La terra e il sangue: recensione del film Netflix
Dal 17 aprile su Netflix, La terra e il sangue è un action movie all'americana di produzione francese
Julien Leclercq firma La terra e il sangue, action movie di produzione francese patrocinato e distribuito da Netflix. Il film, disponibile online dal 17 aprile, è interpretato da Sami Bouajila, che aveva già collaborato col regista nel 2018, in The Bouncer con Jean-Claude Van Damme. Anche in questo caso, si tratta di un film altamente adrenalinico, in cui la tensione è la colonna portante di tutta la vicenda. L’esperienza di Leclercq è evidente dallo stile con cui gira le lunghe sequenze d’azione, che – da un certo momento in poi – occupano praticamente tutta la durata del film. Meno pregnanti i momenti di illustrazione della trama, che mostrano tutta la debolezza di una sceneggiatura pretestuosa, pensata solo per giustificare la violenza che da là a poco si scatenerà.
La terra e il sangue, la sfida tra bene e male
La storia si sviluppa su due filoni paralleli, che andranno a scontrarsi in maniera tragica dopo l’introduzione del film. Da un lato c’è Saïd (Bouajila), che scopre di avere una malattia terminale e decide di vendere la sua segheria per garantire alla figlia sordomuta Sarah (Sofia Lesaffre) un futuro anche quando lui non ci sarà più. Dall’altro c’è il suo assistente Yanis (Samy Seghir), pregiudicato, che si trova invischiato in uno stallo di otto chili di cocaina a causa del fratello Mehdi (Redouanne Harjane).
Un uomo tranquillo da una parte, un boss pericolosissimo (Eriq Ebouaney) dall’altra. Entrambi hanno a cuore un interesse, solo che la dicotomia bene / male è più che evidente. Il buon boscaiolo, uomo semplice, lavoratore, concreto e che non cerca scappatoie, vuole difendere la propria attività e – soprattutto – la figlia; il boss vuole solo garantirsi un grosso guadagno illecito. Ma, si sa, ciò che un uomo è disposto a fare per denaro è inferiore solo a ciò che farebbe per amore, quindi a scontrarsi sono – in un certo qual modo – il lato chiaro e il lato oscuro del mondo.
Un buon film d’azione per gli appassionati del genere
Chiaramente l’opposizione tra bene e male è il più classico tra gli schemi narrativi, ma non per questo ha esaurito ciò che ha da dire. Nel caso de La terra e il sangue, però, il reale motivo di attrazione verso il film è nella tensione che riesce a creare da un certo momento in poi.
Al centro dell’azione, come fosse una specie di Sacro Graal da difende a ogni costo, la giovane e delicata Sarah, l’unica in tutto il film a non avere doti segrete da sicario professionista. In più, essendo sorda se non per l’uso di un apparecchio removibile, la sua soggettiva dà vita a intriganti sequenze di estraniamento totale, che aumentano il carico di pericolo, fiato corto e apprensione verso il personaggio. Proprio perché così indifesa, sarà il padre a doversi fare in quattro per preservarla, arrivando fino alla fine a lottare unicamente per la sopravvivenza della figlia.
Saïd è, come nella migliore tradizione dell’action, l’uomo qualunque che tira fuori al momento giusto delle risorse inaspettate. D’altra parte, contro ha uno squadrone di criminali professionisti, spietati e armati fino ai denti: la quotazione totalmente sfavorevole di Saïd rende la sua scalata progressiva sempre più esaltante.
Perché vedere La terra e il sangue
Pur non aggiungendo un tassello fondamentale alla cinematografia di genere, La terra e il sangue è un film che esegue correttamente tutte le regole di un action movie. In più ha dalla sua l’innegabile carisma del suo protagonista, che ben si difende nel ruolo del superuomo, nonostante l’età e l’affaticamento. Ha una faccia interessante, così come quasi tutti i suoi comprimari.
Altra nota di merito, l’apparato tecnico di supporto alla regia. Una bella fotografia e un buon lavoro di montaggio sono fondamentali per la riuscita di questo genere di film, specialmente per levargli la patina di prodotto televisivo di seconda scelta. Se la storia non suscita particolare interesse, tutto il resto sì. La terra e il sangue è un prodotto europeo ben curato, che sicuramente assorbe la lezione americana ma riesce a confezionare un buon film derivativo. In più ha una certa libertà nelle scene esplicite, spesso censurate nell’action movie americano medio. Anche la durata (di appena 80 minuti) consente una visione disimpegnata, il che denota una consapevolezza del prodotto e un rapporto sincero con lo spettatore.