Un pugno di amici: Matranga e Minafò parlano della crime comedy siciliana
Dal 20 maggio arriva su Amazon Prime Video Un pugno di amici con i comici Antonio Matranga e Emanuele Minafò, che ci parlano del film insieme al cast.
È stato il destino di molte delle pellicole di questo ultimo tempo: finire direttamente sulle piattaforme casalinghe. Niente sale per questo periodo di COVID-19 e così il cinema ha deciso di adottare questa forma streaming per molto tempo demonizzata, portando le proprie opere fin dentro le case degli spettatori. È così che, in esclusiva, dal 20 maggio arriva su Amazon Prime Video Un pugno di amici, commedia d’esordio con Antonio Matranga e Emanuele Minafò di Sicilia Cabaret, affiancati da una serie di colleghi e amici della scena comica meridionale per un film tra la comedy e il crime. A presentare il film sono Matranga e Minafò stessi, accompagnati dal cast e dal produttore Nando Mormore.
Un pugno di amici esce in un momento particolare della storia dell’industria cinematografica e mondiale. Come è avvenuta la scelta di optare per una visibilità in streaming del film? Avete speranza che la commedia possa risollevare gli animi del pubblico in questo periodo?
Nando Mormone: “La scelta dello streaming è difficile, ma è stata giusta per questo film. Non sappiamo cosa accadrà quando le sale riapriranno, ma sicuro le produzioni più grandi saranno quelle proiettate in primis, un film indipendente come il nostro avrebbe rischiato di essere spostato davvero troppo in là nel tempo. In più non sarebbe stato corretto non permettere al pubblico di poter godere di questa commedia in un momento come questo. E devo dire che è stato merito di tutti i comici d’Italia fare compagnia alla gente con dirette e video durante la quarantena, sono riusciti a donare così un po’ di leggerezza.”
Come è stato gestito il connubio tra quella che potrebbe essere la commedia più classica e una serie di innesti di altri generi?
Antonio Matranga: “Ci piacciono gli stessi registi e ci appassionano gli stessi generi. In una delle nostre serate brave abbiamo parlato di quanto sarebbe stato bello poter spiazzare il pubblico, convinto di vedere una commedia e ritrovandosi invece all’inizio con una rapina.”
Emanuele Minafò: “Quello che volevamo era un film che riportasse uno stile pulp crime comico con tante persone, unendo infatti il gruppo di Made in Sud e Sicilia Cabaret. È quello che fece Salvatores con Nirvana richiamando tutta la squadra milanese di comici. È stato un modo per osare con uno stile non necessariamente legato solo alla commedia italiana, che si basa su altri punti. La sfida più difficile è stato fare a meno della comicità ad ogni costo, sia nella scrittura che sul set.”
Questa volontà del fare un film corale con i vostri amici e colleghi è già nel titolo.
A.M: “Il titolo Un pugno di amici è il sentimento e la metafora del nostro percorso. Abbiamo girato assieme a colleghi e persone che ci sono state a fianco fin dai nostri inizi. Anche la scelta di Maurizio Casagrande è stata una gioia immensa. Noi venivamo dai villaggi turistici, facevamo teatro e spesso riproducevamo le commedie di Salemme e Casagrande, quindi era normale che quando abbiamo pensato alla figura del carabiniere avevamo in mente lui e non pensavamo potesse accettare di interpretare il ruolo.”
E.M.: “L’amicizia significa volersi bene. È amare, anche se in un altro modo. E questo film è fatto in amicizia. Maria Bolignano, ad esempio, è nostra amica, ma non posso non dire che ha interpretato la sua parte in maniera magistrale e nel film si vede il suo impegno prima come professionista, poi come amica. Volevamo tutti far parte di questo progetto e nessuno si è mai lamentato di avere più o meno battute.”
Matranga & Minafò: “Un pugno di amici è un sogno a metà. Torneremo per la sala.”
E cosa possono dirci, dunque, questi colleghi/amici che hanno preso parte all’esperienza di Un pugno di amici?
