Olivia Thirlby, risultano in netto contrasto con la perdita di controllo dell’antagonista Ma-ma e dei suoi sgherri.
Da un’idea presa in prestito da The Raid- Redenzione (2011), la pellicola concentra i suoi sforzi in un edificio sviluppato in altezza, con livelli sempre più ostici per la coppia di protagonisti. Peach Trees, oltre a costituire un centro sociale disfatto e segnato da un governo instabile, si rivela essere la base per la produzione e distribuzione dello Slo-Mo; questo frammento di soggetto viene trasformato in un ottovolante impazzito e dominato dall’azione inarrestabile. I proiettili tracciano un solco indelebile sia nei particolari della location, spogliata di qualsiasi umanità, che nelle vittime sacrificabili terminate definitivamente dagli agenti.
Una recluta in cerca di una posizione elevata
In Dredd – Il Giudice dell’Apocalisse, particolare attenzione viene riservata al personaggio di Cassandra, la recluta valutata sul campo. Il mondo di Mega-City One nasconde degli esseri umani geneticamente potenziati, che possono agire per il bene o sciogliere le catene del raziocinio. Nel caso di Cassandra, abbiamo una mutante che subisce un arco evolutivo ben strutturato, e integrato in un contesto urbano dove un colpo di arma da fuoco decide le sorti di prede e predatori. Una figura di supporto dalle intenzioni sempre chiare durante lo svolgimento del film, votata all’azione e pronta a correggere la linea di condotta del Giudice Dredd.
La scrittura, a cura di Alex Garland, ci propone una disamina accurata sulle debolezze e le falle contenute all’interno di involucri spenti e condizionati da una città che si distrugge su sé stessa. Solo i Giudici possono portare avanti dei dialoghi articolati e mantenere l’ordine in Mega-City One; il resto dei cittadini è costretto a vivere una vita di privazioni e di stenti o tramutarsi in ostacolo che va contrastando la legge. La corruzione gioca un ruolo di rilievo durante lo sviluppo dell’ultimo atto: anche i Giudici stessi potrebbero subire le influenze di uno scenario ormai perduto, che non merita di essere salvato. Una soluzione efficace nello schema narrativo, che impreziosisce un prodotto d’intrattenimento roboante e dettato dalla sete di giustizia che non conosce limiti o imposizioni di sorta.