La Casa di Carta 4: la colonna sonora della serie TV, oltre la musica italiana e Bella ciao
Tra band spagnole, latino-americane, omaggi all’Italia e grandi nomi del pop rock il commento sonoro de La casa di carta vi farà sognare anche questa volta.
La banda del Professore è tornata e si è portata dietro la già consolidata mistura di musica ispanica, incursioni nel pop rock e omaggi all’Italia, una formula che sin dalla prima stagione de La casa di carta si è rivelata vincente.
Disponibile dal 3 aprile su Netflix, il quarto capitolo della serie spagnola ideata da Álex Pina ha scommesso ancora una volta anche sulla sua colonna sonora, componente che non è mai stata secondaria nell’accompagnare le sfide dei rapinatori in tuta rossa della Zecca iberica. E se già nelle precedenti stagioni le emozioni per il pubblico italiano non erano mancate quando più volte nella serie si era imbattuto nel canto partigiano Bella ciao, nella quarta i riferimenti all’Italia raddoppiano, con due classici del repertorio tricolore che sembrano un vero e proprio regalo alla Penisola: Ti amo di Umberto Tozzi e Centro di gravità permanente di Franco Battiato.
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Entrambe le canzoni sono presenti nella stessa scena, un flashback che riporta la bobina al matrimonio di Berlino in Toscana e ai festeggiamenti negli spazi aperti della tenuta. Microfono alla mano, Berlino dedica il classico di Tozzi alla sua sposa, accompagnato da un coro di monaci, gli stessi che intonano Centro di gravità permanente, quest’ultima pubblicata anche nella versione per il mercato spagnolo all’interno della resa in lingua di La voce del padrone, La voz de su amo. Colpisce che la scelta sia ricaduta su due evergreen, ma anni luce distanti l’uno dall’altro, il primo tra i simboli del filone melodico-romantico italiano, opera – in collaborazione con Giancarlo Bigazzi – di un cantautore che più classico non si potrebbe e coverizzata in ogni forma; la seconda firmata invece da un artista che, per quanto mainstream, tra gesuiti euclidei e capitani contrabbandieri si è sempre mantenuto distante dai facili successi commerciali. Riunite nella campagna toscana, le due canzoni resteranno, per i fan italiani e non solo, uno dei momenti più memorabili della stagione.
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La casa di carta – Parte 3: le location della terza stagione
Il carattere locale de La casa di carta, girata per la maggior parte a Madrid e nei suoi dintorni – anche se dalla terza stagione in poi il set si allarga alla Thailandia, a Panama e a Firenze -, è tra gli aspetti più apprezzati della serie. Una delle sue espressioni è la presenza di musica spagnola e latino-americana, a partire dalla sigla della madrilena Cecilia Krull, la ormai nota My Life is Going On, composta da Manel Santisteban.
Al tema principale e ai brani in lingua spagnola presenti nelle stagioni precedenti si aggiungono ora il più grande successo delle Las Grecas, il duo di Flamenco rock composto dalle sorelle Carmela ed Edelina Muñoz Barrull, Te estoy amando locamente, ma anche, passando a colori più scuri, Maskenfreiheit dei Belako, band di Mungia che alterna testi in inglese a testi in lingua basca. La lista prosegue con l’inaspettato Pescador de Hombres del prete e compositore di canzoni religiose Cesáreo Gabaráin, con la sdolcinata Cuando Suba La Marea della formazione di Saragoza degli Amaral e con il paso doble dei primi del Novecento Suspiros de España eseguito dalla Real Orquesta Sinfonica de Sevilla.
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Infine, La casa di carta non abbandona Bella ciao, che per la prima volta appare però in versione spagnola, cantata dall’attrice e cantante ispano-giordana Najwa (che interpreta Alicia Sierra) e non più dai Manu Pilas. Si collocano invece dall’altra parte dell’Oceano, in Colombia e in Argentina, la cumbia psichedelica dei Bomba Estéreo (Fuego) e la fanfarria latina dei Capitan Tifus, poi diventati La Fanfarria del Capitán, qui presenti con La Palloza, mentre nelle stagioni precedenti avevano già fatto ascoltare la loro musica con La Flor y el Libro.
La Casa di Carta 4 non dimentica i grandi nomi del pop rock, da Van Morrison agli Arcade Fire
Inno ufficiale del movimento pacifista dell’Irlanda del Nord, anche Days Like This di Van Morrison è finita nel commento sonoro de La casa di carta 4, che non si è mai dimenticata di farci sognare sulle sorti del “gruppo di disgraziati”, per citare le parole del Professore, anche sulle note dei grandi nomi del pop rock internazionale, che nelle precedenti stagioni sono stati, tra gli altri, i Prodigy, Belle & Sebastian, i Primal Scream e i Black Keys. Il cantante nordirlandese è in buona compagnia nella più recente stagione de La casa di carta. Accanto a Days Like This risuonano infatti le arie jazzy di All You Need to Know di Howe Gelb & Lonna Kelly; Delicate di Damien Rice, dal suo album d’esordio O; l’ultimo singolo, Wake Up, estratto dal debutto discografico degli Arcade Fire, Funeral, e la versione degli statunitensi Pink Martini di Amado Mio, originariamente inserita nel noir del 1946 Gilda. Per un totale di quindici brani, esclusa la sigla, gustabilissimi del tutto indipendentemente dalla serie che accompagnano. Anche se, con Sergio Marquina e compagni, hanno tutto un altro sapore.