Maurizio Casagrande: “Devo dire mi sono divertito. Penso ci sia una differenza tra comicità fatta di battute e situazioni che devono rimanere chiuse e precise e un’altra che invece è fatta di percorsi che ti porta più in là nella battuta, che sono poi quelli che si fanno nel cinema e nel teatro e che ho riscontrato in Un pugno di amici. Mi è piaciuto lavorare con loro, già dalla sceneggiatura si capiva che sarebbe stato un film gradevole, con la sua trama ben delineata e tutti quei personaggi con il proprio spazio. Anche sul set ci siamo divertiti da subito e spero di poter aver dato un tocco di umanità alla comicità del mio personaggio.”
Maria Bolignano: “Come hanno detto già Emanuele e Antonio è vero, c’è dell’amicizia dietro al progetto, ma con Un pugno di amici c’è anche una sceneggiatura che permette di rendere il film piacevole. E, nonostante la produzione fosse low budget, c’è stata comunque possibilità di lavorare bene, dedicando tempo a ogni scena. Tra tutte la mia preferita è quella della seduta spirita e non lo dico perché ci sono io. In ogni caso questa è un’opera prima, con la seconda andrà ancora meglio.”
Raffaele Ferrante: “È stata un’esperienza davvero gradevole in cui mi sono divertito. Chiunque incontravo sul set era un amico. Quando è così puoi solo che considerare quel momento una buona occasione per rilassarti e goderti il lavoro. Anche io avevo il timore di cadere in quella comicità forzata di cui hanno parlato Antonio e Emanuele, ma fortunatamente l’idea del mio personaggio era chiara quindi ho potuto giocare in sottrazione.”
Francesco De Fraia: “Ho rischiato quasi di vedere il film due volte per quanto è carino. Una con la mia famiglia, poi stavo quasi per riguardarlo con I ditelo voi. Però non ce l’ho fatta, troppi ricordi!”
Mariano Bruno: “Il film è molto simpatico e lascia qualcosa perché chiunque parla nel film vuole mandare quel messaggio di amicizia forte che era alla base del progetto. Poi devo ringraziare Antonio e Emanuele per avermi permesso di scoprire così bene la Sicilia.”
Domenico Fazio: “Voglio ringraziare i ragazzi per l’opportunità. Anche se inizialmente trovavo il mio ruolo complicato, grazie a quello che si è creato sul set è stato poi facile interpretarlo, perché c’era apertura e confronto, quindi si era anche liberi di sbagliare e modificarsi in corso d’opera.”
Rosario Alagna: “Quello che posso dire è che è stato un piacere recitare accanto al maestro Casagrande, imparare da lui e poterci confrontare insieme sulle gag comiche. Con lui, ma anche con tutti gli altri.”
Come vivete l’uscita direttamente su Amazon del film? E cosa pensate che possa accedere nel futuro dell’industria cinematografica? Si sarà tornati alla normalità magari per un sequel?
M.C.: “Il cinema e il teatro stanno subendo un’enorme trasformazione al momento. Il teatro non può avere poca gente tra il suo pubblico, più ce n’è e più lo spettacolo viene meglio, è sempre stato così. Siamo animali sociali e con i nostri vicini ci divertiamo di più. Nel frattempo il cinema e il teatro devono trovare altri modi per rimanere in vita, ma ci dovrà essere una cura che ci permetterà di tornare.”
E.M: “Abbiamo già un progetto in mente su cui abbiamo fatto le tre di notte per scrivere il soggetto, solo non sarà un sequel. Il sogno poi è stato realizzato a metà con Un pugno di amici, speriamo che il prossimo film possa arrivare al cinema.”
A.M.: “È la sfida che ci siamo dati quando siamo finiti su Prime: raggiungere la sala. Speriamo di avere una sceneggiatura per quando i cinema riapriranno. Comunque no, niente sequel, ma ci piace l’idea di continuare il nostro cinema con storie diverse, ma un cast di stessi attori, come nelle compagnie.”