Crimson Peak: il significato del film di Guillermo del Toro
Il significato di Crimson Peak, il film di Guillermo del Toro con Mia Wasikowska e Tom Hiddleston che si rivela una complessa storia di fantasmi.
Tutto inizia con un chiaro avvertimento da parte della defunta madre di Edith Cushing per proteggerla dal suo stesso futuro: “Guardati da Crimson Peak“. Da sempre appassionata di racconti soprannaturali e del mondo dei fantasmi, Edith cresce con il sogno di diventare una scrittrice di genere e finisce per sposare Sir Thomas Sharpe, un giovane rampollo della società nobiliare in cerca di un buon matrimonio che gli possa fruttare anche copertura economica. Il padre della ragazza decide però di indagare su Sharpe, scoprendo un passato oscuro e lo obbliga ad allontanarsi dalla figlia: ottenuto il risultato, Sharpe rivela quanto accaduto a Edith.
Il ricongiungimento dei due amanti coincide con l’accidentale morte del padre di lei, così la giovane decide di sposarsi e di trasferirsi nella diroccata dimora degli Sharpe che affonda lentamente a causa del terreno argilloso su cui poggia, il cui nome è Allerdale Hall. Purtroppo però solo una volta trasferita Edith conosce i fantasmi che si aggirano nella villa e riconosce la Crimson Peak da cui la mamma aveva cercato di proteggerla. Quella casa diventa lo scenario di ripetute subdole minacce fino alla rivelazione del passato violento di Sharpe e della sorella, fin da piccoli legati a una catena di omicidi efferati ai danni della loro stessa famiglia.
Crimson Peak: una storia di fantasmi
Mia Wasikowska nei panni di Edith Cushing, Tom Hiddleston nelle vesti di Sir Thomas Sharpe e Jessica Chastain in quelle di Lucille Sharpe danno vita ai protagonisti di Crimson Peak, tutti personaggi volti a delineare un triangolo amoroso i cui vertici manifestano le loro profonde difficoltà comportamentali. Evidentemente soprattutto nel caso dei fratelli Sharpe i disturbi familiari a vari livelli li hanno segnati nel corso dell’infanzia, fino a farli diventare degli adulti in balìa delle loro turbe e ossessioni. Sebbene anche Edith abbia visto la propria vita costellata di eventi particolari (le apparizioni della madre, i continui rifiuti da parte degli editori di pubblicare i suoi romanzi, un rapporto con il padre a volte non semplice) la netta differenza che la contraddistingue rispetto ai due fratelli Sharpe è il rapporto con la madre.
Il legame tra madre e figlia è centrale
La centralità del rapporto tra mamma e figlia è messa in risalto soprattutto nello scioglimento finale: Guillermo del Toro ha costruito un racconto in cui la fine arriva con un senso risolutivo e di sollievo, nonostante le forti immagini visive e metaforiche messe in campo. Poche cose possono essere più scandalose di un amore fraterno incestuoso, di cui si paventa addirittura la fertilità, ma anche questa dinamica agghiacciante viene lenita dall’amore materno.
Persino i peggiori atti impuri possono essere smascherati dal legame materno
A fare la differenza nel diverso modo di crescere e di formare la propria personalità, il ruolo genitoriale ha assunto un ruolo centrale nei diversi personaggi. Se Thomas e Lucille hanno vissuto in un ambiente malato, contraddistinto da continue violenze di ogni tipologia, il loro amore carnale è stato la causa di ulteriore spargimento di sangue, primo fra tutti quello della madre degli Sharpe. Dall’altro lato invece Edith vive in un ambiente in cui la mamma è stata sua protettrice anche dopo la sua dipartita; ai suoi occhi sono quindi delle dinamiche inimmaginabili quelle vissute dagli altri due protagonisti. Del Toro riesce a coprire questa sorta di racconto familiare con un manto di storia horror che lascia ben poco all’immaginazione ma che permette di riflettere su diversi interrogativi relazionali.