Mortal Kombat XL – recensione
Prosegue alla grande il lavoro svolto da NetherRealm Studios, che in questi anni ci ha regalato una vera e propria resurrezione di uno dei franchise più amati degli anni novanta. Dopo aver tirato fuori dal cilindro, poco meno di un anno fa, lo splendido Mortal Kombat X, la casa di sviluppo statunitense torna in questi giorni sul mercato con una versione ampliata e completa di tutti i DLC del precedente titolo: nasce così Mortal Kombat XL, una versione extralarge dell’opera pubblicata l’anno scorso dalla Warner Bros. Interactive Entertainment, disponibile per Playstation 4 e Xbox One.
Mortal Kombat XL – l’esaltazione dello splatter
Il concetto chiave che sta alla base della struttura del gioco è il macabro gusto splatter, con cui il brand originale aveva spaccato le mascelle oltre vent’anni fa, tirato a lucido con una grafica degna della nuova generazione e un gameplay estremamente coinvolgente, caratterizzato da combo spaccaossa e elementi dello scenario interattivi. Joypad alla mano, i primi minuti in cui ci si interfaccia con Mortal Kombat XL catturano l’utente, lo intrappolano in una ragnatela di furia sadica, già dal momento in cui entra in confidenza con l’ampio numero di combattenti: i lottatori presenti nel gioco originale sono affiancati dai personaggi che sono stati inseriti nei vari pacchetti di contenuti extra. Potremo quindi utilizzare anche in Mortal Kombat XL i quattro personaggi cult provenienti direttamente dal cinema di genere: stiamo parlando di Jason Voorhees di Venerdì 13, Faccia di cuoio (Leatherface) di Non aprite quella porta, lo Yautja del film Predator e l’alieno xenomorfo disegnato da H.R. Giger protagonista della serie Alien.
La componente cinematografica è forte anche nella modalità Storia, in cui siamo portati a conoscere i vari protagonisti attraverso un intreccio degno dei peggiori film di genere, che però tende a suscitare non poca ilarità, in quanto tutto il percorso narrativo è utilizzato come una vera e propria scusa per mettere in scena delle sequenze cinematografiche estremamente cruente, che non hanno nulla da invidiare alla brutalità del gameplay. Suddivisa in dodici capitoli in cui il giocatore sarà chiamato ad interpretare una dozzina di personaggi diversi, la modalità Storia alterna i classici combattimenti a sequenze d’azione impreziosite dai quick time event. Conosceremo quindi i nuovi personaggi tra cui l’irriverente Cassie Cage, figlia di Johnny Cage e Sonia Blade, detentrice della miglior fatality del gioco, o almeno quella che secondo noi ingloba in sé tutto lo spirito fracassone e goliardico di Mortal Kombat XL.
Una fatality è una proclamazione di vittoria furiosa e sadica che viene effettuata dal vincitore di un combattimento, attraverso la pressione in sequenza di determinati codici che mettono in moto una simpatica sequenza di smembramento dell’avversario.
Oltre alla modalità Storia, l’utente sarà portato a giocare alla classica sfida delle Torri, elemento principale dei vecchi Mortal Kombat arcade, che vede il susseguirsi di dieci o più avversari. Interessante anche la Kripta, una modalità in prima persona che ci porta in un oscuro labirinto cimiteriale in cui è possibile sbloccare tutti i contenuti extra, in cambio delle monete d’oro che si accumulano durante il gioco. Ma la vera modalità killer è quella del multiplayer online: la chiave di volta di questa modalità di gioco è costituita dal divertente scontro tra fazioni, tra le quali gli utenti possono scegliere di far parte. Sono disponibili cinque fazioni diverse: Black Dragon, The Brotherhood of Shadow, Lin Kuei, Forze Speciali e White Lotus. Il giocatore che aderisce ad una fazione porterà punti esperienza alla squadra e influenzerà l’andamento della costante guerra mondiale che è in atto sui server di Mortal Kombat XL. Gli scontri sono quasi sempre fluidi e sembrano giocati completamente offline, il lag è presente solo in rari match.
Il comparto grafico, basato sull’Unreal Engine 3, è ben organizzato (soprattutto nella maestria con cui vengono utilizzate le luci) e presenta svariate chicche piacevoli, come l’alternarsi di diverse condizioni meteo, dalla pioggia alla neve, che però non hanno una caratterizzazione audio significativamente interessante. Vediamo piovere sulle teste dei personaggi e impazzare una tempesta alle loro spalle, senza sentire un sola goccia schiantarsi al suolo e senza udire alcun tuono. Peccato. Il doppiaggio italiano non è sempre in sincrono e presenta alcuni momenti di apatia, ma per essere un picchiaduro ci possiamo ampiamente accontentare. Invece la motion capture intreccia movimenti fluidi dei lottatori completamente coerenti col carattere del personaggio, per quanto esso sia umano, semidio o un insetto antropomorfo, come D’vorah, nuovo personaggio introdotto in Mortal Kombat X, che avrà un ruolo importante nella modalità Storia.
Mortal Kombat XL è un gioco ciccione, che offre all’utente molteplici modalità di gioco con cui gozzovigliare, condite da un gameplay che cattura dalla prima partita, ma che deve essere necessariamente approfondito per poter giocare online in maniera competitiva. Il segno dell’amore cinematografico degli autori è palpabile in molti svincoli dell’opera di NetherRealm Studios, in particolare è forte il rapporto con le pellicole di genere con cui il gioco arriva ad interfacciarsi soprattutto grazie all’inserimento tra i personaggi giocabili di Alien, Faccia di Cuoio, Predator e Jason, ma che si sublima nella modalità Storia, attraverso una spregevole drammaturgia della violenza.