Sliding Doors: il significato metaforico del film con Gwyneth Paltrow
L'espressione inglese "Sliding Doors" indica un elemento assolutamente imprevedibile che può cambiare la vita di una persona in modo altrettanto imprevedibile.
Sliding Doors è un film del 1998 diretto da Peter Howitt e tratto da un’idea del regista polacco Krzysztof Kieślowski, che nel suo film del 1981 Destino cieco aveva affrontato il tema del fato.
La trama vede protagonista Helen (Gwyneth Paltrow) una ragazza dolce e affascinante, che lavora in un’agenzia di pubbliche relazioni ed è fidanzata con Gerry (John Lynch) un aspirante scrittore in crisi creativa (e personale), che da tempo la tradisce con la prorompente ex fidanzata Lydia (Jeanne Tripplehorn).
Un giorno, apparentemente qualunque, Helen si reca al lavoro e – nell’ascensore – un gentile sconosciuto le raccoglie l’orecchino. Dopo essere stata inaspettatamente licenziata, la ragazza si accinge a tornare a casa ma il gioco di una bambina, che fa camminare la sua bambola sulla ringhiera della scala che la separa dalla banchina della metropolitana, comporterà uno sdoppiamento del destino di Helen, dipendente dall’aver preso o perso quel treno.
Sliding Doors: un elemento assolutamente imprevedibile che può cambiare la vita di una persona
La Helen che riesce a prendere il treno, infatti, ( e che istintivamente si definirebbe più “fortunata”) arriva a casa in eccessivo anticipo, trovando il suo fidanzato a letto con l’amante. Ne consegue un’ovvia lite che porta la ragazza a decidere di andare via di casa, trovando conforto e rifugio a casa della sua migliore amica. Qualche giorno per riprendersi ed Helen – con la sua consueta determinazione – si rimette in carreggiata, ripartendo da un nuovo taglio di capelli.
Sul quel treno maledetto, tuttavia, Helen aveva rincontrato James (John Hannah), lo sconosciuto dell’orecchino raccolto in ascensore la stessa mattina, che – dopo altri incontri fortuiti e un nuovo tentativo fallito di riconciliarsi con Gerry – finisce per diventare il suo nuovo compagno. Dopo poco tempo, la giovane si accorge di essere incinta, ma proprio mentre sta andando a riferirlo a James, fraintende un saluto affettuoso fra l’uomo e la ex moglie, credendo di essere stata nuovamente tradita e interrompendo anche la nuova relazione. James cerca Helen a casa e la sua migliore amica gli rivela il motivo per cui la ragazza non vuole più vederlo ma l’uomo la trova e riesce a chiarire la sua posizione, spiegandole che il riavvicinamento alla moglie (dalla quale è in procinto di divorziare) è solo una messa in scena per non deludere sua madre, gravemente malata. I due tornano insieme, ma proprio quando tutto sembra sistemato, una furgoncino investe Helen.
Che ne è stato, invece, della Helen che quella mattina perde il treno per un soffio e decide di ripiegare su un taxi? Helen subisce un tentativo di scippo scendendo dall’auto e arriva a casa proprio appena Lydia è andata via, trovando il fidanzato stranamente turbato ma senza riuscire a porsi troppe domande in merito, dopo una giornata tanto brutta. La ragazza, preoccupata di dover sbarcare il lunario, essendo Gerry disoccupato, si accontenta di un lavoro da cameriera e recupera gradualmente serenità. Dopo poco tempo si accorge di essere incinta, ma non trova mai il momento giusto per dirlo a Gerry (che nel frattempo continua a tradirla). Una scena di gelosia fra lui e l’amante, che capisce di essere sempre una seconda scelta per l’ex, porta Lydia prima a lasciare Gerry e poi a riavvicinarsi, facendo arrivare con un pretesto prima l’amante e poi Helen a casa sua e rivelando ad entrambi di essere incinta. Helen fugge via sconvolta e cade dalle scale, perdendo i sensi.
Questo evento rappresenta il punto di connessione fra i due destini di Helen: come il suo alter ego investito da una macchina, anche lei finisce in ospedale, e i medici si trovano a dire ai fidanzati delle sue rispettive versioni parallele che ha perso il bambino (entrambi erano ignari della gravidanza). La Helen del treno preso al volo, fidanzata con James, tuttavia muore, gettando il compagno nella disperazione più totale, mentre l’altra sopravvive, decidendo – non appena si riprende – di chiudere definitivamente il rapporto con il miserabile Gerry.
La nuova Helen viene così dimessa dall’ospedale, triste ma determinata a voltare pagina. Nell’ascensore dell’edificio incontra James (che era andato a trovare la madre ricoverata), le cade l’orecchino e lui glielo raccoglie, esattamente come accaduto nell’edificio in cui lavorava, la mattina del licenziamento. Un inaspettato scambio di battute e la narrazione si ferma, lasciando però intuire un proseguimento della relazione fra i due che – dopo un tortuoso giro del destino – si ritrovano comunque insieme.
Sliding Doors: un destino segnato, al di là delle avversità
Il significato principale di Sliding Doors risiede nell’ineluttabilità del destino (in questo caso soprattutto amoroso), in grado di sfidare anche la morte. Evidentemente Helen e James sono destinati l’uno all’altra, al di là delle scelte che i due decidono di compiere attivamente nelle rispettive vite.
Ma c’è un piano metaforico superiore, meno esplicito, che vede la via apparentemente più semplice e giusta (rappresentata dalla Helen che riesce a prendere il treno e scopre subito il tradimento) non necessariamente la migliore, anzi, in questo caso, è quella che porta la ragazza alla morte. Come a voler dire che certe avversità bisogna necessariamente attraversarle, per veder compiuto il nostro destino più luminoso. Che a volte non si manifesta semplicemente perché non ancora maturo.
Per Helen, non esiste quindi una strada più breve per essere felice con l’uomo giusto, ma un percorso obbligato in cui il karma riesce ad esprimersi nella sua forma più completa, col trionfo assoluto del bene.