Biografilm 2020 – In un futuro Aprile: recensione del film su Pasolini
Diretto da Francesco Costabile e Federico Savonitto, In un futuro Aprile racconta i primi anni di formazione di Pierpaolo Pasolini
Tra i film di apertura del Biografilm 2020, In un futuro Aprile è un documentario firmato da Francesco Costabile e Federico Savonitto sulla nascita di Pierpaolo Pasolini come intellettuale, raccontata dalla viva voce del cugino e collaboratore Domenico Naldini.
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Un documento prezioso e importante, proprio perché va a registrare i ricordi di uno degli affetti più prossimi dell’artista friulano, con frequenti interventi diretti di Pasolini qui riportati grazie alla messa in scena di alcuni suoi scritti. Con In un futuro Aprile gli autori e registi Costabile e Savonitto permettono al pubblico di avvicinarsi di un passo in più a una delle figure più profonde e sfaccettate della Storia dell’Italia contemporanea. La tragica fine di Pasolini, che tante volte sovrasta nell’immaginario il suo complesso sistema di pensiero, è ricordata qui come un fatto privato, un dramma intimo, che si va a sommare a un gruppo familiare già molto segnato dagli eventi.
In un futuro Aprile: la nascita intellettuale di Pasolini
Andando a sfogliare i ricordi della sua prima infanzia, Nico Naldini rievoca l’intreccio familiare in cui Pierpaolo Pasolini ha sviluppato la sua immensa personalità. Rammenta la scelta del fratello Guido, di andare a combattere i Fascisti con i Partigiani e di lasciare a Pierpaolo l’onere e onore di occuparsi della madre Susanna: due modi differenti di affrontare la Guerra, di cui uno solo apparentemente “sicuro”.
Nella fuga nelle campagne, nel contatto con il popolo, Pasolini sviluppa il suo spirito critico inquadrando con la sua nota lucidità da che parte stare. Contro il fascismo, contro lo snobismo della classe borghese, sempre dalla parte degli oppressi la cui vicinanza era in grado di risvegliare in lui i più acuti ragionamenti e le più conturbanti emozioni. Naldini ricorda quegli anni nella natura Friulana, prima che Pasolini si allontanasse verso la Capitale, e l’Academiuta di lenga furlana, dove egli stesso mosse i primi passi come poeta e dove Pierpaolo inaugurò il suo ruolo da intellettuale organico.
Da questo spunto, gli autori si agganciano per rappresentare alcune delle pagine più emozionanti e personali di Pasolini, in cui lui stesso rievoca le sensazioni e i pensieri della giovinezza. Qui si evince il suo straordinario istinto per la parola, mezzo libero, personale ed anarchico, per determinare il proprio pensiero e il proprio linguaggio. Infine, Francesco Costabile e Federico Savonitto fanno rivivere la musicalità del friulano facendo declamare alcune poesie.
La struttura del documentario
Per come è formulato, il documentario In un futuro Aprile si presenta con una classica struttura composta da teste parlanti (una sola, in effetti, quella di Nico Naldini), ricostruzioni e materiali d’archivio. A fare la differenza con un prodotto più televisivo e meno autoriale è proprio la qualità di questi materiali, la delicatezza della testimonianza di Naldini e l’antologia scelta per raccontare un particolare aspetto della vita di Pasolini: quello della sua formazione.
Non solo una formazione politico-letteraria, ma anche erotica. Il suo immaginario prorompente che lo rese – anche in questo – scandaloso pioniere del suo tempo, emerge nelle memorie del cugino e dagli scritti dei Pasolini, che legherà sempre la sua sensualità a quei ragazzi di vita che – prima ancora che nelle borgate romane – si aggiravano per le campagne friulane come suoi compagni di giochi. La sua è un’esperienza primigenia, che Costabile e Savonitto ricostruiscono con la profondità che merita.
A raccontare gli anni friulani di Pasolini, inoltre, concorrono anche gli straordinari paesaggi della sua giovinezza, i bagni al fiume, le corse tra i campi. Tutto questo non rischia il cattivo sapore della retorica e della finzione, perché c’è il grande poeta ad accompagnarlo: la corrispondenza tra immagini e parole raggiunge dunque picchi di lirismo assoluto, in cui i due documentaristi si sforzano (riuscendo) di riprodurre uno spirito, più che una semplice biografia.
In conclusione
In un futuro Aprile è un documentario ben riuscito su un aspetto allo stesso tempo particolare e universale dell’esperienza pasoliniana. Va a sigillare la testimonianza di uno dei pochi affetti rimasti in vita del grande letterato friulano e lo unisce con delicatezza a immagini già note, che però acquisiscono una luce diversa. Impera con una certa solennità il senso della morte, sia quella del fratello di Pasolini, Guido, caduto durante la Resistenza, sia quella dello stesso Pasolini, barbaramente ucciso in una guerra diversa, solitaria, personale e – forse – anche per questo ancora più terribile e spaventosa.