Choked: Money Talks: recensione del film Netflix

La recensione di Choked: Money Talks, il film Netflix indiano ambientato a Mumbai durante la demonetizzazione del 2016 voluta dal presidente Modi.

Finzione e attualità si mescolano in questo drama indiano incentrato su una vicenda dirimente della storia recente del Paese, confermando come Netflix sia una piattaforma tentacolare che capillarmente offre eterogeneità di provenienze e contenuti. Choked: Money Talks (Choked: Paisa Bolta Hai), diretto da Anurag Kashyap, ha come protagonista Sarita, un’impiegata di banca che vive a Mumbai assieme al figlio e al marito Sushant, musicista in difficoltà economica, attualmente senza impiego e sopraffatto dai debiti. La coppia arranca tra tensioni e litigi, causati dai loro sogni infranti, soffocati in una complicata quotidianità e da una divergenze di visioni. Nei piccoli imprevisti di tutti i giorni capita che il loro lavandino della cucina inizi a dare segni di intasamento, facendo traboccare l’acqua. Ma quello che ad un primo sguardo sembra un problema idraulico cela in realtà un’opportunità fortuita particolare: l’acqua che risale il tubo rilascia anche dei fasci di banconote misteriosamente depositati e avvolti in buste di plastica, i quali vengono casualmente scoperti da Sarita. Questo evento dà seguito ad una serie di segreti e insabbiamenti che si intrecciano con lo sfondo storico-economico della demonetizzazione attuata dal governo indiano nel 2016.

Choked: Money Talks parla di una storia indiana ma adatta anche ad un pubblico internazionale, mancando però di una solida strutturazione

Choked: Money Talks Cinematographe.it

Quella raccontata nel film è una storia prettamente indiana che forse può essere apprezzata in maniera maggiore da chi conosce direttamente il contesto in cui è ambientata. Ciò nonostante la produzione ha una messa in scena che si adatta bene ad un pubblico internazionale, rendendo l’opera abbordabile anche per chi è estraneo al quadro sociale della vicenda. La debolezza primaria risiede invece principalmente nell’incertezza sul taglio da dare al lavoro, oscillante tra il dramma familiare e la riflessione politica e d’attualità, finendo per non riuscire a dare il giusto spessore ad entrambi gli aspetti. Choked non è sicuramente un film malfatto, tutt’altro, ma è un film parzialmente irrisolto nella sua essenza. Per lo spettatore medio non indiano può essere un’occasione per conoscere un episodio dirimente che ha caratterizzato gli anni recenti di quel Paese, tuttavia la demonetizzazione – fulcro del contesto e agente che influisce primariamente sulla storia – non viene sufficientemente approfondita, ma solamente mostrata in maniera schematica nelle sue motivazioni e nelle sue conseguenze.

Si riesce a capirne le nobili intenzioni iniziali – legate alla lotta al riciclaggio e all’evasione – così come si vedono le difficoltà pratiche di questa operazione, che ha mandato in tilt un’intera nazione, con mancanza di liquidità e assalti agli sportelli bancari. Il fatto è che questi elementi vengono presentati ma restano superficiali, senza che attorno ad essi venga costruito un discorso strutturato. Troviamo invece all’interno del quadro una vicenda familiare che si tinge di tinte thriller, dove però la narrazione si delinea in maniera non omogenea, con momenti di maggiore interesse alternati ad altri nei quali la stanchezza si fa più sentire.

Il film di Anurag Kashyap presenta buoni spunti senza riuscire però ad armonizzarli adeguatamente

Choked: Money Talks Cinematographe.it

Choked convince nell’interazione tra i suoi protagonisti, definita su dialoghi credibili ed efficaci, che dipingono un quadro ben affrescato della classe media indiana. Il limite si palesa nello sviluppo della vicenda, la quale impiega un minutaggio eccessivo per prendere slancio e svoltare, a causa di una scrittura dove i vari tratti narrativi vengono presentati senza armonizzare completamente la storia principale con il contesto reale in cui è inserita. La visione funziona nel fornire spunti interessanti ma risente di una mancanza di fluidità dovuta all’incapacità di tessere adeguatamente i fili connettivi che la compongono, mescolando troppi elementi diversi, che non sempre trovano il giusto intreccio. Si nota la volontà di esaltare il ruolo femminile all’interno della società, così come quella di evidenziare le contraddizioni di una società stratificata, il fascino corruttore del denaro e il dualismo dell’animo umano tra benevolenza e avidità – elementi di pregio del racconto – mancando però nella capacità di trasformarli in qualcosa che va oltre il semplice accostamento di elementi a sé stanti.

Choked: Money Talks è un’opera riuscita solo in parte con pregi e difetti

Il film paga una durata eccessiva, dove probabilmente una gestione maggiormente accurata dei tempi narrativi avrebbe favorito la resa generale. Choked è comunque un prodotto più che guardabile, sorretto da interpretazioni solide e credibili e da un comparto tecnico all’altezza, con l’accompagnamento di una colonna sonora incentrata su una pregevole batteria jazzistica che ricorda i toni di Birdman. È un peccato constatare la complessiva incertezza direzionale del lavoro cinematografico di Kashyap, poiché se ne intuiscono per tutto il corso della visione le riflessioni trasmesse dal regista, lasciando però quel senso di ambiguità sul taglio del film, che non permette di goderne appieno. Una maggiore decisione nel prendere una chiara direzione tra il thriller, il dramma familiare e la critica politica volta alla struttura sociale e alle disparità di genere – o quanto meno una giusta armonizzazione di questi tratti – avrebbe certamente giovato al risultato finale che, per quanto non sia negativo, non soddisfa come avrebbe potuto.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 2.5

3

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